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Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Giornata in ricordo delle vittime Covid: «Il virus non c'è più ma è impossibile dimenticarlo»

Lunedì 18 marzo, all'ospedale Ca' Foncello, la commemorazione alla presenza del direttore generale dell'Ulss 2, Francesco Benazzi, e del sindaco di Treviso, Mario Conte. «Il pensiero va agli operatori sanitari che hanno perso la vita per curare i pazienti»

Oggi, lunedì 18 marzo, è la Giornata Nazionale per le vittime del Covid, istituita per ricordare tutte le persone decedute a causa della pandemia scoppiata nel marzo del 2020. Alle ore 13, nel giardino del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Ca' Foncello, il direttore generale dell'Ulss 2, Francesco Benazzi e il sindaco di Treviso, Mario Conte insieme ad autorità e amministratori della Marca si sono radunati davanti al gingko biloba e alla targa posizionati nel giardino dell'Unità operativa per un momento di raccoglimento e preghiera dedicato non solo a chi ha perso la vita a causa del Covid ma anche al dolore e coraggio delle loro famiglie, alla dedizione di tutto il personale del mondo della sanità e al ricordo dell'impegno di tutti coloro che si sono spesi nel corso dell'emergenza.

Il direttore generale Benazzi commenta: «Oggi è una giornata importante, dedicata al ricordo. Due anni e mezzo di pandemia non si potranno mai dimenticare. Ringrazio il sindaco e l'amministrazione comunale per la loro presenza. Il pensiero va ai nostri operatori sanitari, eroi della pandemia, che hanno perso la vita per curare i pazienti ricoverati. Oggi il Covid non c'è più, negli ospedali della provincia non abbiamo più nessun ricoverato positivo al virus. Speriamo solo non arrivi qualche altra forma virale simile in futuro. Grazie ai fondi stanziati dalla Regione i posti nelle terapie intensive e semintensive ci danno oggi molta più serenità. La speranza è che una tragedia come quella del Covid non si verifichi mai più».

Il messaggio di Zaia

Il presidente della Regione Veneto, in una nota ufficiale, ha aggiunto: «Sono trascorsi quattro anni dal giorno in cui un’esperienza drammatica ha bussato alle porte contrassegnando per lunghi mesi la nostra vita. Nel dire queste parole non posso non parlare da presidente della regione in cui sono transitate le prime persone nel panorama nazionale di cui è stato acclarato il contagio e, soprattutto, che ha tristemente registrato il primo decesso a causa del Covid; l’inizio di una lunga serie di morti, oltre 17mila, che nei giorni più bui della pandemia sembrava non dovesse avere fine. A queste vittime rivolgo un pensiero, e anche alle loro famiglie, provate da un così grande dolore in circostanze che, spesso, non hanno consentito nemmeno il minimo conforto di un addio. Contemporaneamente esprimo la mia vicinanza a chi ha sofferto con la malattia e i ricoveri, vincendo il male ma affrontando una lunga e impegnativa ripresa. Oggi è l’occasione per confermare gratitudine e ammirazione a sanitari: medici, infermieri e operatori che, in prima linea, hanno messo a rischio la loro vita per gli altri. Con essi le Forze dell’Ordine, le Forze Armate, la Protezione Civile, il grande esercito dei volontari, i lavoratori esposti al contatto con il pubblico in servizi essenziali, tutti i cittadini che nel rispetto delle regole hanno contribuito a superare un simile flagello. La resilienza della nostra comunità rimarrà nel nostro bagaglio di società che guarda al futuro».

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