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Cronaca

Regione Veneto, si lavora già anche per un'autonomia "scolastica"

Una richiesta che potrebbe interessare oltre 700 mila alunni, 4300 scuole e 70 mila operatori, tra personale docente e non docente

TREVISO “Il Veneto, con questo provvedimento, chiede il trasferimento di funzioni e risorse su materie per le quali ha dimostrato di avere tutti i numeri  per gestire in maniera diretta quanto è stato sinora di competenza dello Stato, come l’istruzione e la tutela e sicurezza del lavoro”. Così l’assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan, saluta l’approvazione, da parte del Consiglio regionale del Veneto, della proposta di legge statale 43 sull’autonomia del Veneto.

“La richiesta di autonomia nella scuola interessa – declina l’assessore – oltre 700 mila alunni, 4300 scuole e 70 mila operatori, tra personale docente e non docente. L’obiettivo è istituire un sistema educativo regionale in grado di assicurare una maggior aderenza ai bisogni e alle aspettative del tessuto economico e sociale del territorio, in base ai principi di sussidiarietà e prossimità”.

La legge, che il Consiglio regionale ha approvato e invierà al Parlamento, assegna alla Regione – ricorda l’assessore - le attribuzioni amministrative in materia di istruzione e formazione, comprese quelle relative alle scuole paritarie, “consentendo così – sottolinea - la piena integrazione del sistema dell’istruzione con quello della formazione”. “Ciò significa – prosegue Donazzan – regionalizzare il personale della scuola, docente e non docente, direttivo e ispettivo, con l’assunzione di competenze sinora esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato. La Regione dovrà quindi occuparsi dell’assegnazione dei docenti alle scuole, dell’implementazione degli insegnanti di sostegno, del raccordo tra sistema formativo e sistema produttivo. E siano certi che sapremo farlo con grande efficienza, visto che il costo pro capite per  il servizio scolastico in Veneto è di 463 euro, a fronte dei 614 euro della Campania”.

Quanto alle funzioni in materia di lavoro, la legge sull’autonomia assegna alla Regione Veneto la gestione del sistema dei servizi pubblici per l’impiego, dei servizi ispettivi, degli ammortizzatori sociali e degli incentivi alle assunzioni. “La centralizzazione tentata da Renzi – dichiara l’assessore Donazzan – è fallita. In Veneto da sempre le politiche del lavoro sono governate ‘dal basso’, con ottimi risultati sia nella gestione degli ammortizzatori sociali sia nelle politiche attive di ricollocamento e riorientamento. Abbiamo ipotizzato una copertura finanziaria di 5 miliardi di euro per le politiche del lavoro – precisa l’assessore  - prendendo come riferimento il 2012, l’ annus horribilisdella crisi dell’economia veneta, quando la spesa per gli ammortizzatori sociali arrivò a 3 mld di euro, alla quale vanno aggiunte le risorse necessarie per i 40 centri per l’impiego e i relativi 400 operatori e per i 170 ispettori dei servizi di vigilanza sul lavoro”.

“Regionalizzare le politiche per il lavoro ci consentirà – esemplifica Elena Donazzan – di gestire in maniera ottimale gli ammortizzatori sociali istituendo un fondo di solidarietà intersettoriale nel quale i datori di lavoro potranno versare i contributi di assicurazione relativi alla disoccupazione involontaria, con evidenti vantaggi  in termini di gestione, erogazione degli assegni e controllo della spesa. Ora si apre la fase della trattativa con lo Stato – conclude l’assessore alle politiche per la scuola e il lavoro – ed è mia intenzione aprire, di pari passo, tavoli di lavoro con i diversi interlocutori, dall’Ufficio scolastico regionale al coordinamento dei rettori delle università del Veneto alle parti sociali, per mettere a frutto le positive esperienze del Veneto e dare massima concretezza al nostro modello di autonomia”.

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