Treviso-Ostiglia, il bosco urbano morto per l'incuria
Dovevano essere il fiore all'occhiello di una città "green" impegnata a concorrere in Europa con progetti di riqualificazione urbana che prevedono la creazione di boschi urbani per sanificare l'aria ed accrescere il benessere e la salute dei cittadini e ci si era gettati di buzzo buono ottenendo, in qualche caso, qualche bella sommetta da spendere all'uopo. Al solito, però, tra il dire ed il fare....Un esempio tra i tanti: il bell'anfiteatro naturale creato sull'Ultimo Miglio dell'Ostiglia, dalle 2 bretelle che scendono da v.le della Serenissima e portano all'Ecocentro cittadino. Qualche annetto fa, subito prima del Covid, ci fu un fiorire di iniziative tra cui questa che ora appare così: invece dell'auspicato bosco una bella "pampa" d'erba che, lasciata indisturbata, è cresciuta a dismisura soffocando i poveri alberelli a cui nessuno, dopo la piantumazione in pompa magna, ha più prestato attenzione alcuna. Qua e là occhieggiano i parallelepipedi di plastica giallina con una canna di bambù in mezzo , sorta di lapide a segnalare il fu alberello , piantato ed ammazzato dal disinteresse. Erano un buon centinaio suddivisi in 2 zone ai lati delle bretelle ed avrebbero dovuto costituire un'ameno boschetto di carpini, roverelle, cornioli, biancospini a ridosso dell'area sosta, colorato grazie alle fioriture delle essenze piantumate e rinfrescante per tutti i cicloescursionisti di passaggio. Un tremendo flop che, sempre nel medesimo luogo, s'accompagna alla travagliatissima storia del filare d'arbusti rifiorenti ( berberis. cercis siliquastrum, pyracantha, alloro, oleandro), 215 il loro numero, rasi al suolo - perchè non visibili (sic!)- subito dopo la piantumazione per un demenziale quanto dissennato sfalcio fatto alla "buondì che te saludo" e rimessi a dimora solo dopo insistite proteste . Non va meglio sull'altro lato del percorso dove il filare di frassini lascia sul terreno alcune vittime di questa aberrante incuria , morte di siccità e parassitosi senza che nessuno degli "Addetti ai lavori" si sia mai degnato di dare un'occhiata nè di provvedere ad irrigare specie dopo l'impianto. Ma lasciamo fare agli "esperti", che diamine!, quelli stracolmi di master e specializzazioni che si dilettano a disquisire all'infinito sull'altezza di uno sfalcio o sui centimetri di una potatura ottimale mentre tutto attorno l'erba matta raggiunge allegra il metro e settanta ed il resto si dissecca inesorabilmente. Ma magari si voleva proprio questo, no? La cosa buffa è che ogni anno siamo daccapo perchè proprio non c'è verso, ma io dico a questo punto volontà, di porre rimedio. Povera la mia Treviso che "respira" solo grazie all'abnegazione di alcuni "Angeli del Verde" tanto silenziosi quanto indispensabili che curano con amore questa gemma, l'Ostiglia ed il suo Ultimo Miglio, che sarebbe opaca e sporca - gli EVI, Eco Vandali Insulsi, sono in perenne agguato!- invece di brillare in tutto il suo splendore per la gioia delle migliaia di ciclo-escursionisti che la percorrrono quotidianamente.
Vittore Trabucco