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Superstrada Pedemontana: Corte dei Conti bacchetta la Regione

Il consigliere Zanoni commenta la lettera formale che il magistrato Antonio Mezzera ha inviato alla Regione in merito alle mancate risposte sui rilievi svolti dalla Corte dei Conti

«La Corte dei Conti non molla l’osso sulla Superstrada Pedemontana e sulle troppe risposte mai date sulla sostenibilità economica ed ambientale dell’opera. Sono trascorsi altri sei mesi di silenzio, prima o poi Zaia dovrà svegliarsi». 

E' questo il commento del consigliere regionale del Partito Democratico Andrea Zanoni a proposito della lettera formale firmata dal magistrato delegato della Sezione centrale di controllo della magistratura contabile, dottor Antonio Mezzera, datata 5 ottobre e indirizzata a un folto gruppo di destinatari: presidenza del Consiglio, ministeri dei Trasporti, Economia e finanza, Cultura, Ambiente e ancora Anas, Anac, Regione Veneto, Veneto Strade, Sis, Cassa depositi e prestiti, Banca europea degli investimenti, Province di Treviso e Vicenza e per conoscenza a 30 Comuni interessati dal tracciato, alla Corte dei Conti del Veneto, a Italia Nostra, Covepa, Parco delle Rogge e Codacons Veneto. «Nella lettera si ricorda come siano scaduti i sei mesi entro i quali i vari enti dovevano esprimersi in merito ai rilievi della stessa Corte. In realtà le risposte non sono arrivate e i dubbi sollevati restano tutti sul tavolo. Di fatto sulla scrivania di Zaia c’è l’ennesima bocciatura nei confronti della Pedemontana». 

Le critiche, circostanziate vertono su quattro punti che hanno però un unico comune denominatore: il rischio di impresa spostato dal privato al pubblico. «Anzitutto - spiega il vicepresidente della commissione Ambiente - le modifiche del rapporto di concessione appaiono problematiche in merito al rispetto delle norme europee sulla concorrenza; viene anche chiesto lo stato del contenzioso pendente con Impregilo che ha presentato ricorso dopo il terzo atto firmato con Sis. Il secondo punto riguarda l’esborso per le casse pubbliche: si ricorda che il costo dell’opera è inferiore a tre miliardi, ma con l’ultima convenzione la Regione ne sborserà dodici, sette in meno rispetto all’atto precedente. La Corte però vuole vederci chiaro e chiede quali iniziative ha adottato la Giunta nei confronti dei responsabili del precedente contratto che prevedeva un ingentissimo aggravio economico a carico delle finanze regionali pari a 19 miliardi di euro. Allora a gestire l’intero procedimento c’era il commissario straordinario Vernizzi. Le perplessità dei magistrati - insiste Zanoni - riguardano poi la questione della mancanza dei fondi per tutte le opere complementari necessarie a evitare che i Comuni si trovino con la viabilità locale nel caos più totale e il mancato aggiornamento sui controlli dei cantieri, in particolare sulla collaborazione con il ministero dell’Ambiente, ovvero sulla verifica di ottemperanza allo studio di impatto ambientale che dovrebbe essere stato effettuato dalla commissione Valutazione di impatto ambientale (Via). Se la Regione ha delle precise responsabilità, anche il Governo Di Maio-Salvini non sta certo brillando. Ancora infatti non è stata realizzata la benché minima revisione di questa folle concessione che rischia di mettere a repentaglio le casse del Veneto dal 2020 al 2059. Che fine ha fatto l’impegno del ministro Toninelli in merito alla revisione della convenzione più volte annunciata anche dal Gruppo M5S di Palazzo Ferro Fini? Sulla faccenda Pedemontana dal Movimento Cinque Stelle sono arrivati fiumi di chiacchiere ma zero fatti. Alla fine dei conti gli unici a portare a casa un risultato, seppur minimo, siamo noi del Partito Democratico che con il ministro Delrio abbiamo messo fine alla problematica gestione del commissario straordinario, l’ingegner Vernizzi» conclude il consigliere regionale.

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