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Marca sempre più anziana, in dieci anni over 65 cresciuti del 19%. Solo il 13% gli under 14

Indagine della Spi Cgil di Treviso: alta l'età media della popolazione attiva (tra i 47 e i 57 anni). La ricercatrice Contessotto: «Effetti della denatalità dirompenti, bacino pensionistico che va crescendo». Vigilio Biscaro, pensionati Cgil: «Servono servizi ai giovani e alle giovani coppie. Si al salario minimo». Paolino Barbiero, segretario Spi: «Flussi di immigrati, serve da un giusto riconoscimento economico»

Una provincia di Treviso sempre più anziana, con il numero degli over 65 che si attesta oggi a quota 202.681, il 19% in più rispetto a dieci anni or sono quando erano 174.905, con una crescita di 8.437 unità negli ultimi quattro anni, nonostante il Covid. Di contro la popolazione under 14 è appena il 13% del totale e la fascia media attiva si attesta tra i 47 e i 57 anni. La proiezione, a causa dell'inverno demografico, è a tinte fosche: la quota di anziani, entro il 2030, potrebbe raggiungere il 30%, con conseguenze pesanti anche sul sistema pensionistico: già attualmente l'87% della popolazione percepisce pensioni basse. Sono solo alcuni dei numeri presenti nell'indagine presentata oggi, 12 settembre, dal centro studi del sindacato Spi Cgil.

«Dall'analisi è emerso che abbiamo una popolazione anziana che in dieci anni è cresciuta del 19%, in particolare una popolazione over 65, a maggioranza femminile (111mila donne rispetto a 91mila uomini)» ha spiegato Annarita Contessotto, ricercatrice dello Spi Cgil «emerge anche che la popolazione in età lavorativa, abbiamo fatto un raffronto per capire quanto pesa il ricambio generazionale negli attivi rispetto a quelli che vanno in pensione, ha un'età molto elevata, compresa tra i 47 e i 57 anni. E' un indice, si chiama indice del ricambio della popolazione attiva che si attesta al 146% e significa che l'età media di coloro che lavorano è alta. Questo ci dice che gli effetti della denatalità sono dirompenti, il mercato del lavoro rischia di essere poco dinamico e poco attrattivo e dall'altro lato abbiamo un bacino pensionistico che va crescendo a scapito di un ricambio generazionale che diminuisce».

Annarita Contessotto

«Ne usciamo solo riattivando i servizi per le giovani coppie perchè il problema dei problemi in Italia è che se noi non riusciamo a ringiovanire la popolazione italiana il nostro destino è già segnato» commenta Vigilio Biscaro, pensionati Cgil, annunciando la partecipazione di tanti trevigiani ad una manifestazione che si terrà a Roma il prossimo 7 ottobre «vecchi e giovani che non sono in numero sufficiente per i bisogni dell'industria e del terziario. Nel 2022 e nel 2023 abbiamo avuto risposte positive dai Comuni ma i sindaci non sono in grado di avere un'autonomia finanziaria per poter fare questi servizi e certi sindaci, i più giovani, ci sono e vorrebbero avere un aiuto dal Governo centrale, un aiuto che invece non c'è. Mancano le risorse e per noi le risorse vanno cercate dove ci sono, per noi 110 miliardi di evasione fiscale gridano vendetta ed è li che Meloni deve finalmente trovare le risorse altrimenti cercare da lavoro dipendente e pensionati, alla fine, non riusciremo ad avere i servizi che si dicevano». Biscaro ha poi ribadito un appoggio totale al salario minimo, fondamentale secondo il sindacatp per arrivare ad una contrattazione collettiva efficace.

L'INDAGINE COMPLETA

«I dati demografici ci dicono che gli anziani saranno il 30% entro pochi anni» Paolino Barbiero, segretario Spi «non avremo nati sufficienti per far girare l'economia, quindi ci sono due necessità: uno di trovare risorse nel sistema per garantire il benessere degli anziani, due di lavorare sia per nuove nascite ma per avere flussi di immigrati che non siano solo quelli che scappano dalle guerre ma anche da altri paesi, come i nostri giovani vanno in giro per l'Europa ci dovrebbero essere giovani europei che vengono in Italia. Per far questo serve lavorare su un sistema industriale dove ci sia un giusto riconoscimento economico anche perchè L'Italia ha delle bellezze che può attrarre persone a lavorare se sono pagate bene ma bisogna iniziare a farlo con gli italiani che lavorano qui».

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