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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Riese Pio X

Finti investimenti, ora c'è anche una denuncia di Banca Intesa

Roberto Battagello, ex funzionario prima di Veneto Banca a Riese Pio X passato poi agli uffici di Mestre del colosso torinese, è indagato dalla Procura di Treviso per una truffa ai danni di ignari clienti cui avrebbe fatto sottoscrivere contratti fasulli per quasi 7 milioni di euro. Il 61enne è stato anche denunciato da Intesa per aver falsificato le carte con cui redigeva i report che illustravano le rese

Quando Veneto Banca fu messa in liquidazione amministrativa coatta - nel 2017 -  tutte le attività, e i dipendenti, furono ceduti a Banca Intesa. E' allora, poco prima di andare in pensione, che Roberto Battagello, il 61enne ex funzionario della popolare di Montebelluna che venne traferito alla presso  gli uffici di Mestre dell'istituto di credito torinese, avrebbe falsificato le carte di Intesa mostrando ai suoi clienti le rese di investimenti che però sarebbero stati solo finti. L'uomo, che attende ancora la fissazione della data dell'udienza preliminare in cui deve difendersi dall'accusa di truffa per essersi intascato dai 4 ai 7 milioni di euro, è stato denunciato anche da Intesa proprio per aver utilizzato e camuffato i loghi della banca. Nei confronti di Battagello, difeso dall'avvocato Luca Dorella, la Procura di Treviso aveva chiesto l'archiviazione per questo specifico reato in quanto le "copie" della carta intestata sarebbe stata fatta in maniera grossolana e facillente riconoscibile. Ma i vertici di Intesa hanno dato mandato ai loro avvocati di opporsi. Nelle prossime settimane quindi sarà fissata l'udienza in cui il bancario saprà se dovrà o meno rispondere anche di falso e contraffazione.

Il 61enne, che avrebbe speso (o forse occultato) tutto quanto il suo bottino, avrebbe iniziato a truffare i clienti addirittura dai primi anni '90. E' infatti quello il periodo in cui avrebbe assunto un ruolo di primo piano all'interno della fililale di Veneto Banca di Riese Pio X offrendo soluzioni di investimento che al tempo sarebbero apparse molto convenienti. I soldi, tutti versati sotto forma di denaro contante,  non avrebbero però mai preso la strada degli investimenti ma finivano in conti deposito e titoli intestati all'uomo mentre falsi sarebbero stati, appunto, i documenti contabili che consegnava.  Quando già a a metà degli anni '90 qualcuno chiese di smobilizzare, lui avrebbe utilizzato i fondi che gli erano stati affidati da nuova clientela per saldare il conto con la vecchia. Un "giro" che però, anni dopo, sarebbe venuto alla luce

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