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D+ Ultracycling Dolomitica incorona Di Felice e la Rausch

Omar e Christina hanno trionfato nell'ultramaratona ciclistica conclusasi a Cordignano dopo 609 chilometri di gara (percorso allungato a causa del maltempo) e l'ascesa di 16 passi montani. Maglie tricolori per lo stesso Di Felice e la trevigiana Angela Perin

CORDIGNANO Chilometri e salite, pioggia e gelo. Un’impresa doveva essere, un’impresa è stata. Anche più intensa ed emozionante del previsto. La D+ Ultracycling Dolomitica, conclusasi nel pomeriggio di domenica a Cordignano, ha messo a dura prova atleti e organizzazione. Un forte maltempo si è abbattuto sui concorrenti nella seconda giornata di gara, quella del sabato, moltiplicando le difficoltà di una prova estrema già di suo. Il cattivo tempo (in quota i ciclisti hanno persino incontrato la prima neve di stagione) ha pure determinato una leggera modifica del percorso di gara (evitata, per il pericolo di frane, la zona del Molinetto della Croda). Il tracciato percorso dagli “eroi” della D+ Ultracycling Dolomitica è così risultato di 609 chilometri, tre in più del previsto. Molti i ritiri. E alla fine trionfo per Omar Di Felice e la tedesca Christina Rausch

DI FELICE CE N’E’ UNO – “Omar è stanco, ma va con la testa e il cuore”. Eccome, se va. Omar Di Felice ha conquistato la D+ Ultracycling Dolomitica con una prova da fuoriclasse. Romano, 34 anni, ex professionista, avvicinatosi al ciclismo da ragazzino sullo slancio delle imprese di Marco Pantani, Di Felice, lungo la sua strada, chilometro dopo chilometro, ha incontrato e superato ogni difficoltà: “Un errore di percorso, una foratura, persino un principio di congelamento. Ma, a differenza dell’anno scorso, ero in gran forma. Niente avrebbe potuto fermarmi”, ha commentato il nuovo re della D+ Ultracycling Dolomitica, che ha chiuso in 29 ore 57’32”. Nel 2014 era finito alla spalle del lussemburghese Ralph Diseviscourt e di Marzio Bruseghin. Questa volta, invece, la supremazia di Omar è stata netta e il bis della vittoria ottenuta in primavera alla Race Across Italy gli ha anche regalato il titolo italiano della specialità. Lo chiamano “Ultracycling Man”. Dubbi non ce ne sono: le ultramaratone in bicicletta hanno un re indiscusso che si è esaltato nelle difficoltà di quella che, non a torto, è stata definita la corsa ciclistica più dura al mondo. Secondo Luca Marcello (33h20’10”), terzo Matteo Ferrara (33h33’00”).                    

IL RITORNO DI CHRISTINA – La tedesca Christina Rausch – 39 anni, di Amburgo - ha scoperto la bicicletta appena tre anni fa. Nel 2013, alla seconda ultramaratona della carriera, ha vinto la 24 Ore di Nurburgring. Ma nel 2014 è stata coinvolta in un incidente stradale, mentre si allenava, che le ha fatto perdere l’intera stagione. La D+ Ultracycling Dolomitica era la gara di rientro e Christina non ha tradito le aspettative, chiudendo in 34h06’30”. Argento, in 37h41’59”, per la trevigiana Angela Perin, seconda come nel 2014. L’anno scorso l’atleta di Conegliano fu sconfitta dalla brasiliana Daniela Genovesi; questa volta invece si è dovuta inchinare alla supremazia della Rausch. Il suo secondo posto in classifica generale vale però la maglia tricolore. Una fatica ben ripagata.

IL DOTTOR SALA E GLI ALTRI -  L’attesissimo Massimiliano Sala, medico sociale del Manchester City, ha chiuso in 45h32’58”. “Un’esperienza incredibile, nulla di paragonabile con le pur grandi emozioni che mi fa provare la mia professione. Consiglio una prova di questo tipo a tutti i ciclisti”, ha detto il medico comasco. Il britannico Dominic Irvine ha concluso la prova in 36h24’58”: è stato l’unico atleta in completa autonomia ad essere giunto al traguardo. Nella prova a squadra, 28h23’55” per il team a quattro dell’Uc Vallà.  

IL TRICOLORE DELLA FATICA – La D+ Ultracycling Dolomitica si è sviluppata per 609 chilometri attraverso Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige. Il percorso ha attraversato sei province e 76 Comuni. Dei 606 km della D+ Ultracycling Dolomitica, 382 sono stati in Veneto (95 in provincia di Treviso, 9 in provincia di Vicenza, 278 in provincia di Belluno), 207 in Trentino-Alto Adige (187 in provincia di Trento e 20 in provincia di Bolzano) e 20 in Friuli-Venezia Giulia (tutti in provincia di Pordenone). I protagonisti della D+ Ultracycling Dolomitica hanno affrontato 16 passi montani e dolomitici, superando un dislivello complessivo di circa 16 mila metri. Prima asperità di montagna, il Combai-Madean-Pianezze (15,6 km, con pendenza media del 6,9%). Sono seguiti, il Monte Tomba Monte Grappa (21 km, 6,2%), il Passo Gobbera (5,7 km, 4,9%), il Passo Brocon (44,6 km, 2,7%), il Passo Manghen (23,3 km, 7,1%), il Passo San Pellegrino (13,2 km, 5,5%), il Passo Fedaia–iVIVIiTALY (16,4 km, 6,5%), il Passo Pordoi-Nova Ditex (12 km, 6,8%), il Passo Campolongo (4,5 km, 6%), il Passo Valparola–PowerBar (13,6 km, 5,8%), il Passo Giau-Air Dolomiti (8,6 km, 7,3%), il Passo Staulanza (7,7 km, 4,6%), il Passo Duran (8,9 km, 7,8%), Forcella Aurine (13,3 km, 5,9%), l’Alpe del Nevegal (10,3 km, 6,5%) e il Passo La Crosetta-Neiko (24,7 km, 2,1%). 

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