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Lunedì, 29 Aprile 2024

Una folla per Anila, il fidanzato: «Ti ho amata, ti amo e ti amerò per sempre»

Almeno 700 tra parenti, amici e colleghi hanno partecipato stamattina, 22 novembre, al funerale dell'operaia a Miane. La madre è stata colpita da un malore. Il fratello: «Mi mancherà vederti esultare per i miei gol». Il parroco don Dassiè si è scagliato contro gli "avvoltoi"

«Ti ho amata, ti amo e ti amerò per sempre»: sono le parole con cui Michael ha chiuso la lettera dedicata alla sua fidanzata, Anila Grishaj, la capolinea della "Bocon" di Pieve di Soligo tragicamente scomparsa lo scorso 14 novembre in un tragico incidente sul lavoro e di cui oggi, 22 novembre, a Miane, in una chiesa parrocchiale gremita di almeno 700 persone (molte costrette ad attendere fuori), si sono svolti i funerali. In prima fila, a pochi passi da una bara di legno chiaro sormontata da un cuscino di rose bianche e rosse, i genitori Agustin e Marjana, il fratello Aurelio, i parenti, i sindaci di Pieve e Miane, Stefano Soldan e Denny Buso. Al termine della celebrazione officiata dal parroco di Miane, don Maurizio Dassiè, sono intervenuti oltre al fidanzato di Anila (ha ricordato come stessero per andare insieme a convivere dopo sei anni di fidanzamento) anche il fratello, alcune amiche e un cugino, scoppiato più volte in un pianto commosso. «Guardando sugli spalti, dopo ogni mio gol, mi mancherà vedere i tuoi ricci»: ha detto Aurelio, tra le lacrime. La madre di Anila, vinta dall'emozione, ha avvertito un malore prima che il feretro venisse trasportato presso il locale cimitero.

Don Maurizio, durante la sua omelia in cui ha definito l'episodio «un lutto che mette a dura prova la nostra fede», si è stretto attorno alla famiglia della 26enne, scagliandosi contro gli "avvoltoi", identificati negli organi di stampa, ma non ha fatto alcun cenno ne' all'incidente, ne' all'azienda in cui la ragazza lavorava e tantomeno al presunto responsabile della tragedia, un collega che avrebbe azionato il macchinario che ha causato la morte della donna. «Possiamo pregare perché cambino i cuori degli uomini e delle donne e delle nostre istituzioni, possiamo pregare perché la morte di Anila non sia raccontata dalla stampa come una forma di vampiraggio, perché la nostra parola può creare e distruggere, umiliare e ferire. Solo con l’amore e l’affetto si crea con verità qualcosa che non verrà mai meno» ha detto il sacerdote «lottate contro la morbosità volgare dei giornali, amate la vita rispettando sempre gli altri». Presenti all'esterno della chiesa anche alcuni carabinieri e poliziotti: si temevano, dopo quanto avvenuto alcune ore dopo la tragedia all'esterno dello stabilimento della Bocon (alcuni componenti della famiglia avevano dato in escandescenze), eventuali intemperanze che tuttavia non ci sono state. A giornalisti, telecamere e fotografi, per volontà della stessa famiglia, sono state tuttavia sbarrate le porte della chiesa.

Venerdì 24 novembre alle 20.30 si svolgerà a Vergoman, frazione in cui la 26enne viveva con la sua famiglia, si svolgerà una fiaccolata per ricordare Anila. Il corteo partirà dalla chiesetta di Sant’Antonio per proseguire fino alla chiesa arcipretale di Miane.

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