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Cronaca

Treviso, la Camera di commercio guarda all'industria manifatturiera

Le dinamiche dell’industria trevigiana e bellunese nel quarto trimestre 2017. Ecco alcuni dati significativi

TREVISO L’ultimo scorcio dell’anno 2017 è stato molto positivo per l’industria manifatturiera veneta. La produzione è in crescita del +6,2% rispetto al IV trimestre 2016, e il fatturato del +6,8%.“In provincia di Treviso le cose sono andate ancor meglio -  sottolinea il Presidente della Camera di Commercio Mario Pozza - : la produzione nel IV trimestre è cresciuta del +7,1% su base tendenziale, una dinamica che non si registrava dal 2010: ma allora si trattava di rimbalzi illusori, prima di precipitare nella seconda lunga fase recessiva, perdurata fino al 2015. Oggi invece tutti gli indicatori concorrono a disegnare un quadro di forte irrobustimento della crescita, al traino della domanda internazionale e del ciclo degli investimenti. Se ne stanno avvantaggiando, infatti, le industrie di beni strumentali e quelle che operano nei beni intermedi”.

“Ma quel che emerge con più soddisfazione da quest’ultima tornata di dati – aggiunge Pozza – è che finalmente questa crescita non riguarda solo una punta limitata dell’economia. Oltre il 60% delle imprese trevigiane del campione (e sono 240, cui fanno riferimento quasi 12.500 addetti) ci conferma aumenti della produzione e del fatturato, in tutte le classi dimensionali. Anche a Belluno il quadro degli indicatori è, di fondo, positivo, soprattutto lato raccolta ordini, al traino di un’occhialeria e di una metalmeccanica che hanno sostenuto anche la dinamica occupazionale nel territorio. Tuttavia permangono alcune situazioni aziendali in sofferenza, che in un campione piuttosto ristretto come quello bellunese, condizionano in modo significativo le tendenze medie provinciali. Questo il motivo per cui le variazioni di produzione e fatturato risultano appiattite verso la stazionarietà. Confermo tuttavia un quadro di fondo positivo – dice il Presidente Pozza – perché se andiamo a contare le imprese che esprimono giudizi di aumento o contrazione dei loro indicatori, prevalgono nettamente quelle in aumento (quasi il 50%), sia all’interno della  classe dimensionale 5-9 addetti, che all’interno della classe 10-49 addetti. Le situazioni critiche sono circoscritte ad alcune medie imprese”.

“Ispirate all’ottimismo le previsioni per l’avvio del 2018, tanto a Belluno che a Treviso. Una situazione – conclude Pozza – che dobbiamo dunque assolutamente capitalizzare sul piano del rinnovamento della capacità produttiva e organizzativa. Come già evidenziato da analisi nazionali, anche nei nostri territori ci sono segnali di disallineamento tra domanda e capacità industriale (i giorni di produzione assicurati dal portafoglio ordini salgono da 46 a 54 nel corso dell’ultimo trimestre) che potrebbero generare pressioni sui prezzi e fungere da freno all’espansione. Sappiamo inoltre che, a livello macroeconomico, l’inizio di dinamiche inflattive porterebbe la BCE a rivedere in termini meno espansivi la propria politica monetaria, con tutte le conseguenze del caso, che per l’Italia non sarebbero favorevoli. Dunque per restare agganciati ad un mercato in crescita, dobbiamo lavorare su più fronti: sulla competitività di sistema, certamente (meno carico fiscale, amministrazioni pubbliche più efficienti), ma anche sulla competitività interna all’azienda: che oggi significa soprattutto lavorare su quei fattori abilitanti (digitalizzazione) che permettono la massima sincronia possibile tra domanda ipersegmentata e processo produttivo”.

L’analisi di dettaglio degli indicatori per il manifatturiero trevigiano. E’ il segno positivo a caratterizzare tutte le variazioni, sia tendenziali che congiunturali, raccolte dalle imprese manifatturiere trevigiane nel 4° trimestre 2017. Ma, se è scontato il balzo congiunturale dopo la pausa estiva, di tutt’altro valore sono le variazioni tendenziali che confrontano quanto successo nell’industria negli ultimi tre mesi del 2017 con il medesimo periodo del 2016, caratterizzato ancora dalla quasi stazionarietà. Emergono dinamiche che non si registravano dal 2010, guidate principalmente dalla stella polare degli ordinativi esteri (+12,1% rispetto al IV trimestre 2016) ma con un consolidamento importante degli ordinativi interni (+4,0% rispetto al IV 2016) che in realtà, fra alti e bassi, si è manifestato per tutto il 2017 grazie alla ripartenza del ciclo degli investimenti.

Produzione

Nel quarto trimestre 2017 la produzione manifatturiera delle imprese trevigiane registra un forte balzo in avanti su base tendenziale pari al +7,1% che fa registrare la migliore variazione positiva degli ultimi sette anni portandosi anche leggermente al di sopra della media regionale (+6,2%). Il buon recupero rispetto al quarto trimestre 2016 è più che positivo per le imprese di tutte le classi dimensionali con valori molto vicini al dato medio provinciale. Un’ulteriore conferma arriva dalla distribuzione percentuale dei giudizi dove oltre il 60% delle imprese, di tutte le classi dimensionali, indica un aumento della produzione rispetto all’anno scorso. Questa accelerazione della produzione trova riscontro anche nel grado di utilizzo degli impianti: indicatore che, a fine anno, si porta al 74,9% ben al di sopra dei livelli del quarto trimestre 2016 (72,1%).

Fatturato e nuovi ordinativi

Il contributo positivo della produzione industriale influenza inevitabilmente il fatturato totale che cresce del +5,6% rispetto all’anno precedente - nonostante il confronto con il valore medio regionale evidenzi in questo caso una migliore performance del Veneto (+6,8%). Anche per l’indicatore del fatturato, che si lascia quindi alle spalle la quasi stazionarietà di un anno fa (+0,2%), le variazioni tendenziali sono positive per tutte le classi dimensionali delle imprese trevigiane e sostanzialmente in linea con l’aumento medio provinciale. Con riferimento alla distribuzione di giudizi delle imprese trevigiane sale ad oltre il 70% la percentuale delle imprese appartenenti alla classe di 50 addetti e più che segnala un aumento del fatturato rispetto al quarto trimestre dello scorso anno.

Questo recupero del fatturato totale è spiegato anche dall’accelerazione del fatturato estero che cresce del +6,7% rispetto a dicembre 2016, di poco al di sotto della media regionale (+7,1%) e grazie alle buone performance delle imprese di tutte le classi dimensionali.  Determinante la percentuale di fatturato venduto all’estero che portandosi al 37% si mantiene sui valori del quarto trimestre dello scorso anno ma in ogni caso ben al di sopra delle percentuali dei primi tre trimestri del 2017 quando il valore più alto era stato raggiunto a marzo (35,3%).

Dalla lettura delle variazioni tendenziali dei nuovi ordinativi, emerge che se gli ordini dal mercato interno si fermano al +4% (contro la quasi stazionarietà registrata un anno fa e di poco sotto alla media regionale pari al +4,4%), quelli dal mercato estero raggiungono il +12,1% (erano al +4,4% a dicembre 2016) e si collocano sopra alla variazione del Veneto (+10,7%); sia per nuovi ordinativi dal mercato interno che per quelli dal mercato estero il contributo positivo arriva dalla micro impresa e dalle imprese con 50 addetti e più.

Le previsioni per i prossimi tre mesi

Le previsioni per il primo trimestre del 2018 sono ispirate all’ottimismo e in netto miglioramento rispetto a quelle di un anno fa, per tutti gli indicatori ad eccezione della domanda estera. Produzione: benché prevalga la posizione di chi propende per la stazionarietà (46,4%) si rafforza, rispetto alla situazione di un anno fa, il saldo positivo (+7,5 punti percentuali) tra le imprese che prevedono un aumento (30,6%) e quelle che sono per una diminuzione (23,1%) della produzione;

Fatturato: le previsioni per il fatturato sono in netto miglioramento considerato che i giudizi positivi passano dal 26,8% al 33%, mentre quelli negativi e quelli di coloro che optano per la stazionarietà scendono rispettivamente di 2 e di 4 p.p. portando il saldo positivo da +3 p.p. a +11,1 p.p.; Domanda interna: stessa dinamica per questo indicatore che registra un importante miglioramento del saldo che passa da -0,3 p.p. di un anno fa a +9,2 p.p. di dicembre 2017 per effetto di un incremento dei giudizi positivi (dal 23,2% al 30,4%), una diminuzione di quelli negativi (dal 23,4% al 21,2%) ed una percentuale di quanti propendono per la stazionarietà che scende sotto al 50%;

Domanda estera: a fronte di una percentuale ancora superiore al 50% di giudizi di stazionarietà, sono in aumento di 4 p.p. i giudizi negativi (dal 16,2% al 20,4%) per un saldo che si mantiene positivo (+8,5 p.p.) ma in peggioramento rispetto a quello di un anno fa (+11,3 p.p.).

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