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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Bambino tolto agli affidatari, fissata la nuova udienza per l'archiviazione dell'inchiesta

Il caso è relativo al piccolo che, nel giugno del 2021, era stato portato via da quella che per quasi 4 anni aveva chiamato casa sulla scorta di un relazione negativa della coordinatrice della scuola elementare. Alla precedente richiesta di proscioglimento, accolta dal gup, l'avvocato dei genitori aveva presentato un reclamo per questioni di legittimità

E' stata fissata al prossimo 27 febbraio la nuova udienza per l'archiviazione del caso che, nei mesi scorsi, aveva visto coinvolti Pasquale Borsellino, 60 anni, chiamato in causa come direttore dell'Uoc Infanzia, Adolescenza, Famiglia e Consultori Distretto Treviso Nord dell'Usl 2, Valerio Favaron, 65 anni, assistente sociale presso il servizio affido dell'Usl2 di Treviso e Valentina Castelli, 40 anni, psicologa al servizio affido dell'Usl 2 (difesi dall'avvocato Luigi Faldalti). La storia è quella del bambino di otto anni, affetto dalla sindrome Adhd, che con un provvedimento del Tribunale dei minori di Venezia era stato portato via dalla famiglia affidataria - che risiede a Mogliano - mentre era in corso la procedura di adozione. Il reato per cui la Procura aveva chiesto il proscioglimento è quello di falso in atti d'ufficio mentre resterebbe a carico degli indagati (a vario titolo) solo la omessa denuncia. A chiedere che il caso tornasse davanti in Tribunale era stato l'avvocato Giovanni Bonotto, che contro la precedente decisione del giudice per l'udienza preliminare aveva presentato un reclamo invocando la nullità del provvedimento per questioni di legittimità.

La vicenda era venuta alla luce quando, nel giugno del 2021, il piccolo era stato tolto da quella che era stata la sua casa per quasi 4 anni a seguito di un documento redatto da una suora che è anche la coordinatrice della scuola paritaria di Preganziol frequentata dal bimbo. Secondo la religiosa il bimbo sarebbe stato «vittima di violenze e percosse, umiliazioni con docce fredde, come punizione per avere fatto la pipì a letto» e avrebbe avuto i capelli strappati. Il medico dell’azienda sanitaria responsabile del caso aveva detto ai coniugi che «non sussistono più le condizioni perché stia con voi, adesso deve andare in comunità», aggiungendo che si sarebbero dimostrati poco protettivi nei confronti del ragazzino. Inoltre ci sarebbero state tutta una serie di segnalazioni che, nel caso in cui gli affidatari si fossero opposti al provvedimento, l’Usl si sarebbe vista costretta a "tirare fuori", mandando le carte in tribunale. Da qui la querela per omessa denuncia.

L'archiviazione è relativa alla circostanza secondo cui le persone indagate avrebbero sottoscritto una relazione, trasmessa al tribunale dei minori di Venezia a inizio giugno del 2021, nella quale attestavano che la coppia affidataria, pur non condividendo il progetto, s'era resa disponibile ad accompagnare il piccolo e a partecipare al suo inserimento nella nuova comunità.

«Ci chiediamo - si era chiesto l'avvocato Bonotto - che cosa sia successo tra la data di chiusura delle indagini e i primi giorni di febbraio quando è arrivata la richiesta di proscioglimento. Una cosa è certa: gli affidatari non hanno nessuna intenzione di mollare la presa, soprattutto alla luce della decisione dei servizi sociali della Usl di Padova che li reputano genitori "ideali" per l'adozione del bambino»

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