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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Ottant'anni fa il bombardamento del Venerdì Santo, Luca Zaia: «Treviso sfigurata divenne l’icona di tutte le città venete ferite dalla guerra»

Il 7 aprile del 1944 il capoluogo della Marca fu investito da una pioggia di bombe lanciate dalle fortezze volanti degli alleati. Il governatore: «Conclusi i giorni dell’orrore e avviato il periodo di pace più lungo della nostra storia, tutto la nostra regione divenne il simbolo di una rinascita basata su quella solidarietà e quella voglia di ricostruire che sono state il motore di un progresso sociale e di un benessere diffuso senza precedenti»

Esattamente 80 anni fa Treviso subì un devastate bombardamento. L'azione, condotta dalle fortezze aeree americane avvenne il giorno di venerdì santo, che fu definito dai giornali del tempo "passione di Cristo e di Treviso". L'incursione, molto breve e devastante, fu segnalata dalle sirene antiaeree intorno alle 13.00 e si protrasse dalle 13.24 alle 13.29: furono sganciate circa 2.636 bombe con obiettivo la stazione ma si sparsero su gran parte della città. Interi quartieri residenziali furono rasi al suolo dalle bombe e dagli incendi; le macerie continuarono a fumare per due settimane. Le ricerche delle vittime continuarono a lungo e fu necessario l'utilizzo di calce e disinfettante per limitare gli effetti della decomposizione dei corpi.

«Dalle rovine di Treviso distrutta, alla fine del secondo conflitto mondiale è scaturita una spinta alla crescita sociale e alla ricerca della Pace come valore universale. Ricorre l’ottantesimo anniversario da quel 7 aprile del 1944, giorno del più tragico bombardamento della città, ma da tutto il mondo, purtroppo anche dalla nostra Europa, giungono immagini che confermano come per tantissime persone il dramma della guerra, della morte sotto le bombe e della distruzione sia ancora una realtà quotidiana. Ricordare oggi le vittime di quella immane incursione aerea sarebbe un gesto privo di senso se non fosse animato dalla convinzione che il mondo ha bisogno della Pace». Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha commentato il primo e più drammatico bombardamento che colpì Treviso.

«Ottant’anni fa la pioggia di bombe, in pochi minuti, lasciò in quel che restava della città circa 1.600 morti, tra cui 123 bambini, e migliaia tra feriti e sfollati, distrusse pregevoli edifici e opere d’arte tra le più preziose – continua il Presidente -Treviso, sfigurata, divenne l’icona di tutte le città venete bombardate. Ma, conclusi i giorni dell’orrore e avviato il periodo di pace più lungo della nostra storia, tutto il Veneto fu anche simbolo di una rinascita basata su quella solidarietà e quella voglia di ricostruire che sono state il motore di un progresso sociale e di un benessere diffuso senza precedenti che ci ha fatto vivere in uno dei distretti produttivi più importanti per l’economia mondiale».

«Sono una sessantina i focolai di guerra in tutto il mondo, tra questi l’Ucraina e il Medio Oriente sono quelli più vicini e quindi più allarmanti e con la maggiore copertura mediatica – conclude il presidente Zaia -. La vera aspirazione dei Veneti rimane il messaggio che da secoli è impresso nella nostra bandiera, l’unica su cui è scritto ‘Pace’. Con questo sentimento, proprio della nostra gente, in quest’anniversario rivolgo commosso il pensiero a tutti i trevigiani caduti, ai loro familiari e ai pochi testimoni di tanto orrore ancora tra noi».

Una immagine della città dopo il bombardamento americano

Al ricordo del presidente della Regione Veneto fa eco quello del comitato contro la guerra di Treviso - di cui fanno parte Adl Cobas Treviso, Anpi Treviso, Arci Treviso, Auser - Cittadini del Mondo, Auser provinciale, Centro Servizi Volontariato Belluno Treviso, Centro Sociale Django, Cgil Treviso, Cooperativa Pace e Sviluppo, Coordinamento LGBTE Treviso, Coordinamento Studenti Medi, Emergency Treviso, ICare, Legambiente Piavenire, Legambiente Sernaglia della Battaglia, Legambiente Treviso, Libera Treviso, Mani Tese Veneto, Mondo Roverso Oderzo, Non Una Di Meno, Rete degli Studenti, Rete Radié Resch, Slc Cgil Veneto, Treviso per Mediterranea.

«Ricordiamo - si legge nel comunicato - il bombardamento di Treviso che 80 anni fa provocò 1.600 vittime e grandi distruzioni, mentre oggi,in tanti luoghi al mondo, i bombardamenti uccidono civili e distruggono città, facendo rivivere ciò che per noi è un doloroso ricordo. Le foto di quel tragico evento potrebbero essere stata scattata in Ucraina, dove il conflitto dura da più di due anni, in Yemen, dove si contano oltre 20.000 morti dall’inizio della guerra, o in Palestina, con più di 30.000 vittime in 6 mesi. Non possiamo restare indifferenti a queste situazioni per non rassegnarci a essere impotenti. La pace non si ottiene con il riarmo ma col dialogo e la diplomazia. Guerra ed armi, inoltre, costano e sottraggono risorse ai servizi per la popolazione, a cominciare dalla sanità. In questi anni stiamo assistendo a una paurosa corsa al riarmo, anche nel nostro Paese. Trascurando le vie diplomatiche c’è anche il rischio che tanti conflitti si fondano in un’unica guerra mondiale e un Paese vicino alla sconfitta potrebbe scatenare il conflitto nucleare». 

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