Il partigiano “Eros”, Umberto Lorenzoni: giovedì alle 15 a Santa Bona il funerale
È necessario che i partigiani — anche delle formazioni autonome come la Piave, nella quale combatté Lorenzoni — partecipino alla vita politica: questo il senso di una articolo scritto da "Eros" il 18 settembre 1947 sul settimanale dell'Anpi di Treviso e Belluno "La Nuova Strada". La nostra formazione fu sì autonoma, scrive il giovane partigiano, «ma, stringi, stringi abbiamo combattuto il fascismo e i suoi finanziatori e tutto questo in nome di una nuova giustizia sociale … Il nostro Movimento fu rivoluzione di popolo. Fu il ribellarsi degli oppressi agli oppressori. Fu in sé movimento di sinistra». Purtroppo, continua Lorenzoni, dopo la Liberazione «ci siamo chiusi nel nostro castello di ricordi, di bei ricordi, di gloriosi ricordi e non abbiamo mai agito» e ora assistiamo «muti e attoniti al formarsi di partiti che hanno troppe affinità col deprecato fascismo». L’accenno è con tutta evidenza rivolto al movimento Qualunquista e soprattutto al Movimento Sociale Italiano, fondato sul finire del 1946. Pertanto, «abbassiamo i ponti levatoi del nostro castello e buttiamoci allo sbaraglio contro i nostri nemici che lo attorniano», conclude "Eros". (C.P.) * - Trascrizione integrale dell'articolo - PARLARCI CHIARO «Siamo a due anni e mezzo dalla Liberazione ed il parlare di linea politica di Formazioni Partigiane sembrerà un paradosso. Cose d’altri tempi diranno. Cose sorpassate sulle quali è meglio mettere una pietra sopra. No, signori! Forse oggi è necessario che i Partigiani si uniscano, sempre mantenendo intatta l’unità dell’A.N.P.I., in grandi famiglie per meglio combattere anch'essi la loro lotta politica. Voglio parlare ai miei amici della “Piave” quegli amici coi quali ho combattuto, sofferto, sperato in una Italia migliore. Se noi oggi diamo uno sguardo in giro vediamo che i nostri fratelli di lotta delle altre Formazioni sono appunto raggruppati in grandi famiglie: Brigate Garibaldine, Brigate del Popolo, Formazioni G. L. [rispettivamente a guida PCI, DC e Partito d’Azione. N.d.R]. Noi a tutt'oggi manteniamo ancora il volto apolitico col quale abbiamo combattuto la lotta contro i nazi-fascisti. Ma se il rimanere apolitici fu una gran bella cosa durante il periodo clandestino non la vedo tanto bella oggi che tante correnti politiche si abbattono sulla nostra Nazione. Adopero il verbo abbattersi perché non so quanto bene facciano alla nostra Patria certi credi politici. Avremo fra poco anche il Partito dei borsaneristi, quantunque ci sia già sotto altro nome, e non so il perché proprio i Partigiani debbano mantenersi fuori dalla vita politica della Nazione. I partigiani che hanno il vanto e l’onore di aver dato all'Italia la possibilità di creare appunto questa vita politica. Perché proprio noi dobbiamo dunque astenerci e non dare il nostro apporto alla Ricostruzione morale della nostra Patria? E non parlo del singolo Partigiano ma delle loro formazioni. Amici della “Piave” è inutile voler rimanere ancora da soli. Entriamo anche noi in una nostra famiglia. Vorrei appunto che attraverso il giornale qualcuno di voi mi rispondesse e assieme cercasse di vedere qual è la famiglia che potrebbe riceverci nel suo seno. E permettete che vi dica il mio pensiero in quello che è indirizzo politico per la nostra Formazione. Non voglio parlare di comunismo o di democrazia cristiana o di altri partiti, perché è superfluo. Non voglio lodare o disapprovare le G.L. [brigate di Giustizia e Libertà. N.d.R.] o le Garibaldi o le Brigate del Popolo. Il nostro Movimento fu rivoluzione di popolo. Fu il ribellarsi degli oppressi agli oppressori. Fu in sé movimento di sinistra. È inutile che andiamo a cercare, come si suol dire, il pelo nell'uovo. I nostri comandanti furono apolitici, la nostra Formazione fu apolitica ma, stringi, stringi abbiamo combattuto il fascismo e i suoi finanziatori e tutto questo in nome di una nuova giustizia sociale. Il risultato della nostra lotta, diciamolo francamente, lo credevamo differente. E se non fu così come noi lo sognavamo è stata un po’ colpa nostra, di tutti i Partigiani d’Italia. Abbiamo cacciato dall'Italia il rabbioso tedesco invasore, abbiamo schiacciato la fetida testa del fascismo repubblichino, abbiamo dato al popolo Italiano la democrazia, ma, e qui sta il nostro grande errore, non abbiamo vigilato abbastanza per impedire che questa democrazia non degenerasse. Abbiamo assistito muti e attoniti al formarsi di partiti che hanno troppe affinità col deprecato fascismo. La luetica bocca del qualunquismo ha sputato il suo marciume sul nostro Movimento con un crescendo rabbioso proprio in nome di quella Libertà che essi avevano tentato di distruggere e che noi da soli abbiamo salvato e ridato a tutto il Popolo Italiano, ed ancora abbiamo lasciato fare. Ci siamo chiusi nel nostro castello di ricordi, di bei ricordi, di gloriosi ricordi e non abbiamo mai agito. Avevamo paura di reagire per non essere tacciati di antidemocratici. Ma ditemi, amici miei. Non è necessario, in regime democratico difendersi dai ladri? Sì! Ed allora difendiamoci da coloro che tentano di derubarci sminuendo il nostro Movimento. Abbassiamo i ponti levatoi del nostro castello e buttiamoci allo sbaraglio contro i nostri nemici che lo attorniano. E ricordiamoci che lo attorniano e tentano di scalzarlo solo perché noi non li abbiamo mai cacciati decisamente lontano. E per far questo, amici della “Piave” entriamo in una delle grandi famiglie che uniscono i Partigiani. Spetta a voi il decidere. Spetta al vostro buon senso il vagliare quale di queste famiglie è più decisa a raggiungere gli ideali per i quali abbiamo combattuto. Ci sentiremo affratellati più di quello che siamo ora e lo schifoso verme fascista, al quale già un giorno fu schiacciata la testa, non si azzarderà più a sputare sul nostro Movimento, sui nostri ideali, sugli eroici nostri Caduti». EROS Dopo l’irruente e generoso articolo di Eros - Umberto Lorenzoni, il ritaglio del settimanale dell’ANPI riporta un significativo e amaro trafiletto sulla mancata epurazione — a due anni e mezzo dalla liberazione dai fascisti — dei più compromessi fra gli esponenti della RSI. COSA SI DEVE FARE? «Chiediamo alla Commissione di Epurazione in base a quale legge un ex brigatista nero può prestare servizio ancora in un Pubblico Ufficio. Povera epurazione! Esiste o non esiste, oppure non è mai esistita? Abbiamo fatto molte e molte pressioni verso l’Intendenza di Finanza per impiegare un partigiano. Non ci fu possibile. Ci rimane la soddisfazione di vedere attraverso gli sportelli dell’Ufficio del Registro la simpatica faccia dell’ex rastrellatore B. D. Cosa si deve fare?». NOTA Sulla brigata partigiana "Piave" si consiglia la lettura di: Francesco Piazza, "Portavamo il fazzoletto azzurro, La Brigata autonoma 'Piave' nella Resistenza Trevigiana", Istresco-Cierre-Canova, 2000.
Le esequie del partigiano Umberto Lorenzoni "Eros", si terranno nel pomeriggio di giovedì 22 Novembre 2018 alle ore 15 presso la Sala del Commiato in località Santa Bona di Treviso in Via Riccioli.