Sanzione disciplinare illegittima, dirigente scolastico perde in tribunale
Ancora una volta il Liceo Levi di Montebelluna si è trovato protagonista in un’aula non scolastica. Il 14 dicembre scorso, 2022, - ma l’iter, con la liquidazione di spese da parte del soccombente dirigente scolastico, sì è concluso qualche giorno fa -, il Tribunale del Lavoro di Treviso ha emanato una sentenza che riconosce illegittima la sanzione disciplinare – una ammonizione scritta - irrogata a un docente del Levi, Vittorio Bordignon, il 18 maggio 2019. Tale provvedimento è un’ulteriore sconfitta sul piano giuridico per il dirigente scolastico ing. Toffano. Questi ha deciso - erroneamente - di punire il docente che aveva sottoscritto un foglio firme, attestante la presenza in servizio, ritenuto invece come esplicita adesione ad uno sciopero. Il giudice dott.ssa Maria Teresa Cusumano nel suo dispositivo evidenzia come non sia stata rispettata da parte del dirigente “la clausola generale di buona fede e correttezza che deve operare sul piano dei comportamenti del lavoratore e del datore di lavoro nell’ambito del singolo rapporto lavorativo, quanto sul piano del complessivo assetto di interessi all’esecuzione di detto rapporto”. E dunque, “il comportamento trascurato del datore di lavoro, che abbia presentato ai propri dipendenti un foglio di rilevazione delle adesioni allo sciopero, pacificamente diverso dal foglio presenze regolamentato e avallato nelle circolari, e cha abbia ingenerato nella controparte contrattuale specifica (=Bordignon) rilievi critici del caso, ha indubbiamente concorso a ingenerare il disservizio”. L’ing. Toffano non solo ha visto annullato il proprio provvedimento sanzionatorio, ma è stato pure condannato al risarcimento delle spese di lite di euro 2459, oltre agli accessori di legge, che portano l’importo complessivo a 3587,97 euro. Ci si può chiedere se una scuola possa procedere con controversie giudiziarie. Certo sì, se si ritiene che l’organizzazione scolastica si caratterizzi per ordini di servizio e punizioni. No, se si pensa che le aule scolastiche siano gli spazi più adatti ai docenti per trasmettere sapere autonomo e critico ed esempi di rette azioni. Sono dunque da preferirsi gli spazi della scuola alle aule dei tribunali, soprattutto quando un dirigente incorre in errori sanzionatori grossolani, sostanziali e non procedurali, come questo. Qualcuno potrebbe anche interrogarsi sul perché di questa persistente volontà punitiva, inutile e perdente, del dirigente scolastico, ing. Ezio Toffano? Il commento più efficace viene da un sindacalista della GILDA-Insegnanti: “Del resto per taluni dirigenti l’arma della vessazione diventa il metodo per stabilire un’autorità che, non sempre, corrisponde ad autorevolezza. Soprattutto verso quegli insegnanti che mantengono un’autonomia di pensiero e analizzano la realtà col senso critico che si dovrebbe trasmettere agli stessi allievi” (prof. Toffano Ezio – sabato 7 maggio 2011)”.