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Chirurgia: «Interventi aumentati del 40,6% ma servono anestesisti»

Restano da recuperare oltre 16mila interventi nella Marca: «Possibile farli tutti entro fine anno» dicono i primari dell'Ulss 2 Silvio Demitri, Marco Massani, Claudio Melchior e Andy Bertolin

Nonostante l'emergenza Covid l'attività chirurgica degli ospedali trevigiani non si è mai fermata e, nel 2021, ha registrato un +40,6% di interventi rispetto all'anno precedente. Restano però oltre 16mila operazioni da recuperare nella Marca. «Se da febbraio il Covid allenterà la pressione sugli ospedali e l'attività chirurgica tornerà a pieno regime, contiamo di farli tutti entro quest'anno».

A dirlo sono i primari dell'Ulss 2: Silvio Demitri, Marco Massani, Claudio Melchior e Andy Bertolin, intervenuti giovedì 27 gennaio insieme al direttore generale, Francesco Benazzi, dalla sede di Villa Nini Carisi a Treviso. «Anche in piena emergenza, la riabilatazione post-operatoria è sempre stata garantita - esordisce Benazzi - Il delta degli interventi effettuati nel 2021 si è mantenuto positivo in tutti i reparti salvo per il reparto di Ginecologia di Conegliano dove sono stati 36 gli interventi in meno rispetto all'anno precedente a causa dell'assenza del primario. Purtroppo rimangono ancora molti interventi da recuperare perché molti pazienti in attesa quando vengono chiamati dai nostri operatori risultano positivi al Covid e quindi le loro operazioni vengono rimandate e restano in sospeso. Il vero problema - spiega Benazzi - è però la mancanza di anestesisti: ne mancano 28 in tutta l'Ulss 2 ma siamo pronti ad assumerne di nuovi non appena terineranno la scuola di formazione. A Treviso sono 68 gli anestesisti in servizio, 65 negli altri ospedali della provincia». La parola è poi passata ai 4 professionisti dell'Ulss 2: «I miei gioielli - li ha definiti Benazzi - Sono professionisti altamente qualificati con migliaia di ore lavoro alle spalle e dalle doti umane innegabili nel rapporto con i pazienti. È giusto che i cittadini conoscano anche il lavoro fatto finora da questi professionisti sempre in prima linea».

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Il dottor Silvio Demitri (foto sopra) direttore dell'Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale di Treviso, commenta: «I primi mesi del 2020 sono stati senza dubbio i più difficili dal punto di vista ospedaliero. Molte sale operatorie erano state convertite in posti di terapia intensiva per far fronte ai ricoveri ed eravamo costretti a operare nel reparto di Ortopedia. Il personale infermieristico, soprattutto in quest'ultima fase, ha avuto un carico di lavoro devastante. La grande svolta è stata riuscire a non fare entrare il virus nelle aree chirurgiche permettendoci di lavorare in sicurezza anche negli interventi eseguiti su pazienti Covid positivi. Ora ci auguriamo che il ritorno alla normalità possa avvenire nel più breve tempo possibile».

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Il dottor Marco Massani, direttore del reparto di Chirurgia 1 dell'ospedale di Treviso, aggiunge: «La nostra priorità, anche nel pieno della pandemia, è stata quella dei pazienti neoplastici. Tutti gli interventi oncologici sono stati eseguiti nei tempi previsti. Il ritorno alla normalità era partito dopo la fine dell'estate 2020, eravamo riusciti a passare da 40mila interventi da recuperare a soli 8mila. La quarta ondata ci ha portato a un nuovo rallentamento dei programmi e gli interventi in agenda sono diventati 16mila. La speranza è di tornare a lavorare a pieno regime già dalla fine di febbraio».

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Il dottor Claudio Melchior, direttore dell'Unità operativa complessa del reparto di Ortopedia e Traumatologia all'ospedale di Conegliano ha poi continuato: «Nel nostro ospedale si sono concentrati tutti gli interventi non Covid dal momento che Vittorio Veneto era diventato Covid hospital. Abbiamo garantito le operazioni più urgenti: durante la pandemia sono aumentate le richieste di intervento per patologie traumatiche. Le sale operatorie sono rimaste aperte anche 12 ore al giorno, festivi compresi in caso di operazioni urgenti. Siamo pronti a tenere questi ritmi anche nei prossimi mesi per smaltire gli interventi arretrati, sempre però in base alla disponibilità degli anestesisti».

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A chiudere gli interventi il dottor Andy Bertolin dell'Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Vittorio Veneto, al momento ancora ospitata nell'ospedale di Conegliano: «Contiamo di tornare al più presto a Vittorio Veneto nell'ala del settimo piano che ospiterà i nostri pazienti, completatamente rinnovata dopo i lavori di restauro. Stiamo già pensando al futuro con l'idea di portare a Vittorio Veneto la Chirurgia maxillo-facciale e la presenza di un nuovo chirurgo estetico. L'Ortopedia è stata la prima ad essere aperta in Veneto ed è tutt'oggi un'eccellenza a livello regionale. Chiaro è che fino a quando resterà ospedale Covid tutti questi reparti non potranno tornare a pieno regime. Speriamo di poterlo fare al più presto».

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