Successo a Verona di Beatrice Zuin con “Celestina e il Fiume”, opera teatrale ispirata a una donna di Silea
Nel quadro dell’8 MARZO FEMMINILE PLURALE 2022 voluto dalla Prima circoscrizione Centro Storico della città scaligera è andato in scena il 10 marzo al teatro Camploy l’atto unico di Beatrice Zuin (diretto da Solimano Pontarollo e accompagnato alla chitarra dal M.° Claudio Moro) dedicato alla forza delle donne e alla loro capacità di superare le prove, anche le più dure, della vita. Circa un’ora di One Woman Show seguito da un folto pubblico che più volte ha applaudito a scena aperta. L’artista veronese ha proposto un racconto tratto da una storia vera intervallato con splendide canzoni (fra le quali Dolcenera, Tera e Aqua – Polesine, A Kaimos). La storia è quella di Celestina (nella realtà Maria Toffolo, 1924-2014) una ragazza figlia di contadini di Silea (TV) che si innamora e sposa – malgrado l’iniziale opposizioni dei suoi – Attilio Gnan (1924–1973), un barcaro di Donada (RO) che era solito ormeggiare la barca nel piccolo porto fluviale sul Sile che si trovava al limitare della sua terra, all’altezza dell’attuale osteria “Da Nea”. Presenti in sala il capitano fluviale Adriano Gnan (40 anni di navigazione sul Po) e il fratello Diego, figli di Celestina/Maria e di Attilio.
Questa la scheda dello spettacolo : – “CELESTINA E IL FIUME” , IV PROGETTO CANTO E RACCONTO – «Celestina, moglie dell’ultimo barcaro racconta la propria storia: storia di acqua, di povertà, di grande coraggio e speranza tra il Sile e il Po. Una grande lezione di vita, la vita di una donna come tante, di tante donne che ogni giorno lottano condividendo con il proprio uomo gioia e tristezza, difficoltà e rinuncia. Una storia che vale la pena di raccontare, che vale la pena di ascoltare, una storia dove l’umanità scorre nelle vene e segue la corrente, dove le donne han fatto la storia. Una storia che canta l’acqua e i fiumi… // CANTO E RACCONTO – “Il concetto di narrazione è molto ampio e travalica i confini del racconto orale e/o letterario; la narrazione è riferibile al mito, alla leggenda, alla fiaba, alla novella popolare, all’epica, alla storia, alla tragedia, al dramma, alla commedia, al mimo, alla pittura, al cinema, al teatro, ai fumetti, alla conversazione indipendentemente da una suddivisione in buona e cattiva letteratura, la narrazione sembra internazionale, transtorica, transculturale: la vita stessa è narrazione in quanto storia”. Brunner 1988 – // – Canto e racconto è un progetto di ricerca in cui l’argomento di cui si tratta esplora territori nascosti e sorprendenti, frutto di diversi anni di esperienze in ambito teatrale. Canto e racconto è un’idea semplice: due sedie, una chitarra, la voce che canta e che parla: un evento che va dritto all’essenziale della rappresentazione, che va alla radice della comunicazione… e al cuore dei presenti. Canto e racconto è un progetto ideato da Beatrice Zuin in collaborazione con il M.° Claudio Moro scaturito dall’esigenza di creare un vero e proprio momento “teatrale”, che non fosse solo una sequenza di brani, ma dove le canzoni scelte facessero parte della narrazione e che ogni argomento si potesse così articolare e creare un “unicum” attraverso la narrazione, la lettura, la recitazione, il canto. La voce conduce, la musica trasporta. La durata di ogni progetto è di circa 70 minuti» – //– Lo spettacolo è liberamente tratto da “Navigare sul Po” di Camillo Pavan – // – Disegno luci: Francesco Bertolini – //– Fonico e ambiente audio: Martina Zanetti – // – Produzione: Casa Shakespeare Verona.