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Intervista agli España Circo Este: i maleducati dal cuore d'oro arrivano al New Age Club

A poche ore dalla loro esibizione sul palco del New Age Club di Roncade (in programma venerdì alle 22) gli España Circo Este si sono raccontati in quest'intervista ai nostri microfoni

RONCADE In appena quattro anni di attività musicale hanno già accumulato più di 500 concerti in ogni parte d'Europa e, da alcune settimane a questa parte, hanno intrapreso un nuovo tour europeo per presentare il loro secondo album in studio. Il titolo? Scienze della maleducazione, un disco che celebra la bellezza dell'imperfezione ricordandoci che nella realtà finiamo sempre per innamorarci dei difetti di chi ci circonda. Un disco che sembra fatto apposta per essere suonato dal vivo. Venerdì sera la tournée della maleducazione toccherà la provincia di Treviso e così, a poche ore dalla loro esibizione sul palco del New Age Club di Roncade (in programma venerdì 17 marzo alle ore 22), abbiamo colto l'occasione per intervistare Marcelo, voce e anima del gruppo, che ci ha raccontato una serie di aneddoti sull'ultimo disco e sulle incredibili (dis)avventure passate nella nostra provincia:

- La maleducazione, intesa come approdo alla pura bellezza di chi è orgogliosamente unico e diverso dalla massa, è il tema che sta alla base del vostro nuovo disco. Da dov'è nata quest'idea?
E' successo che vivendo e camminando ogni giorno tra la gente, ci siamo resi conto di quanto la nostra società fosse ossessionata dal bisogno malato di dover apparire e doversi realizzare a tutti i costi. Per certi aspetti questo album parte da un concetto molto punk: visto che eravamo stanchi di dover adottare dei filtri convenzionali per farci accettare dalle altre persone, abbiamo provato con la musica a destabilizzare una società sempre più anemica, apatica e incline all'omologazione, raccontandoci senza filtri e usando la maleducazione come concetto chiave di questa nostra piccola rivoluzione. Secondo noi al giorno d'oggi la realtà è il sapersi accettare così come siamo, con tutti i nostri difetti. Siamo innamorati delle imperfezioni che ci contraddistinguono ed è proprio da queste che siamo partiti per dare vita al disco.

- Dammi un beso è il titolo del primo videoclip estratto dall'album. Un vero e proprio invito a liberare lo sguardo dai nostri cellulari per vivere la realtà che ci circonda in ogni sua sfaccettatura. Qual è il vostro rapporto con la tecnologia e con i social?
Pensa che prima di pubblicare il disco avevo proposto agli altri membri della band di cancellare la nostra pagina Facebook. Per fortuna non mi hanno ascoltato. Scherzi a parte, non direi che siamo una band anti-social, anzi! Li usiamo molto e sono un mezzo fondamentale per far conoscere la nostra musica. La mia generazione ha vissuto gli anni del boom delle emittenti televisive private (Mediaset e Mtv per citarne solo un paio) e le vedevamo sempre come un orrido strumento di controllo e di appiattimento culturale. In realtà nel giro di pochi anni la televisione è stata rimpiazzata dai nostri smartphone e dai social a una velocità pazzesca. Noi li apprezziamo per certi aspetti, ma per altri ci spaventano molto perché hanno portato tantissime persone verso un'omologazione che vogliamo combattere con la nostra musica. Il senso del video è proprio questo: la realtà che ci circonda può apparirci ruvida, imperfetta ma non per questo dobbiamo commettere l'errore di chiuderci nella realtà virtuale dei social. E' un universo molto complesso, che di sicuro muterà nel corso dei prossimi anni, così com'è cambiato il ruolo della TV. Non penso che il mondo social possa sparire per sempre ma credo che presto potrebbe essere oggetto di una rivoluzione molto positiva.

- Nella canzone Gabriel c'è una frase che dice: "Oggi al futuro nessuno ci crede, ma lo si può raccontare". Cos'ha in serbo il futuro per gli España Circo Este?
E' una domanda a cui non è semplice dare una risposta. Di sicuro ci siamo accorti che più andiamo avanti con questo progetto più diventiamo adulti e maturi. L'ultimo tour europeo che abbiamo fatto c'ha cambiato molto, ma con la nuova formazione le cose sono ricominciate alla grande. Non stiamo facendo una scalata al successo. Vorremmo piuttosto continuare a intraprendere un percorso di scoperta artistica che parte, prima di tutto, da noi stessi. Se c'è una cosa che abbiamo imparato in tutti questi anni trascorsi sui palchi d'Italia e d'Europa è che la nostra vera natura è quella di un gruppo di asini con una grandissima passione per la musica. Non sappiamo che ne sarà di noi in futuro, penso però che finché avremo in corpo questa voglia di suonare, gli España Circo Este continueranno a esistere.

- Venerdì sera porterete il vostro tour europeo sul palco del New Age Club di Roncade. Qual è stata la cosa più "maleducata" che avete fatto quando, in passato, siete venuti a suonare in provincia di Treviso? 
Non so dirti il perché, ma ogni volta che veniamo a suonare a Treviso e dintorni finiamo sempre per restare svegli tutta la notte a bere e chiacchierare con le persone che sono venute a sentirci. Ogni volta è un'esperienza fantastica e devastante allo stesso tempo. Di aneddoti da raccontare ce ne sono molti: due anni fa, per esempio, eravamo ad Asolo e siamo finiti con il furgone dentro a un fosso. Fuori diluviava e noi non potevamo uscire altrimenti il furgone si sarebbe capovolto. Abbiamo dovuto aspettare per ore l'arrivo del carro attrezzi che ci ha recuperati. E' stata una nottata assurda. La cosa più "maleducata" invece è capitata per caso durante la nostra ultima apparizione a Suoni di Marca. Ospiti dell'hotel Maggior Consiglio abbiamo involontariamente parcheggiato il nostro furgone davanti alla porta d'ingresso, non rendendoci conto del divieto di sosta. Il mezzo è rimasto lì tutta la notte. Per fortuna al mattino nessuno l'aveva ancora rimosso. Almeno a Treviso esiste ancora gente educata.

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