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A Danilo Coppe, mister Dinamite, il Premio Guglielmo Zancaner 2020

Il galà di premiazione a Segusino preso la chiesa parrocchiale sabato 11 gennaio alle 20,30

Sarà Danilo Coppe, l'esplosivista di origine segusinese che ha demolito due tronconi di Ponte Morandi a Genova, il destinatario del premio Guglielmo Zancaner che ogni anno celebra il talento e la volontà nel nome di Guglielmo Zancaner, l'industriale visionario che creò il distretto dell'occhiale nel basso feltrino. Così il coro di Stramare intende creare un appuntamento annuale che metta in luce singole vicende umane, biografie in cui il talento e la volontà si sono espressi nel campo artistico, sociale e dell'imprenditoria. «Un premio -spiega il presidente del coro Daniele Facchin- che sarà l'occasione per dare giusto rilievo a quei molti uomini che nella propria vita abbiano lasciato una traccia nelle nostre comunità». La scelta è caduta quest'anno su Danilo Coppe, alias Mister Dynamite, per l'implosione controllata dei piloni 8 e 9 di ponte Morandi. Intervento che di fatto ha chiuso una delle pagine più dolorose della recente storia italiana.

I suoi botti controllati hanno fatto piazza pulita di economostri, demolito gallerie, ponti, acquedotti. E le sue indagini fornito conferme decisive sui grandi casi di nera, da Unabomber alla strage di Piazza della Loggia. Alcuni poi ricorderanno i suoi ingegnosi esperimenti per "La storia siamo noi": come davvero morì Ippolito Nievo lo ha spiegato al pubblico Danilo Coppe. Ma la visibilità pubblica è arrivata con l'intervento di demolizione controllata dei due tronconi sospesi di Ponte Morandi, per il quale ha meritato la cittadinanza onoraria di Genova. Coppe sarà a Segusino sabato sera per ricevere il premio e rivivere in presa diretta quella spettacolare demolizione. A conferire il Premio Zancaner sarà Paolo Duse Marin, nipote del capitano Zancaner. Il Galà lirico vedrà anche la presenza, insieme al coro di Stramare, del coro Voces Plavis di Valdobbiadene diretto da Nadia Da Pra.

Nato nel 1891, Guglielmo Zancaner condusse studi classici. All'inizio degli anni '10 del novecento s'imbarcò per gli Stati Uniti, dove in Michigan trovò lavoro in miniera, prima di rientrare in patria un anno dopo circa, arruolandosi nell'Arma dei Carabinieri. Nel 1912 venne inviato in Sardegna con il grado di tenente, ottenendo in seguito, negli anni 20, il comando della stazione locale di Sacile. In seguito girò in numerose caserme italiane, arrivando a Genova Pegli, Imola, l'Aquila ed infine a Udine. Nel 1944, decise di congedarsi con il grado di Primo Capitano. Durante la seconda guerra mondiale, con il pensiero sempre rivolto al proprio paese di origine, cercò di lenire le sofferenze dei suoi concittadini, mediante innumerevoli aiuti alimentari che fece trasportare dalle sue colonie del sacilese. Quindi, per arrestare l'esodo dell'emigrazione, traendo spunto da un'importante fabbrica del Cadore, decise insieme a pochi amici di intraprendere un'attività nel settore dell'occhialeria. In pochi anni il suo lavoro crebbe e nel 1955 inaugurò, in un nuovo stabile, la fabbrica "Filos", nella quale a breve vi si affiancò anche il figlio. Ai primi di giugno del 1965, a pochi giorni dalla sua morte, vennero inaugurati i nuovi reparti e l'elevazione a due piani, indispensabili per l'aumentato volume di lavoro oltre che per l’introduzione di altre lavorazioni che andavano a completare i programmi di sviluppo, a seguito delle più moderne esigenze dei mercati già acquisiti.

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