Treviso-Ostiglia, boscaglia urbana per incuria costante
Tre anni fa l'Ultimo Miglio della ciclo-pedonale TV/Ostiglia, quello che da strada dell'aeroporto arriva alla vecchia stazione di Santi Quaranta, punto d'arrivo o di partenza, dipende dal senso di marcia, dello splendido percorso ricavato sul sedime dell'ex ferrovia che giunge dopo circa 120 km sulle rive del Po alla città natale di Cornelio Nepote, Ostiglia appunto, lanciava i suoi primi vagiti davanti al vecchio casello del buon Egidio dov'erano arrivati uomini e mezzi per iniziare i lavori Oggi, svezzato e gagliardo, percorso da centinaia di persone, non solo turisti ma gente d'ogni sorta che viene a riossigenare mente e corpo camminando lungo la fresca ombra del suo "bosco lineare", si presenta in queste avvilenti condizioni d'abbandono. Siamo in uno dei tratti distintivi del tracciato, la passerella Paludetti, che scavalca l'omonima strada comunale, progettata dall'architetto Gennaro Memmoli come memento di quelle che ancora si possono ammirare lungo le ferrovie della penisola. L'erba tracima da tempo coprendo le palizzate in corten che delimitano i bordi e soffocando i poveri carpini messi a dimora solo qualche mese fa per abbellire la salita che porta alla passerella. Il tutto sotto gli occhi di chi, per dovere istituzionale, dovrebbe provvedere con solerte tempestività. Se l'intenzione era quella di creare un piccolo bosco urbano, secondo i dettami più recenti degli addetti ai lavori , ci si è riusciti appieno anzi, si è andati oltre creando un'intricata boscaglia quasi impenetrabile, regno di zanzare ed affini, che trovano il loro paradiso grazie anche agli abbandoni costanti d'immondizia. Non va meglio nell'altra zona "critica", quella fronte-dogana, più volte segnalata e mai attenzionata a dovere. Anche qui l'erba raggiunge altezze "arboree" veleggiando dai 125 ai 160 cm ed ha praticamente affogato di nuovo lo splendido filare d'arbusti rifiorenti che stanno regalando ora le loro sgargianti corolle e bacche. Chi poi dovesse approfittare della bella area sosta sedendosi sulle panche si trova "accarezzato" dalle erbacce cresciute rigogliose e mai eliminate. Non c'è niente da fare: la tanto sbandierata attenzione al verde cittadino è rimasta sulla carta, un miraggio che queste giornate d'estate rendono ancor più triste ed avvilente constatando il disinteresse per quella che dovrebbe essere una priorità assoluta, soprattutto in questo disgraziato periodo di Covid perenne. In molti adesso si chiedono: perchè aver realizzato questo splendido gioiello , inesauribile e gratuita fonte di benessere e salute per poi lasciarlo in queste condizioni? A questo punto si deve dar ragione a chi si battè per affossarlo sin da subito pregustando sul sedime dell'ex ferrovia il raddoppio della Noalese, la metro di superficie aeroporto- centro città, bretelle di collegamento tangenziale-area dogana ed una immane colata di cemento per realizzare la "cittadella del divertimento", sorta di Gardaland de noeantri sventrando ancor di più il territorio del quartiere di San Giuseppe già martire di traffico ed inquinamento. Chi sa e deve batta un colpo, per favore!
Vittore Trabucco