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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Quella volta che la Toti..." emozioni alla prima del docu-film sul grande soprano

Tutto esaurito sabato sera a Pieve di Soligo per la prima assoluta del film dedicato a Toti Dal Monte diretto da Nic Pinton

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Serata densa di emozioni quella che sabato 25 marzo ha registrato il tutto esaurito all'Auditorium Battistella Moccia di Pieve di Soligo, per applaudire la prima assoluta del docu-film "Toti Dal Monte, una voce nel mondo", del regista Nic Pinton.

Si è ripercorsa la carriera del grande soprano, dal Conservatorio di Venezia, dove si era presentata per un'audizione come pianista e invece fu scoperta come grande cantante, al debutto alla Scala, alla crescita con Arturo Toscanini, fino a calcare con enorme successo i palcoscenici di tutto il mondo. Un racconto attraverso molte immagini e soprattutto attraverso le testimonianze di coloro che hanno conosciuto e frequentato "la Toti", come la chiamava tutta Pieve di Soligo, dove Dal Monte ha vissuto dal 1926 in poi, nella splendida villa di Barbisano. Ricordi emozionanti, di persone che Nic Pinton ha intervistato dal 2016 ad oggi. Alcuni non ci sono più: come Umberto Lorenzoni, già presidente Anpi di Treviso, testimone diretto della grande generosità e del grande coraggio della Toti, quando in tempo di guerra nascondeva nella chiesetta adiacente la villa molti partigiani. "E un pianista ebreo, pensate che o lo aveva pure portato a vivere qui, del resto chi avrebbe mai sospettato della Toti?" - racconta nel docu-film Lorenzoni. Anche se lei aveva rischiato, come prosegue Lorenzoni : "Succede un giorno, in piena guerra, che i tedeschi richiedono la Toti per cantare per loro a Conegliano. Lei non voleva "andare a cantare per i tedeschi", ma io le dissi "Signora, se lei non ci va, a quelli può venire un sospetto, e allora poi se iniziano a tenerla d'occhio, noi siamo tutti fregati.". Ci andò e cantò, e continuò a nascondere partigiani, fino alla liberazione." C'è chi ricorda che proprio il giorno della Liberazione, la Toti si trovasse a Roma e in piazza salì sul tetto di un'auto e per la felicità si mise a cantare, tra il tripudio della folla che l'aveva riconosciuta.

Ricordi epici si mischiano ad altri teneri, familiari, come quelli del nipote Massimo Rinaldi, che con la sorella Antonella passava le vacanze estive dalla nonna, e ricorda come lei fosse generosa con tutti. Il suo tratto principale era l'umiltà: tutto il paese aveva a che fare con lei, tutti la ricordano come cortese ed affabile, sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno. "Non ha mai festeggiato un compleanno, festeggiava invece il proprio onomastico, il 13 giugno, aprendo il parco della villa a tutti i bambini del paese, per una grande festa piena di giochi - racconta Francesca Zanzotto, che da bambina ha vissuto lì con i suoi genitori che lavoravano in villa e che sabato sera era presente in teatro. "La Toti era dolcissima, a volte se sentiva di qualche famiglia in difficoltà, faceva la spesa per loro e la faceva recapitare. Un giorno aveva sentito di un ragazzino che non poteva raggiungere la scuola, e gli regalò la bici che gli serviva.. Era così, interveniva sempre per far star meglio le persone." E poi ancora c'è chi ricorda le sue allieve, tutte ospiti all'Hotel Leon d'Oro. Per stare vicine tutte alla maestra di canto che fu il più grande soprano del mondo, qualcuna si è pure fermata a Pieve di Soligo. E ancora la Toti appassionata di gastronomia, che prende a cuore la nuova impresa di Lino Toffolin e della moglie Ernesta e "lancia" il locale, portando lì i suoi amici artisti, scrittori, pittori, poeti, attori e cantanti, e facendosi promotrice, attraverso l'Accademia della Cucina Italiana, della diffusione della cucina veneta e del Prosecco. E alla Locanda da Lino c'è la saletta tutta sua, che espone persino la tiara che indossava nel giorno del suo esordio alla Scala di Milano. Un insieme di testimonianze emozionanti, che sfumano sulle immagini del suo funerale, una piccola bara con i fiori gialli in mezzo ad una moltitudine di teste: "Eravamo tutti là", dice Lorenzoni. Per finire con la magnifica poesia di Andrea Zanzotto, a lei dedicata in dialetto: "Co' l'è mort la Toti" (Quando è morta la Toti), letta da Luciano Cecchinel, e che si conclude con quei versi struggenti che dicono "Non volevamo farti andar via". Un docu-film, quello della Toti, davvero da applausi, che Pinton ha avuto modo di portare a compimento grazie all'aiuto del Comune di Pieve di Soligo e dell'Assessore alla Cultura Luisa Cigagna, che ha inaugurato la stagione dedicata ai 130 anni dalla nascita di Toti Dal Monte. Prossimo appuntamento, sabato 1º aprile con il Convegno "Toti dal Monte: ritratto di Signora", a cura di Elena Filini.

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