Aeroporto Canova: una morte annunciata e...auspicata
Ci siamo! Il redde rationem è giunto e la morte dell'aeroporto Canova ormai è realtà. Certo, si tergiversa ancora perchè, come si dice in queste avvilenti occasioni, la speranza è l'ultima a morire ma basta passarci davanti o, peggio, deviare dalla Noalese su via delle Canevare per capire subito la verità. " A rasòn la gà i mussi" ammoniva mia madre quando m'impuntavo contro ogni evidenza per non recedere d'un passo dalle mie considerazioni e mai come in questo caso, visto che ne scrissi a più riprese in tempi non sospetti ( l'aeroporto aveva subito un primo piccolo stop per, si disse, il rifacimento delle piste ) avrei voluto essere smentito clamorosamente. Invece, come i mussi, avevo ragione, totalmente ragione. Non m'interessa sapere che il traffico aereo è crollato dappertutto a doppia cifra, nè che "si deve fare sistema" ( eufemismo per dire " ragazzi , non c'è più trippa per gatti, specie per voi di Treviso), nè che "la ripresa è solo posticipata" ( sarebbe il terzo rinvio....) Soprattutto non m'interessa il macabro giochetto, tanto in vigore in questo tristissimo frangente , sulle colpe e sulle responsabilità dove i più accaniti nel ciarlare ad ufo sono . gli stessi che in ogni occasione hanno messo i bastoni tra le ruote ai piani di sviluppo dello scalo. M'interessa invece , e molto !, il buio totale per i lavoratori dello scalo ( con la pacchetta sulle spalle a mo' di derisione del comitatucolo "No Canova" che anche stavolta ha perso un'ottima occasione per tacere, almeno per rispetto verso chi sta perdendo il lavoro e, con questo, la capacità di mettere in tavola un pasto per i propri cari). M'interessa l'ansia terribile di quanti vedono di punto in bianco azzerata la propria attività economica costruita con fatica, sottoscrivendo mutui, attingendo dai risparmi di famiglia nella prospettiva, che appariva rosea, di un futuro sereno e proficuo. bar, ristoranti, b&b, taxi, insomma il corollario vivo e pulsante che il Canova aveva creato attorno a sè. M'interessa il colpo mortale ed ormai irreversibile al turismo, a fatica portato ad interessarsi della Marca, delle sue bellezze a prescindere da Venezia . M'interessa che, ancora adesso, a scalo chiuso, ci sia chi blateri di "benefici enormi per l'ambiente e di "recuperata vivibilità " quando son già comparsi i cartelli per le consuete, stagionali, limitazioni del traffico per l'inquinamento atmosferico e col Canova fermo! M''interessa che la montagna veneta torni "terra dimenticata" e di nuovo fuori dai flussi turistici che il Canova convogliava in loco. E mi fa specie che, riaperti già da un pezzo aeroporti tipo Grosseto, Pisa, Rimini, che non sono certo Capodichino o Fiumicino, qui si gongoli, ministri dell'Ambiente e dei Trasporti in testa per questa uccisione lacerante. Lugubre appare il cartello luminoso che segnala "completo" ai parcheggi deserti ed avviente il degrado che s'è impadronito delle aree circostanti con cantieri dimenticati , segnaletica divelta, sterpi e rovi a farla da padrone.Avevamo un aeroporto, ora abbiamo silenzio spettrale ,.peoci e ciacole desolanti Davvero un'affarone!
Vittore Trabucco