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Casa Fenzi, via alla prima autopsia su un 93enne morto di Covid

Si tratta di Gianantonio Baccin, 93enne ospite della casa di riposo. Lunedì esposto della Uls 2 nei confronti della Rsa. Benazzi: «Siamo stati infangati ingiustamente»

Questa mattina, 25 aprile, il patologo Andrea Cirnelli, coadiuvato dal dottor Luigi Di Donato, direttore medici del reparto Covid dell'ospedale di Jesolo, eseguirà a Padova la prima autopsia sul corpo di Gianantonio Baccin, 93 anni, uno degli ospiti di Casa Fenzi. 

Nei prossimi giorni verranno eseguito il post mortem di Angelo Fantucchio, 54 anni, il primo operatore sanitario stroncato a Treviso dal Coronavirus. Tutto nell'ambito dell'inchiesta aperta dal sostituto procuratore Anna Andreatta. In Nas dei carabineri ieri hanno intanto acquisito tutta la documentazione relativa alle cartelle cliniche degli anziani morti nelle Ras e i protocolli di sicurezza adottati.  Lunedì mattina, assistita dallo studio Barel & Malvestio, la Uls 2 depositerà in Procura a Treviso il proprio esposto contro Casa Fenzi. "Cosa c'è scritto dentro? Quello che hanno dichiarato ai giornali, né più né meno" chiosa il direttore generale Francesco Benazzi. Che aggiunge: «Siamo stati infangati ingiustamente. Il presidente di Casa Fenzi ci ha impropriamente accusato di non aver attuato tutte le misure di precauzione. Sbagliato, possiamo dimostrare di aver fatto tutto quello che c'era da fare e aver agito sempre correttamente».

«Il 19 marzo - spiega Benazzi - avevamo chiesto a tutte le case di riposo di darci un feedback sull’attuazione dell’isolamento ma la risposta di Casa Fenzi è arrivata il 18 aprile. Poi il 15 aprile il presidente ci ha scritto dicendoci che perduravano varie difficoltà». «Evitiamo di lanciare accuse che alla prova dei fatti vengono sistematicamente smontate» tuona Benazzi. E anche sulla distribuzione di mascherine e dispositivi di di protezione i vertici della Usl 2 decidono di mettere i proverbiali puntini sulle "i". «Nei 20 giorni di picco dell’emergenza si faticava a trovarli, i distributori erano erano sommersi dagli ordini e aveva loro stessi dei problemi a reperirli. La Regione era costretta a minacciare per ottenere qualcosa – conclude Benazzi – il 7 aprile, però, abbiamo chiesto a tutte le Rsa di farci avere il quadro del fabbisogno. E a Casa Fenzi, in particolare, abbiamo fornito tutto quello che ci era stato richiesto».

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