Treviso-Ostiglia, l'ultimo miglio tra mariposas ed anaconda verdi
TREVISO Un Ferragosto di totale tranquillità lontano da code interminabili, ansia da tabelle di marcia saltate e frastuono da divertimentificio obbligato. Dove? Dietro casa. Ci si arriva comodamente a piedi, in bicicletta per chi vuol allungarlo a piacere, partendo dal centro e dirigendosi verso l'ottocentesco quartiere Eden, costruito dal milanese Graziano Appiani per le maestranze della sua attigua fornace, per traversare il sottopasso della dismessa stazioncina di Santi Quaranta imboccando sulla destra lo sterrato che costeggia le vecchie scuole " Rambaldo degli Azzoni " e giungere al campetto di calcio" Fabio Artuso" . Di qui, seguendo in linea retta le stradine tra le case, si lasciano a sinistra le scuole nuove e si continua puntando al vecchio casello di via Paludetti. Siamo in pieno Ultimo Miglio, quel tratto della ciclopedonale TV/Ostiglia ancora cantiere aperto ma percorribile ormai agevolmente in tutta la sua lunghezza di 2.6 km complessivi. I più agili potranno varcare e gustarsi l'appena posato tunnel "Serenissima" che tanto fece tribolare per la vicenda dei "rifiuti tossici", bolla gonfiatasi a dismisura per poi scoppiare come quelle di sapone. Si continua nell'area ecocentro/dogana dove si osservano le strutture dell'imminente Home Fest in fase d'allestimento e ci si abbronza compiutamente prima di attraversare il tunnel Po e rientrare nel bosco lineare che ci abbraccia lungo tutto questo itinerario. Qui si viene accompagnati da decine di "mariposas", che ci svolazzano accanto , Vanesse, Macaoni, le tigrate Morfeo, le azzurrissime Bellargo, le Tecla dei rovi, le pigre, preferiscono dormicchiare più che volare, Cassandra. Stagione breve la loro che sta volgendo al termine come quella dei sambuchi grondanti di sugose bacche a cui, avide, attingono,,prodromi di gustose confetture . Il silenzio dei campi contigui è interrotto spesso dal frinire di grilli e cicale e dai cicalecci di gazze, regoli, usignoli e cocài , migrati dalle bricole lagunari per farsi le ferie come i loro concittadini umani delle ville del Canal Grande. All'improvviso si è nella zona degli "anaconda verdi", lughezza oltre i 10 metri, come i loro simili animali, diametro da 5 , i più giovani, ad oltre 20 cm, mimetizzzati alla perfezione grazie ad mantello foliare cospicuo che solo a tratti li lascia intravvedere. Avvolgono in un abbraccio mortale grazie alle spire provviste di peduncoli resistentissimi le acacie, loro albero d'elezione, portandole col peso della loro mole allo schianto certo e alla conseguente morte. Si tratta dell'Edera helix in realtà ma che qui prospera rigogliosamente indisturbata da decenni assumendo fattezze da mostro amazzonico. In un tratto poi il bosco s'allarga, non ci sono camminamenti se non rare tracce di mute di cani da caccia. Questo è il regno di volpi e mustelidi, un occhio attento può scorgerne le tane, ma anche di ignari fagiani e di beccacce cicciose: l'incontro regala brividi indimenticabili. Uno sguardo alle maestose Paulonie di Dolores ,piante "bonificatrici" di terreni inquinati , uno a Birillo, il vecchio avellinese dalla chioma bionda che si gode una serena vecchiaia facendo ogni tanto capolino lungo lo steccato della sua stalla e siamo al termine, in strada dell'Aeroporto, dell'itinerario dove ci saluta il noce centenario di Egidio, il custode del vecchio casello. Certo, si può continuare a piacere verso Quinto ed i suoi mulini, Badoere e la sua Rotonda ma di emozioni penso si sia fatto una bella scorta come pure di rigenerante ossigeno, per il corpo e per la mente. Buon Ferragosto sereno a tutti!!
Vittore Trabucco