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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Mogliano, parla la mamma del 15enne: «Mio figlio era diventato violento»

Non c'è ancora un movente per il gesto compiuto dall'aggressore di Marta Novello. La studentessa 26enne è ancora ricoverata in terapia intensiva ma le sue condizioni migliorano

Marta Novello è perfettamente cosciente, respira autonomamente e le sue condizioni migliorano di ora in ora anche se, per il momento, resta ricoverata in terapia intensiva all'ospedale Ca' Foncello di Treviso. Lo afferma oggi l'Ulss 2 - Marca trevigiana in una nota ufficiale sulle condizioni di salute della giovane. "Voglio vedere mamma e papà" erano state le prime parole di Marta al risveglio, mercoledì 24 marzo. La studentessa 26enne stava correndo in una tranquilla zona residenziale di Mogliano Veneto quando, lunedì pomeriggio, era stata accoltellata da un ragazzino di 15 anni. Una violenza brutale e insensata ancora senza un movente, per ora. Sull'aggressione restano molti punti oscuri, anche se l'ipotesi è quella di una rapina finita male. La giovane avrebbe detto ai soccorritori che il 15enne voleva rubarle il portafoglio. Resta da chiarire se i due si fossero già visti in precedenza. Perché tanta violenza? Presto, la ragazza potrebbe dire la sua verità sui fatti. Domani, invece, è atteso l'interrogatorio di garanzia e la convalida dell'arresto per l'aggressore 15enne.

«Mio figlio è cambiato. A scuola prima era bravo, poi è diventato violento». La madre del ragazzino che ha aggredito Marta con venti coltellate racconta così al Corriere della Sera i momenti difficili vissuti in questi ultimi mesi dal figlio, che ora si trova nel carcere minorile di Santa Bona a Treviso con l'accusa di tentato omicidio. Il 15enne frequenta un istituto alberghiero, la donna è una ragazza madre: il padre se n'è andato prima che suo figlio nascesse. Lo ha allevato da sola, con l'aiuto del fratello e dei genitori. Lavora come cuoca e il giorno dell'aggressione, lunedì, racconta di essere tornata a casa nel pomeriggio. Si è subito accorta che il figlio se ne era andato lasciando il cellulare a casa. Ha chiamato gli amici che non lo avevano visto. «Ho cominciato a preoccuparmi e sono uscita a cercarlo. Aperta la porta, mi sono trovata i carabinieri davanti». Non appena ha saputo che Marta si era risvegliata dal coma, è scoppiata in lacrime, commossa. «Sapere che se la caverà mi rende davvero tanto felice - racconta - In queste ore ho pensato continuamente a lei e al dolore dei suoi genitori. Mi dispiace, quello che ha fatto mio figlio è grave. Aveva buoni voti - dice la madre del ragazzo -, poi è cominciata la didattica a distanza. E da quando la squadra di calcio in cui gioca ha sospeso gli allenamenti, la situazione è peggiorata. È come se, in mezzo a tutte queste restrizioni, non riuscisse a trovare un equilibrio. Credo che lunedì il suo cervello abbia avuto una sorta di blackout. Non è una giustificazione».

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