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Giselle Daiana Genna: da Vittorio Veneto al Mozambico per insegnare alle donne a cucire

La 28enne di Pianzano è pronta per raggiungere la capitale Maputo, luogo dove ha lasciato il cuore e tanti amici. Quest'anno si occuperà di un progetto di assistenza giuridica e legale nelle carceri e sarà ancora volontaria nel progetto "Loja Social", un centro di cucito per l'empowerment femminile e il reinserimento sociale di ex-detenuti

Giselle Daiana Genna viene da Pianzano e, oltre ad avere 28 anni, ha un cuore 'grande così'! Si, perchè per il secondo anno consecutivo la vittoriese si recherà presto in Mozambico, presso la capitale Maputo, per un progetto di assistenza giuridica e legale nelle carceri e per affrontare ancor una volta da volontaria il progetto "Loja Social", un centro di cucito per l'empowerment femminile e il reinserimento sociale di ex-detenuti. Un lavoro a tutti gli effetti quello in Africa (a cura della Commissione di Giustizia e Pace dell'Arcivescovato di Maputo) ed è anche per questo che 'fa strano' quando ci dice che nel 2016 ha lasciato il suo impiego alla 'Trattoria Alla Cerva di Serravalle' per dedicarsi al prossimo nel 'Continente Nero'. Il suo impegno è però, ormai e soprattutto, quello di cercare di migliorare i laboratori di cucito che possano dare alle donne mozambicane formazione professionale e riscatto personale dopo le violenze domestiche subite o eventuali passati difficili con la giustizia locale. 

Giselle Daiana Genna - Loja Social

Giselle…valigie già pronte per la partenza? Tra pochi giorni infatti inizierai una nuova avventura in Africa…

"Le valigie non sono mai pronte con largo anticipo! Io finisco sempre tutto la sera prima del giorno della partenza, mi piace cominciare a mettere da parte le cose man mano, ma lascio il grosso della preparazione all’ultimo. Adoro fare le cose con calma e cura, mi aiuta a prepararmi mentalmente per il viaggio"

Non è però il tuo primo viaggio in Mozambico. L’anno scorso hai infatti già avuto modo di conoscere il Paese…Cosa ci puoi raccontare del suo territorio, delle persone che ci vivono e delle loro tradizioni?

"Vivo a Maputo, capitale del Mozambico da più di un anno. Ci sono arrivata per il Servizio Civile per la Carotas Diocesana di Roma e sono rimasta lì grazie all’opportunità di gestire un progetto per la stessa istituzione mozambicana per la quale ho collaborato (Loja Social, n.d.r.). Il Mozambico è un paese africano che ti avvolge come un abbraccio, la gente è molto curiosa e ospitale. E’ inoltre una terra florida per l’arte e la musica, dove la quotidianità ti insegna ogni giorno la pazienza. Il Mozambico con le sue capulane colorate (tessuti tradizionali) è un luogo dove spogliarsi della presunzione di avere il controllo delle proprie vite. Una realtà completamente diversa da quella italiana, ma di grande dignità nelle sue difficoltà. Difficile da raccontare senza scrivere un lungo saggio, il Mozambico è un luogo da vivere e scoprire"

Ernest Hemingway un giorno scrisse : “Una sola cosa allora volevo: tornare in Africa. Non l’avevo ancora lasciata, ma ogni volta che mi svegliavo, di notte, tendevo l’orecchio, pervaso di nostalgia”. Hai avuto anche tu il “mal d’Africa”?

"Non so se posso parlare di 'mal d’Africa', mi sento infatti estremamente presente in ogni luogo nel quale metto i piedi, ma posso dirti che per me l’Africa è la 'Madre Terra', è il futuro. Sin dalla prima esperienza in Rwanda, per me è stato il luogo dove mettermi in discussione, cominciare a spogliarmi dei condizionamenti, intraprendere il cammino della conoscenza di me stessa"

Tu farai comunque base a Maputo, la capitale, per portare avanti un importante progetto sociale e umanitario…Di che si tratta?

"Si tratta di un progetto di assistenza giuridica e legale nelle carceri di Maputo a persone in condizioni economiche difficili (e sociali) della Commissione Giustizia e Pace dell’Arcivescovato di Maputo. Il progetto prevede inoltre delle attività di formazione sui diritti umani alla comunità. In realtà le attività del progetto sono diverse, io mi occupo del loro coordinamento mentre continuerò come volontaria nel progetto “Loja Social” che è un centro di cucito per l’empowerment femminile e il reinserimento sociale di ex-detenuti"

Tra l’altro, hai da poco aperto una campagna di crowdfunding per finanziare questi progetti…

"Esatto, ho lanciato una campagna di crowdfunding (da 3mila euro, n.d.r.), che si chiuderà  il 2 febbraio, proprio per potenziare il progetto “Loja Social” con l’acquisto di nuove macchine da cucire che ci permetteranno di raggiungere più donne e ragazze. Sono carica! Non vedo l’ora di organizzare le nuove attività e di fare i nuovi acquisti"

Cosa ti ha spinto però ad affrontare questo percorso di vita? Ti ha forse aiutato ad aprire la mente anche l’International Talent Campus a cui hai partecipato nel 2014 tra la tua Vittorio Veneto e Digital Accademia?

"Mi spinge il desiderio di conoscere posti e realtà nuove, di incontrare persone diverse. Mi spinge l’enorme passione per lo scoprire e quel pizzico d’ambizione nell’affrontare le nuove sfide e le difficoltà. Ho scelto questo percorso perché, banalmente, mi piace questo tipo di lavoro. Non scappo dal Veneto nel quale sono cresciuta perché non mi piaccia, ho infatti ancora delle relazioni familiari e d’amicizia che farebbero sentire completo e appagato chiunque, ma ho scelto di spingermi un po’ più là, finché continuerò ad avere questo privilegio e questa spinta. Sono state tante e diverse le esperienze che mi hanno aiutato ad aprire la mente, i viaggi, lo studio, gli incontri con determinate persone e certo, perché no, anche il Talent Campus. Siamo tutti in continua evoluzione e continuamente 'in ballo'"

Quali altri progetti hai in vista per il futuro?

"Sono tante le cose che vorrei fare a Maputo in questo 2017. Uno dei prossimi progetti sul quale sono già al lavoro è quello di creare uno spazio d’incontro per sole donne. Nasce dalla necessità personale di trovare dei momenti nei quali fermarmi e confrontarmi con altre donne per acquisire nuovi sguardi e stimoli. Ho pensato ad un ciclo di incontri su una tematica diversa ogni mese, tenuti da esperte o appassionate alla materia dell’incontro. In un anno a Maputo sono riuscita a stringere dei legami e a conoscere delle persone con le quali collaborare e sulle quali appoggiarmi e sono sicura che questo nuovo progetto sarà un successo"

Chiudiamo però ora con una curiosità: porterai qualcosa di “trevigiano” nella valigia?

"Vorrei mettere i miei amici in valigia per coinvolgerli in tutto quello che faccio, ma mi limito a mettere in valigia caffè, grana e cioccolato extra-fondente!"

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