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Fase 2, lo sfogo del sindaco di Treviso: «Sono molto deluso dal Governo»

Mario Conte commenta con parole dure l'ultimo Dpcm presentato nella serata di domenica 26 aprile. «I cittadini non potranno neanche acquistare un paio di mutande dopo due mesi di chiusure»

«Mi chiedo dove sia la "Fase 2". Sono deluso, molto deluso, dai contenuti del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. I cittadini, i lavoratori, le famiglie di fatto vengono ancora stangati nonostante tutti gli sforzi fatti restando nelle proprie abitazioni, in molti casi nella solitudine più totale e nella sofferenza».

Inizia con queste parole lo sfogo del sindaco di Treviso, Mario Conte, contro l'ultimo Dpcm presentato domenica 26 aprile dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. «Ci sono alcune norme che non stanno in piedi e non lo dico per fare polemica ma, permettetemi una considerazione, salire su un autobus in 20 e non poter andare in negozio da soli e con tutte le precauzioni del caso è pura contraddizione. In Veneto l'emergenza sanitaria è stata gestita in maniera magistrale - osserva il primo cittadino - sia negli ospedali che nella sensibilizzazione della gente al rispetto delle misure d'urgenza. I cittadini si sono adeguati, hanno collaborato e si sono dimostrati solidali e responsabili. Penso che ora, ogni Regione, debba poter gestire la ripartenza nel proprio territorio in base alle specifiche necessità, in base ai bisogni di un preciso contesto economico, produttivo e sociale. Non possiamo aspettare il 18 maggio, il 1 giugno o chissà quando. Non è nemmeno possibile nascondersi dietro i codici Ateco: chi è in sicurezza deve poter riaprire. Da due mesi le nostre giornate sono scandite da brutte notizie e proprio quando vediamo uno spiraglio di luce arriva quella che voglio definire una vera e propria beffa. In Veneto e nel nostro territorio abbiamo fatto e stiamo facendo di tutto per aiutare e aiutarci. Ogni giorno lavoriamo per programmare la ripresa, riflettendo sul breve, medio e lungo termine. Sgravi su tributi e imposte, parcheggi gratuiti, approvazione del rendiconto anticipata per liberare 5 milioni per la nostra comunità, sospensione dei canoni d'affitto per gli immobili comunali, servizi per gli anziani, organizzazione dei centri estivi in tutta sicurezza: queste sono solo alcune delle misure adottate dall'8 marzo per aiutare i trevigiani. Purtroppo, dopo l'annuncio di domenica sera, ci ritroviamo intere categorie che prima di un mese non possono tornare a lavorare e i cittadini che, anche la prossima settimana, non potranno neanche acquistare un paio di mutande dopo due mesi di chiusure. Negozianti, parrucchieri, estetisti, ristoratori, baristi hanno tutte le ragioni del mondo. Così come i rappresentanti del mondo scolastico e di quello economico! Non una parola su famiglie, su lavoratori, su cultura e su turismo. Non possiamo più aspettare e, ve l'assicuro, mi farò sentire a tutti i livelli. Non ho intenzione di restare fermo. Non c'è più tempo» conclude Conte.

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