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Martedì, 30 Aprile 2024
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Assunzione di Maria: il Vescovo prega per la città

Mons. Tomasi: "Maria benedica questa città perché diventi spazio di solidarietà, giardino di pace e laboratorio di futuro”

“Noi, oggi, torniamo presso Maria, donna straordinaria, nel giorno in cui facciamo memoria liturgica della sua assunzione al cielo, per rinnovare la gratitudine e la lode”: si è espresso così il vicario .generale della diocesi di Treviso, mons. Giuliano Brugnotto, nell’omelia per la solennità dell’Assunzione della beata Vergine Maria al Cielo, celebrata nella basilica di Santa Maria Maggiore. Presenti il sindaco, Mario Conte, il presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Iannicelli, numerosi consiglieri comunali e il colonnello Gianfilippo Magro, comandante provinciale dei Carabinieri di Treviso.

Il Vicario, che per questa celebrazione ha sostituito il Vescovo, ancora convalescente dopo l’intervento alle ginocchia, ha sottolineato proprio il carattere del ringraziamento insito nel gesto del sindaco, che si è ripetuto all’inizio della celebrazione: il dono del cero votivo a Maria a nome di tutta la città. Un ringraziamento dalle origini antiche, per la pace in questa città, rivolto a Maria presso l’affresco attribuito a Tomaso da Modena e salvato dalla distruzione nel XVI secolo. Ringraziamento rinnovato alla fine della seconda guerra mondiale del secolo scorso, che il 13 marzo 1945 rovinò la navata centrale e oltre metà della facciata.

“Parole di gratitudine e sentimenti di gioia pervadono oggi i testi della Sacra Scrittura – ha ricordato mons. Brugnotto -. Ma è soprattutto il racconto evangelico a farci entrate nella lode e nella letizia, con l’incontro tra due donne: l’anziana Elisabetta e la giovanissima Maria di Nazaret. È l’incontro tra l’antico e il nuovo Testamento. Entrambe portano in grembo un figlio: il futuro Giovanni Battista e il futuro Gesù”.

“Nelle vicende trasmesse a noi dalla Bibbia – ha sottolineato il Vicario -, quando gli uomini sono fragili, o sono corrotti, o sono assenti del tutto, in queste circostanze entrano in scena le donne. All’epoca di Maria ed Elisabetta, il popolo di Israele stava vivendo un tempo di crisi; un tempo nel quale la fede ristagnava; un tempo di stanchezza. L’incontro di due donne riaccende la speranza per il futuro del popolo d’Israele; ora noi sappiamo che la speranza si è riaccesa per l’intera umanità. Nell’umanità di colui che si sta formando nel grembo di Maria, Dio è venuto a visitare il suo popolo”.

“Proprio perché Maria non giace nella tomba o nelle ceneri di un cimitero - come accade per ogni uomo e donna di questo mondo - ma vive presso il Figlio, la sua preghiera è potente. Rivolgiamoci a Maria con fiducia di bimbi, come ha scritto il vescovo Michele nella preghiera - l’invito di mons. Brugnotto -. Lodiamo il Signore con Lei perché anche in questo lungo tempo di pandemia non è venuta meno la speranza. E guardando alla ripresa del lavoro e delle attività economiche come pure della scuola, preghiamo ancora con le parole del Vescovo:

Santa Maria, Madre carissima,

benedici e proteggi la nostra città, perché diventi

spazio di solidarietà,

giardino di pace,

laboratorio di futuro.

Per tutti. Insieme.

Santa Maria, madre carissima,

prega per noi".

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