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Martedì, 30 Aprile 2024

Picchiato in centro da due minori: «Non provo rabbia, spero capiscano le loro azioni»

Luca Gobbo, il 48enne aggredito in vicolo Rialto lo scorso 5 aprile, ha incontrato il sindaco di Treviso. Il racconto: «Uno degli aggressori ha detto che si sarebbe comprato lo scooter con i miei soldi. Sogno un progetto per rendere i giovani più consapevoli»

Luca Gobbo, il 48enne rimasto coinvolto lo scorso 5 aprile nel pestaggio da parte di due minorenni in Vicolo Rialto a Treviso, ha incontrato venerdì 12 aprile il sindaco Mario Conte che lo ha voluto ringraziare di persona, scusandosi per quanto avvenuto a nome di tutta la città.

Gobbo, padre di due figli gemelli di 24 anni, è originario di Sambughè (frazione del comune di Preganziol) ma da tempo vive con la famiglia in Svizzera. Lo scorso 5 aprile si trovava a Treviso per sbrigare delle commissioni personali quando, in vicolo Rialto, si è accorto che una mamma con figli al seguito stava venendo presa di mira da due giovani di 15 e 17 anni dopo aver detto loro di non impennare con la bicicletta. Quando Gobbo è intervenuto in difesa della signora, i due ragazzini hanno iniziato a colpirlo con calci e pugni. Il 48enne è riuscito a difendersi e a rispondere alle botte. Individuati, i due giovani sono stati denunciati.

Venerdì 12 aprile il signor Gobbo è tornato a Treviso per incontrare di persona il sindaco Conte che ha spiegato: «Oltre a porgergli le scuse doverose per l'episodio increscioso in cui è rimasto coinvolto, ho voluto ringraziare il signor Gobbo anche per l’equilibrio e la saggezza nei suoi interventi pubblici che lo vedono sempre propositivo e costruttivo. Luca vuole superare brutta vicenda cercando di far nascere qualcosa di buono per i giovani insieme all'amministrazione comunale e a tutti coloro che si rapportano quotidianamente ai ragazzi» ha detto Conte.

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«Non si tratta di perdonare o scusare i miei aggressori ma di dare l'esempio e far capire ai ragazzi che ad ogni azione corrispondono delle conseguenze - le parole di Gobbo -. Durante l'aggressione uno dei due ragazzi mi ha detto che si sarebbe comprato un nuovo scooter con i miei soldi. Io stesso, per un attimo, ho avuto paura di essere accusato per aver aggredito due minorenni. Nonostante tutto non ho mai provato rabbia per quanto accaduto. Ora sono in contatto con il padre di uno dei due aggressori, mi è sembrato una brava persona la loro famiglia va tutelata. Con il figlio parlerò quando uscirà di prigione, mi auguro non servano avvocati. La denuncia ci sarà, ovvio che se non collabora gli avvocati faranno il loro dovere ma mi auguro non servano. Bisogna fissare dei parametri di legalità e buon senso che non devono essere superati, venendo incontro ai giovani, quando possibile, per aiutarli ad esprimersi».

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