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Nuovo Dpcm, il grido dei gestori delle palestre: «Fateci riaprire, il settore è in ginocchio»

«Tutti noi del comparto palestre vogliamo tornare a lavorare. Nel caso però di una riapertura a primavera inoltrata si creerebbe un ulteriore danno»

Dopo la pubblicazione dell'ultimo Dpcm, in vigore da oggi, restano ancora nuovamente chiusi palestre, piscine e impianti sciistici. Una scelta, quella del Governo Draghi, che non ha colto di sorpresa gli imprenditori del comparto dello sport, oramai sempre più delusi dal fatto di non poter riaprire le loro attività nonostante il totale rispetto dei protocolli di sicurezza anti-Covid.

Se solo due settimane fa si auspicava una riapertura "a breve", oggi il destino di palestre e centri sportivi  (a causa della variante inglese del virus) è invece oltremodo triste. Secondo le indicazioni degli esperti del Cts, infatti, si dovrebbe poter riaprire solo quando il numero di contagi sarà sceso sotto la soglia di guardia di 50 casi per 100mila abitanti, scenario che permetterebbe alle regioni che riuscissero a raggiungerlo di passare in fascia bianca. Un traguardo, questo, ancora lontano per un territorio come quello veneto.

«Come palestre ormai siamo chiusi da ottobre. Dunque, sono 125 giorni che il Governo si è dimenticato di noi - dichiarano mestamente ai nostri microfoni Denis Campagnaro e Matteo Springolo, responsabili del CrossFit Postumia e delle palestre MyGym a Treviso - Se guardiamo ai ristori ricevuti, questi sono davvero irrisori se confrontati con le perdite che per noi sono oggi arrivate fino all'85%. I danni sono dunque ingenti, ma non per questo smettiamo di credere nel nostro lavoro. Proprio per questo negli ultimi mesi abbiamo deciso, nonostante i vari Dpcm a noi contrari, di continuare i lavori preparatori all'apertura della nostra nuova palestra MyGym City (ex Academy) lungo il Terraglio a Treviso, a pochi metri  da Cisalfa. Si tratta di una struttura chiusa da ormai diversi anni su cui però abbiamo voluto investire dando anche un focus principale alle componente della sala pesi e del crossfit. Il Covid, purtroppo, ci ha poi costretti a rallentare proprio sul nascere, ma ora puntiamo a farci trovare pronti per quando il Governo deciderà di farci riaprire ufficialmente».

A preoccupare Springolo e Campagnaro sono però anche le modalità con le quali verranno riaperte le palestre: «Nel caso di una riapertura con spogliatoi chiusi, accessi contingentati e orari limitati, il danno economico continuerebbe ad essere ingente e, magari, la spesa per ripartire potrebbe essere più alta degli incassi. Basti pensare che molte attività come la nostra hanno da tempo bloccato gli abbonamenti. Dunque, alla ripartenza, ci troveremo ad iniziare ad effettivamente incassare non prima di qualche mese».

Un pensiero, questo, condiviso anche dal 50enne Renato Orazio della palestra Maenphis di Ponzano Veneto: «Riaprire tanto per fare a primavera inoltrata sarebbe deleterio. Vuol dire andare incontro ai mesi "morti" estivi e, dunque, a minori incassi. Bisognerà quindi capire l'eventuale convenienza. Di certo non voglio abbandonare i miei clienti e gli amanti dello sport in generale, ma ad oggi parliamo di circa 130 mila euro di danni tra spese vive e mancato incasso. Da oltre trent'anni sono in questo settore e da 14 gestisco la palestra Maenphis, ma una disorganizzazione tale non l'avevo davvero mai vista - chiosa Renato - Sembra che ai livelli alti della politica si siano dimenticati di noi. Forse, a Roma c'è un disegno di modifica totale di quelle che sono le associazioni sportive odierne. Un programma che probabilmente mira a nuovi controlli, anche fiscali, per una più ampia regolarizzazione delle palestre. Perciò, posso dire che per me è oramai giunta la fine dell'era della gestione delle palestre come la conosciamo ora».

Caustico anche il commento di Yuri, titolare della palestra Dorian Gray di Maser, da mesi in battaglia contro le "non" decisioni del Governo: «Quanto riportato nel Dpcm di ieri sera è soltanto l'ennesima delusione per tutto il nostro settore, ormai finito nel dimenticatoio. Solo la mia attività ha subito perdite per 120 mila euro. Se pensano che farci riaprire tra un mese, o persino oltre, possa essere per noi vantaggioso si sbagliano di grosso. Noi certamente riapriremo, anche perché non vogliamo abbandonare i nostri sportivi, ma non si può continuare così, con rinvii di mese in mese. Ci vuole certezza!». Una situazione, quella delle palestre, talmente difficoltosa che il prossimo martedì 9 marzo alle ore 14, in Piazza Montecitorio a Roma sotto la sede del Parlamento, si terrà una manifestazione nazionale da parte delle varie categorie del mondo dello sport. Un modo, questo, per lanciare ancora una volta un grido di aiuto nei confronti di uno Stato considerato "assente".

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