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Il Portomansuè "brucia" la Coppa

Sconfitta amara per i ragazzi di Marchetti che, nonostante il vantaggio iniziale, subiscono tre reti e lasciano la Coppa Italia al Montecchio

La Coppa prende l'autostrada per Montecchio Maggiore. Meritatamente. Eppure c'erano tutte le basi perché rimanesse nel trevigiano. Era la 30. edizione e le trevigiane, nelle 29 edizioni disputate, hanno alzato la coppa ben 12 volte mentre a disputare la finale sono state in 14 facendola da padrone. Non per nulla il record Veneto di vittorie spetta al Vittorio Veneto con 3 affermazioni. Con 2 vittorie seguono Conegliano 1907 e Liapiave. Insomma la Coppa dalla sua nascita nel 1991/92 è sempre stata di marca trevigiana. Ed era quanto si augurava ieri il Portomansuè per poi vedersela, nel triangolare finale, con la Virtus Bolzano e il Brian Lignano del Friuli Venezia Giulia. Poteva essere la realizzazione di un sogno: portare la Marca ad essere la provincia con più vittorie in assoluto in Coppa Italia di Eccellenza ma, dopo un avvio che prometteva meraviglie, per i trevigiani la partita si è trasformata in un incubo. Eppure entrambe le squadre erano giunte alla finale preparate. Certo, c'era stato il rinvio dal 6 a ieri a causa di alcuni casi di positività nel Montecchio e questo aveva creato tra i ragazzi di Marchetti un po' di scoramento ma la concentrazione era tornata subito alta.

La gara

Accade tutto nei primi 45'. Alla prima palla giocabile Furlan si invola sulla destra, salta un paio di avversari e invece di mettere in mezzo coglie di sorpresa Saggioro con un tocco di punta sul primo palo. 1 a 0 per il Portomansuè (ieri in tenuta nera) e strada che sembra in discesa. Ma l'euforia gioca un brutto scherzo. I vicentini si riprendono subito e Casarotto prende per mano i compagni e in 3' rimette tutto in gioco. Al 13' il capitano vicentino prende palla e tira in porta. La deviazione di Ton spiazza Keber e porta i vicentini sul pareggio. Il Portomansuè fa la frittata 3' dopo. Camara scivola e perde palla. Casarotto è lesto a recuperarla e con l'uomo a terra scarica un bolide sotto l'incrocio dei pali con Keber immobile. Tiro imparabile onestamente. Il Montecchio non si accontenta e al 27' con Talarico va vicino al tris facendo sbattere sul palo il suo diagonale a Keber ormai battuto. Al 30' il colpo del ko. Punizione da destra, la difesa trevigiana sbanda e Falchetto, lasciato tutto al limite dell'area, colpisce di collo pieno e manda la palla rasente il palo alla destra di Keber che non prende bene il tempo e si vede passare il pallone sotto il corpo. Il portiere trevigiano, non colpevole nei primi due gol, qui, invece non appare del tutto impeccabile. Come i suoi compagni in difesa che hanno lasciato completamente scoperta la zona dove si era appostato il numero 4 vicentino. Il Portomansuè ci prova con un paio di punizioni dal limite ma senza alcun risultato se non quello di ottenere un angolo.

La seconda frazione

Il primo tempo chiude di fatto la gara. Anzi, il Montecchio avrebbe anche potuto mettere a segno il poker e non ci sarebbe stato nulla da dire. Nella seconda frazione scendono in campo gli stessi 22 ma il Portomansuè sembra cominciare con un piglio diverso. Al 4' guadagna subito una punizione, ma la battuta di Furlan è abbondantemente alta. Il Montecchio si difende con ordine sfruttando il doppio vantaggio e ricorrendo alle ripartenze approfittando degli spazi liberi. Così al 17' Keber deve sventare il tentativo di entrata in area del solito Casarotto. L'unico acuto dei trevigiani arriva solo al 27' con un gran tiro da fuori di Pramparo che costringe Saggioro al miracolo alzando un bolide diretto sotto la traversa. Sugli sviluppi dell'angolo ancora bravo l'estremo vicentino a bloccare a terra il colpo di testa di Ton. Dopo il gol di Furlan è la prima e unica volta che Saggioro si sporca i guanti. Allo scadere sempre Furlan aggancia bene un pallone filtrante ma è fermato dalla segnalazione di fuorigioco. È la fine. Il Presidente della Lnd Giuseppe Ruzza, insieme al sindaco di Dolo, Gianluigi Naletto, consegna il trofeo al capitano del Montecchio mentre i trevigiani escono in lacrime e a testa bassa dal campo.

Il commento del mister

Poco da fare e pochissima voglia di parlare per Mister Marchetti dopo lo schiaffone preso in finale di Coppa Italia di Eccellenza. L'allenatore trevigiano è scuro in viso ma non si sottrae alle domande e riconosce i meriti agli avversari pur complimentandosi con i suoi per aver raggiunto la finale.
Mister, cosa è successo? «Ci è mancata la testa. Penso sia l'unico motivo. Non eravamo i soliti. Non è colpa del covid o di aver preso la partita sotto gamba. Semplicemente abbiamo pagato ogni singolo errore commesso. E in una finale secca se non sei concentrato fino anche ai rigori, gli errori li paghi cari. Paradossalmente è stata colpa del gol a freddo segnato da Furlan dopo 7'. Mi immaginavo che questo ci avrebbe caricato e spinto a chiudere la gara già nel primo tempo e invece questo ci ha deconcentrato. Poi sono venuti fuori loro. Pensavo che il gol segnato subito ci desse la carica giusta, invece, ci siamo abbassati subito e abbiamo fatto emergere le loro qualità. Il Montecchio è un'ottima squadra ma anche nel secondo tempo non siamo riusciti a creare nulla. È inutile trovare scuse. Non siamo riusciti se non nell'occasione del gol e del tiro di Pramparo a costruire un'azione degna di questo nome».
 

La delusione

La delusione è tanta, ma Marchetti non rimprovera nulla ai suoi, «è stato un onore giocarcela. Loro sono stati bravi sulle ripartenze, ma noi comunque non siamo stati i soliti giocatori che vediamo in campionato. È inutile accampare giustificazioni inutili. Meglio dimenticare subito questa partita e pensare alla ripresa del campionato col Montello fanalino di coda ma non per questo da sottovalutare, soprattutto dopo un periodo di stop così lungo».
Ovviamente, dispiace perdere così, ma la sconfitta «non cancella quanto di buono abbiamo fatto nel cammino in coppa. I ragazzi ci sono rimasti male, ma in partite così conta anche come ci si arriva e loro fisicamente ci sono stati superiori arrivando prima su ogni pallone. Questo ha fatto la differenza. Se noi abbiamo creato due occasioni limpide, loro potevano fare il quarto gol in almeno altre tre occasioni. Mi complimento con il Montecchio. Veramente una bella squadra».

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