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"Conte-Salvini: tanto fumo e nessuna notizia dei 13 milioni di euro scippati al Comune"

L'opinione di Luigi Calesso, Coalizione Civica

TREVISO Dal Sindaco di una città che ha subito da parte del governo lo "scippo" di 13 milioni di euro per le opere pubbliche nelle periferie ci si aspetta che abbia chiesto un incontro al ministro dell'Interno per sapere quando questi fondi verranno rimessi a disposizione dell'amministrazione cittadina. Va ricordato, infatti, che allo stesso Sindaco Conte, il Presidente del Consiglio Conte aveva assicurato l'emanazione da parte del governo "entro una settimana" di un decreto per riparare allo scippo: di settimane dall'incontro Conte-Conte ne sono passate ormai tre ma del decreto non c'è traccia. E non basta che il governo abbia sbloccato gli avanzi di bilancio dei comuni perché si tratta di somme nettamente inferiori a quelle bloccate dal MIlleproroghe. Visto che il Ministro dell'Interno ha competenza anche sugli enti locali, quale interlocutore migliore per chiedere il ripristino dei finanziamenti, per avere tempi certi sulla loro utilizzabilità?

Invece no, sembra che nell'incontro Conte-Salvini l'argomento sia stato trattato solo di sfuggita perché l'argomento principale è stato "la riforma della polizia locale". Oltre la pomposa dichiarazione, tra le righe, si capisce che la "grande riforma" si dovrebbe concretizzare nell'estensione anche a Treviso (sola o insieme ad altre città) della possibilità di far sperimentare anche alla polizia locale l'uso dei tasere l'utilizzo delle banche dati interforze dei corpi di polizia propriamente detti. Nell'attuale versione del decreto Salvini questa possibilità è riservata solo alle città che superano i 100.000 abitanti, ma sembra che la dignità di capoluogo di provincia imponga di estendere la sperimentazione anche a Treviso (o forse a tutte le città capoluogo). Come se la gravità dei problemi di criminalità di una città si misurasse non sulla popolazione (criterio discutibile ma oggettivo) ma sul fatto di essere o meno capoluogo di provincia, elemento che con la delinquenza pare avere ben poco a che vedere.

Insomma, dovendo scegliere tra la richiesta (scomoda) di restituzione dei 13 milioni di euro e quella (tanto fantasiosa quanto innocua) di avviare la "riforma della polizia locale" il Sindaco Conte ha scelto per la sua photo opportunity con il ministro dell'Interno la seconda possibilità che gli ha garantito sicuramente un sorriso molto più disteso da parte di Salvini. E della restituzione dei 13 milioni, quindi, continuiamo a non sapere nulla. Va notato, però, che i 13 milioni di fondi rappresenterebbero opere pubbliche per le periferie (riqualificazioni, interventi per la qualità della vita dei cittadini e per prevenire il disaggio), cofinanziamento da parte dei privati, opere pubbliche, insomma "sostanza". La "grande riforma", invece, è tanto fumo e poca incisività concreta, anche perché deve fare i conti con il Parlamento. Senza neanche dire di quanto sia discutibile questa "riforma" e di quanto sarebbe meglio puntare per la polizia locale su quella presenza costante nel territorio che ha funzione di deterrenza, più che sulla repressione dei fenomeni di criminalità. L'agente della polizia locale va visto più con un poliziotto di prossimità a servizio dei cittadini che non come un investigatore che si occupa di pedinamenti e appostamenti. E' indubbio che liberar personale da questi compiti permetterebbe una presenza più capillare e costante della polizia locale nei quartieri.

Gigi Calesso

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