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Violenze in città: «Le risse danneggiano l'immagine di Treviso»

Il sindaco continua la sua personale battaglia contro quei ragazzi che sabato scorso si sono trovati in centro storico per una rissa organizzata che potrebbe anche riproporsi nella giornata di domani

«Le risse, e gli atti di violenza in genere, danneggiano l'intera immagine, il turismo ed il commercio di Treviso». A dirlo è il sindaco Mario Conte che, anche oggi, continua la sua personale battaglia contro quei ragazzi che sabato scorso si sono trovati in centro storico per una rissa organizzata che potrebbe anche riproporsi nella giornata di domani, almeno stando agli inviti che corrono all'interno di social network come Tik Tok, Instagram e Telegram. Il tutto nonostante siano già stati individuati dalla Polizia Locale i primi quattro responsabili (tutti minorenni residenti fuori comune e ora accusati del reato di rissa) di quanto accaduto.

«La Polizia Locale sta continuando a visionare le immagini delle telecamere di videosorveglianza e delle bodycam degli agenti in quel momento in servizio, anche in borghese, durante i tafferugli. I responsabili saranno dunque presto chiamati a rispondere dei loro comportamenti e sentiremo cosa avranno da dire loro ed i rispettivi genitori. In questo mondo chi sbaglia paga - continua il primo cittadino trevigiano - Questa della violenza è una partita che si vince di squadra, coinvolgendo gli istituti scolastici e l'Azienda sanitaria, ma soprattutto responsabilizzando le famiglie che dovrebbero tornare ad essere quel luogo dove i ragazzi ricevono l'educazione di base, tanto da farli diventare dei cittadini modello. E' però evidente che oggi manca il passaggio dell'educazione ai figli. Noi non possiamo sostituirci ai genitori, ma vogliamo capire da loro come pensano di intervenire. Nel nostro ambito continueremo comunque a mettere a disposizione dei ragazzi, per il loro sfogo, campi sportivi, teatri e cinema».

«Questi ragazzi violenti devono capire che gli errori che commettono oggi avranno ripercussioni anche gravi sul loro futuro, anche lavorativo - conclude Conte -In tutto questo, poi, stanno lasciando dei segni indelebili della loro persona all'interno dei social network attraverso video e foto. Questo, un domani, potrebbe costare loro magari una assunzione. E' dunque fondamentale che capiscono la gravità dei loro comportamenti e la comunità è pronta per aiutarli. Ma per farlo devono essere loro i primi ad aiutare il prossimo, magari assistendo gli anziani bisognosi o ripulendo la città dai rifiuti, fino a sistemare i parchi giochi. Devono mettersi in gioco e capire che hanno sbagliato».

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