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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Conegliano

Il delitto di Margherita Ceschin, restano dietro le sbarre i quattro indagati

Il gip Marco Biagetti ha confermato oggi, 24 luglio, la custodia cautelare in carcere per l'ex marito della vittima, il 79enne Enzo Lorenzon, per la sua compagna Dileysi Lorenzo Guzman, 32 anni, per il 38enne Sergio Luciano e il 41enne Juan Maria Guzman. Nelle intercettazioni telefoniche e ambientali le prove del loro coinvolgimento nella uccisione della 72enne

Il gip Marco Biagetti ha accolto le richieste dei pubblici ministeri Michele Permunian e Anna Andreatta: Enzo Lorenzon, Dileysi Lorenzo Guzman, Sergio Luciano e Juan Maria Guzman, le quattro persone arrestate nella notte tra il 21 e il 22 luglio accusate di essere i mandanti (l'ex marito Lorenzon e la nuova compagna di lui, Dileysi Lorenzo), uno degli esecutori materiali (Sergio Luciano) e uno dei due mediatori (Guzman) dell'omicidio di Margherita Ceschin, restano dietro alle sbarre. Oggi, 24 luglio, gli indagati, assistiti dagli avvocati Fabio Crea e Martina Pinciroli (a cui, per la 32enne che sarebbe stata l'amante dell'ex marito, è subentrato l'avvocato Pio Romano) avevano sostenuto - sempre davanti allo stesso giudice - l'interrogatorio di garanzia in cui si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere. Il gip, che contesta loro anche il furto del portafogli (il 41enne è anche accusato di detenzione di stupefacenti, essendo stato trovato in possesso di 300 grammi di cocaina), che sarebbe stato sottratto dalla borsetta della vittima, nella sua ordinanza scrive che l'unica misura cautelare adeguata e possibile allo stato attuale sia il carcere, riservandosi di depositare le motivazioni entra 24 ore.

Le prove a carico dei quattro stanno principalmente nelle intercettazioni telefoniche ed ambientali a cui sono soggetti già a partire dai primi giorni successivi all'omicidio della Ceschin. In particolare una, intercorsa tra Enzo Lorenzon e Juan Maruia Guzman , in cui l'ex coniuge della 72enne ripete più volte «vietato... vietato .... vietato...telefonare. Indagati». Le utenze dei quattro indagati appaiono essere in contatto tra loro e con quella di una donna (ritenuta la seconda intermediaria) che aggancia le celle di Conegliano due giorni prima del delitto (probabilmente per un sopralluogo) e la sera stessa in cui la Ceschin muore. Lo stesso accade per l'utenza in uso a Sergio Luciano, che viene anche intercettato la mattina successiva, mentre sarebbe stato in viaggio (in macchina) verso la Francia da dove si ipotizza avrebbe raggiunto la Spagna riaccompagnando i due killer precedentemente assoldati.

Dileysi Luciano e la compagna di Sergio Luciano, intrattengono poi una conversazione il 5 luglio  che viene captata dagli inquirenti nella quale, fra le varie cose dette (una di queste identificherebbe proprio il paese iberico come destinazione dell'uomo la mattina successiva all'omicidio) discutono del fatto che «Sisco e Joel hanno fatto un casino». «Il casino non lo ha fatto solo Sisco - avrebbe detto la 32enne - mi dice che il casino lo ha fatto Joel ... porca puttana manda via solo tuo fratello (riferendosi al marito Sergio Luciano), mandalo via con lei (riferendosi ad una donna vicino a Joel)».

Il sopraluogo del Ris di Parma

La conversazione continua e la Dileysi, riferendosi a Sergio Luciano, afferma che lo stesso ha aspettato che la compagna andasse a lavoro per «prendere le sue cose ed allontanarsi con la macchina di Enzo (Lorenzon)... hanno aspettato che si ... fosse andata a lavoro... hanno raccolto tutto e sono andati via.. Questa, la mia ipotesi. Ma dopo essendo che non rispondeva neanche a Enzo che gli aveva prestato la sua macchina... Enzo mi dice che lo chiama lo chiama e non gli risponde...». Dileysi afferma inoltre di essere preoccupata di un suo coinvolgimento: «Gli ho detto guarda che non voglio casini perché alla fine sempre sono io in mezzo... perché alla fine sei cugino mio... chiederanno... è cugino di chi? Di Lisi (diminutivo di Dileisy)... quindi sono sempre io in mezzo, gli ho detto...». E poi: «Erano mascalzonerie loro... hanno fatto quello che hanno fatto ... non vogliono sapere... non voglio... che nessuno sappia.. questo pensavo io, ho detto ... questa qua gli ha dato i soldi.. hanno aspettato che la compagna (di Sergio Luciano) andasse al lavoro ... sono spariti... e basta...».

Il 13 luglio viene intercettata una telefonata tra Juan Maria Guzman e Enzo Lorenzon. Oltre ad emergere dettagli sull'utilizzo di un veicolo del Lorenzon utilizzato per raggiungere Conegliano, i due inoltre ragionano su eventuali indagini circa la macchina  aggiungendo che se proprio dovesse venir fuori non si può dimostrare che questo veicolo è uscito fuori dall'Italia. E la conversazione continua facendo sempre riferimento ancora al veicolo: Guzman e Lorenzon parlerebbero del fatto che il veicolo è stato lavato (dopo il viaggio in Spagna) e che immediatamente dopo è stato lasciato presso l'abitazione dell'ex marito della povera Margherita Ceschin.

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