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Another One Miami: un'esperienza da sogno all'American Airlines Arena

Il nostro tour della arene Nba si conclude a South Beach, in occasione della sfida tra Heat e Raptors. Tra i presenti anche il pugile Floyd Mayweather

MIAMI I Miami Heat sono una di quelle squadre che non hanno bisogno di presentazioni particolari. I successi degli ultimi anni, ben tre titoli su cinque finali raggiunte dal 2006 al 2014, sommati alla meravigliosa South Beach a fare da cornice, hanno aumentato la popolarità della franchigia nel mondo. La famosa Heat Nation conta ormai milioni di fan e migliora di anno in anno, poco importa se dopo l’addio di Lebron James nel 2014 i risultati ottenuti sul campo non sono stati eccezionali. Quest’anno coach Spoelstra, uno dei migliori allenatori della Lega, ha comunque portato gli Heat ai playoffs, dove è arrivata l’eliminazione per mano degli ambiziosi Sixers del nostro Marco Belinelli. Ciò detto, si dà il caso che fossimo presenti all’ultima partita di Regular Season contro i Toronto Raptors e, come al solito, le sorprese non sono mancate. Il match è in programma alle 20, ma già nel tardo pomeriggio l’area agli inizi di Downtown su cui si erge l’American Airlines Arena si riempie di tifosi e comitive di turisti arrivati in corriera per assistere alla gara. Fatti i controlli di rito, entriamo durante il riscaldamento. Da una parte c’è DeMar DeRozan impegnato al tiro da tre punti con il suo preparatore, dall’altra il simbolo di Miami, Dwyane Wade, tornato a vestire la casacca degli Heat dopo un anno e mezzo trascorso tra Chicago e Cleveland. Insomma, potrebbe andare peggio. Al termine di una presentazione delle squadre in grande stile, inizia la partita ed è Toronto a farla da padrone. Come spesso capita però, lo spettacolo vero è sugli spalti, infatti, è impressionante il rumore assordante generato dai classici cori “Defense, Defense” e “Let’s go Heat”, che uniti al colore rosso fuoco presente in tutto il palazzo regalano una sensazione unica agli spettatori paganti.

Miami Heat

Al resto ci pensa il noto DJ Khaled, uno dei personaggi più influenti della musica mondiale, che quando si siede a bordocampo assieme al figlio Asahd scatena l’euforia dei fan. Si va all’intervallo con i Raptors che conducono 53-47, Miami rimane dunque pienamente in partita nonostante l’avvio poco esaltante. Scendendo nelle prime file per assistere alla premiazione di Tony Fiorentino, storico assistente allenatore degli Heat, ci imbattiamo in un personaggio che pare familiare. In effetti, guardando con attenzione, quella figura si rivela essere il leggendario pugile Floyd Mayweather, in compagnia della sua nuova fiamma e ben poco interessato alla partita. La security che lo circonda mette semplicemente paura, complice anche il fatto che il buon Floyd è stato vittima di una sparatoria qualche giorno prima. Dopo un timido cenno di stima rivolto al boxer, torniamo a goderci la partita che gli Heat rimontano grazie ad un eroico Wayne Ellington, 32 punti in uscita dalla panchina. Si va dunque all’overtime, il pubblico si scalda perché sa che una vittoria contro la prima della classe può infondere fiducia alla squadra e migliorarne il piazzamento in vista dei playoffs. I tempi supplementari regalano ulteriore adrenalina, ma gli errori dei Raptors al tiro consentono a Miami di piazzare l’allungo decisivo e portare a casa la vittoria: 116-109 il punteggio finale. Fantastica la scena nel finale, quando Udonis Haslem e Dwyane Wade, compagni di squadra da una vita, si lanciano champagne a vicenda per festeggiare la quindicesima stagione in NBA appena conclusa. Come da prassi, nel finale ci dirigiamo nello spogliatoio dei Miami Heat, che si può tranquillamente definire una suite visto l’arredamento lussuoso a tinte rossonere. A parlare ai media c’è James Johnson, 11 punti e 6 rimbalzi, soddisfatto della prestazione ma con la testa già rivolta alla post season. Uscendo dall’American Airlines, una vista mozzafiato che dà su Miami Beach ci regala l’ultimo brivido, dando il degno finale alla nostra esperienza nelle Arene Nba, almeno per ora.

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