Aeroporto chiuso, discarica aperta
Lo si disse subito e fu pure scritto a futura memoria. Da ieri c'è la conferma, ammantata dai soliti, ormai stantii ,svicolamenti verbali da bisàta delle Valli comacchiesi: l'aeroporto di Treviso non aprirà il primo aprile, come annunciato in pompa magna poco tempo fa. Ma davvero qualcuno aveva creduto a questa fola? Già la partecipata assemblea dei lavoratori dello scalo, ottobre 2020, aperta per l'occasione a tutti quelli dell'indotto, un bel migliaio di persone, a cui va sempre associata una famiglia! (lo si ricorda a beneficio dei comitatucoli da pianerottolo) aveva scontentato e fatto arrabbiare per l'arrampicata sugli specchi dei rappresentanti sindacali, poi gli annunci, cadenzati, su hub, nuove rotte, nuove compagnie, ora la pietra tombale ad opera dell'assessore regionale Caner, delega al turismo tra l'altro, che candidamente ha ammesso essersi trattato di un bel pescione d'Aprile. Anche senza questa ennesima conferma che, va detto col groppo in gola per millanta ragioni, prelude ad un fosco futuro, bastava passare nei dintorni per tastare il polso reale della situazione: Cosa che hanno fatto in pochissimi, fidandosi delle dichiarazioni piuttosto che dei propri occhi. Eccola allora la realtà che ci si trova quotidianamente di fronte in via Canevare, punto privilegiato d'osservazione sull'aeroscalo: deserti i parcheggi , gli stalli per gli eurobus, quelli per i carrelli -bagagli, sterpi e rovi che giganteggiano e, attorno a loro, vaste aree trasformate in maleodoranti latrine ed immondezzai open space, comodi e facilmente raggiungibili vista la Noalese a due passi e, per la via di fuga, la strada di Boiago lì accanto. Le attività che col Canova vivevano e prosperavano hanno le luci spente e le serrande abbassate dietro alle quali ci sono storie di mutui e tasse da pagare comunque. I cantieri appena aperti, lungo la statale per le fognature, ed ai suoi lati per l'ennesimo mega centro commerciale invece di rasserenare preoccupano ancor più i residenti come il viavai, notte e giorno, di veicoli ed individui che hanno eletto quest'area di fronte al Canova come loro luogo del cuore per "scambi culturali" e sversamenti di colorati campionari d'immondizia a cui la generale incuria fa da bordone. Una realtà ben nota anche all'amministrazione cittadina ma lasciata, a quanto pare, sonnecchiare in un placido letargo. Come il povero aeroscalo.
Vittore Trabucco