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Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Ca' Foncello, 55enne recupera l'udito grazie a un chip sottocutaneo

Ennesimo intervento all'avanguardia in ospedale a Treviso: l'equipe diretta dal dottor Daniele Frezza ha operato con successo un paziente affetto da ipoacusia. L'impianto in questione è stato collocato sotto la cute, con un intervento di circa 40 minuti

A distanza di tre mesi dall’impianto di una nuova tipologia di protesi, un paziente di 55 anni ha avuto un ottimo guadagno uditivo bilaterale da una grave ipoacusia, non più risolvibile con interventi chirurgici ricostruttivi dell’orecchio medio o con l’uso di protesi tradizionali.

L'uomo, seguito da anni dalla Chirurgia funzionale dell’orecchio diretta dal dottor Daniele Frezza, a causa dell’ipoacusia era in grandi difficoltà nelle relazioni sociali e nel lavoro. Una volta dopo l’intervento, portato a termine con successo all'ospedale Ca' Foncello, il nuovo tipo di protesi applicata ha confermato il significativo aumento nella capacità di capire il parlato in quiete e negli ambienti rumorosi, e quindi un deciso miglioramento della qualità di vita del paziente. Oggi il 10% della popolazione ha un’ipoacusia superiore ai 35 decibel che compromette una buona vita di relazione e di capacità nello studio e lavorative, con un rischio di decadimento cognitivo negli anziani; solo un terzo di questi pazienti oggi riesce a trovare una risposta al problema. L’Unità operativa semplice a valenza dipartimentale Chirurgia funzionale dell’orecchio di Treviso si occupa di riabilitazione uditiva del paziente e dal 2018 ha sviluppato anche una specifica esperienza nelle protesi osteointegrate con oltre trenta pazienti impiantati divenendo un riferimento regionale e nazionale in tale settore e, oggi, estendendo la propria esperienza anche all’uso del nuovo modello di protesi.

foto impianto

Il commento

Il dottor Frezza ha utilizzato il recente impianto, dopo aver frequentato un corso specifico a Goteborg, in Svezia, assieme ad altri tre colleghi italiani e una selezione di altri cinquanta otochirurghi a livello mondiale: «L'impianto in questione è stato collocato sotto la cute, con un intervento in anestesia generale, della durata di circa quaranta minuti. Il sistema utilizzato è il primo impianto attivo osteointegrato stabile del mondo progettato per il trattamento delle sordità di tipo trasmissivo e misto - spiega il dottor Frezza -. Si posiziona posteriormente al padiglione auricolare ed è costituito da un processore esterno, delle dimensioni di una moneta da due euro, del colore dei capelli del paziente, che elabora i suoni ambientali e li trasmette attraverso un collegamento digitale a una parte interna sottocutanea che genera la stimolazione uditiva come vibrazione meccanica. Il componente impiantato - continua -, integrato nell’osso tramite una piccola vite in titanio, contiene la parte attiva del sistema e utilizza la tecnologia piezoelettrica per generare le vibrazioni che bypassano le aree bloccate del sistema dell’udito naturale, inviando i suoni direttamente alla coclea del lato impiantato, ma anche attraverso le ossa craniche all’orecchio controlaterale, ottenendo quindi un risultato di miglioramento uditivo bilaterale. Il processore esterno, attraverso la connettività smart-wireless, può essere controllato con una app da telefoni compatibili e interagire con telefonino, televisore, stereo, e altre funzioni».

Il plauso

Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: «Mi complimento con l’equipe della Chirurgia funzionale dell’orecchio diretta dal dottor Daniele Frezza dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso per l’intervento che ha ridato l’udito ad un paziente di 55 anni grazie all’impianto di un microchip sottocutaneo. È l’esempio di come l’innovazione nel campo della salute, ossia la tecnologia applicata in campo medico sia uno straordinario mezzo per offrire ai pazienti possibilità di cura fino a qualche anno fa davvero insperate. La scienza medica procede spedita e i nostri ospedali veneti sono i luoghi migliori dove i professionisti della sanità lo dimostrano concretamente ogni giorno, garantendo ad un ogni paziente la cura più adeguata e al passo coi tempi».

«Mi complimento con il dottor Frezza e i suoi collaboratori per l’innovazione che hanno portato in ospedale a beneficio dell’udito dei pazienti, migliorandone la qualità di vita e la  salute generale, riducendone il rischio di decadimento cognitivo e aumentandone la socialità, tornando a riempire così la loro vita di emozioni e di suoni mai conosciuti o nel tempo dimenticati» chiude il direttore generale, Francesco Benazzi.

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