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Cronaca Castelfranco Veneto

Razzia di palloni negli impianti del Salvarosa Calcio: graziati tre ciclisti della Zalf

Dopo aver chiesto scusa e aver risarcito il danno, gli atleti hanno chiuso i conti con la giustizia patteggiando un'ammenda di 20.200 euro per furto aggravato e danneggiamento

CASTELFRANCO VENETO E' stata una bravata però sapevano di averla fatta grossa. Dopo aver ammesso i propri errori assumendosi in aula la piena responsabilità del gesto, aver chiesto scusa e aver risarcito a pieno i danni provocati al Salvarosa Calcio, i tre ormai ex ciclisti della società sportiva Zalf Desireè Fior di Castelfranco Veneto hanno chiuso i conti con la giustizia patteggiando un'ammenda complessiva di 20.200 euro e ottenendo la sospensione condizionale della pena.

N.R., 25enne di Spinea, D.G., 23enne di Bovolone in provincia di Verona, e F.R., 20enne di Montecassiano, comune marchigiano in provincia di Macerata, erano finiti di fronte al giudice Cristian Vettoruzzo per rispondere dei reati di furto aggravato e danneggiamento al termine di una notte brava che si era consumata a settembre. Il loro atteggiamento processuale, consigliato dagli avocati Dalla Libera, Doroni e Salvini, ha contribuito non poco a giungere a una conclusione consona della vicenda.

I fatti incriminati risalgono, come detto, alla notte tra l'8 e il 9 settembre scorso. I tre ciclisti, stando alla ricostruzione della Procura di Treviso, avevano passato la sera a festeggiare e, mentre stavano tornando all'albergo in cui risiedevano, percorrendo via dei Carpini avevano notato che il cancello del campo sportivo di Salvarosa non era chiuso con il lucchetto. A bordo della Ford Fiesta scura con cui si stavano spostando sono così entrati nel parcheggio dell'impianto sportivo e attraverso una finestra sono entrati negli spogliatoi e nell'ufficio.

Dopo aver spaccato un posacenere e aver sporcato un muro con una bottiglia, i tre avevano caricato nell'auto una ventina di palloni da calcio oltre a diverse pettorine, pantaloncini e calzettoni da gioco, ghiaccio spray e cerotti (materiale per un valore complessivo di circa 600 euro). La loro azione era stata però notata da un residente che aveva allertato il 112 che prontamente era intervenuto inviando una pattuglia sul posto. I militari dell'Arma avevano infatti bloccato poco distante la vettura dei tre ciclisti rinvenendo anche il “bottino” del colpo, in parte nell'abitacolo e in parte abbandonato per strada. Segno che si era trattato davvero di una bravata.

Per i tre erano comunque scattate le manette: dopo la convalida dell'arresto nel corso del processo per direttissima, i tre ciclisti erano stati rimessi in libertà senza alcuna misura restrittiva ma la società, venuta a sapere del fatto, aveva decretato la loro sospensione.  

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