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Epilessia e sport: un successo il convegno di FIN Veneto a Treviso

"Il nuoto veneto in prima linea contro le barriere nello sport". A presenziare l'incontro anche il sindaco Manildo e l'assessore Michielan

TREVISO Circa un centinaio di istruttori di nuoto da tutto il Veneto erano domenica sera all’Auditorium Cassamarca a Treviso per il seminario “Epilessia e sport”, promosso da FIN Veneto in collaborazione con LICE (Lega Italiana Contro l’Epilessia), con il patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Treviso, Comune di Treviso, CONI e ULSS 9. L’appuntamento, valido come aggiornamento SIT per i tesserati FIN che vi hanno preso parte, è stato organizzato dal comitato regionale della Federazione Italiana Nuoto anche come momento di sensibilizzazione pubblica verso una problematica molto diffusa, ovvero la convivenza con una patologia socialmente invalidante come l’epilessia, e sul ruolo dello sport come fattore di inclusione sociale, all’insegna del messaggio “tutti hanno diritto di fare sport”. Sul tema di sono espressi alcuni dei massimi esperti a livello regionale, tra medici, sportivi, psicologi ed educatori, che hanno sfatato innanzi tutto il pregiudizio che a un epilettico sia preclusa qualsiasi attività sportiva.

«Il primo luogo comune da sfatare è che l’epilettico non possa fare sport - spiega il dottor Giuseppe Capovilla, presidente di LICE e Direttore Struttura Complessa U.O. di Neuropsichiatria Infantile presso l’ospedale di Mantova – lo sport è consigliabile sia per il benessere psicofisico sia per favorire l’integrazione sociale del paziente epilettico. L’Italia, da questo punto di visto, è un paese all’avanguardia, dotato di linee guida che regolano l’accesso delle persone epilettiche alla pratica sportiva, tanto che esistono casi di atleti epilettici anche nel mondo del professionismo. Tuttavia è sempre indispensabile un confronto con il medico per la corretta valutazione del rischio in base alle caratteristiche della patologia (esistono circa quaranta tipi diversi di epilessia)». L’epilessia è, tra le malattie neurologiche, una delle più diffuse: interessa 1 persona su 100, quindi si stima che in Europa vivano circa 6 milioni di epilettici, 500mila dei quali solo in Italia. Uno dei problemi più rilevanti legati alla condizione dell’epilettico, prima che la malattia stessa, è il disagio sociale derivante dai pregiudizi e dalla larga disinformazione su questa patologia, a cui non a caso l’OMS ha riconosciuto lo status di patologia sociale. Lo sport, in tal senso, può essere un efficace strumento di integrazione per chi ne è affetto.

«Un epilettico che vuole praticare uno sport ha innanzi tutto un desiderio di normalità – afferma il presidente di FIN Veneto, Roberto Cognonato – come rappresentanti delle istituzioni sportive, abbiamo la responsabilità di mettere tutti nelle condizioni di esercitare un diritto, senza sentirsi limitati dall’imbarazzo, dalle paure, o dai pregiudizi sociali. Non esiste alcun tipo di ostacolo alla pratica sportiva, nemmeno per una disciplina a media potenzialità di rischio come il nuoto, esiste solo la necessità di avere al servizio personale tecnico competente. Per questo la nostra Federazione ha realizzato questo evento, che ha fornito preziosi strumenti didattici ai tanti istruttori presenti in sala. Purtroppo persistono alcune limitazioni a livello legale, come ad esempio la possibilità di somministrare farmaci consentita solamente a personale medico o ai famigliari: questa è una delle battaglie che le famiglie stanno portando avanti con l’obiettivo di rendere l’ambiente sportivo un luogo della normalità, dell’inclusione, e non della discriminazione. Come FIN siamo in prima linea nel perseguire questo obiettivo e confidiamo che l’evento promosso quest’oggi per il nuoto possa fungere da progetto pilota per abbattere le barriere in tutti gli sport».

Tra le autorità presenti all’Auditorium Cassamarca, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Treviso, il sindaco Giovanni Manildo e l’assessore allo sport Ofelio Michielan. «Garantire il diritto di fare sport a tutti è prerogativa di una buona comunità – ha commentato il sindaco -  tutti noi cittadini, infatti, siamo ugualmente in dovere di garantire questo diritto, mettendoci in gioco come in una staffetta, dove ognuno ha la propria parte di responsabilità per raggiungere il risultato. Sono fiero che questo convegno sia stato organizzato a Treviso, stimolando la conoscenza e favorendo la consapevolezza su un tema così importante, grazie anche al coinvolgimento di tanti soggetti e alle testimonianze di autorevoli relatori». «Incontri come quello di oggi ci aiutano ad interrogarci sul perché tanta gente non faccia sport – ha concluso l’assessore Michielan – a volte esistono ragioni che vengono nascoste per paura di essere giudicati, invece lo sport deve aiutare ad aprirsi, a condividere, a sentirci veramente tutti uguali». 

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