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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Tolto per inadeguatezza dall'affidamento ma l'iter per l'adozione continua, il calvario di una coppia di Mogliano

Il bambino, che ha 9 anni, nel giugno dell'anno scorso era stato prelevato sulla base di un provvedimento del Tribunale dei Minori di Venezia e portato in una comunità in attesa di una nuova collocazione. Ma la coppia è stata convocata all'inizio di questa estate per completare l'iter delle pratiche di adozione avviate nel novembre del 2020. Il legale dei coniugi: « Ci sentiamo tutti presi in giro»

Il 7 giugno dell'anno scorso è stato tolto dopo quasi quattro anni dall'affidamento in quanto la famiglia sarebbe stata inadeguata. Questa estate però l'iter per l'adozione del piccolo di 9 anni, presentata dalla coppia (residente a Mogliano) nel novembre del 2020, continua: "mamma" e "papà" sono stati sono stati infatti sentiti dai servizi sociali di una Usl padovana per la valutazione della loro capacità genitoriale e a fine mese dovrebbe arrivare la decisione.

«Siamo di fronte ad una sorta di piccolo "caso Dreyfus" - commenta Giovanni Bonotto, legale della famiglia - e i genitori si sentono francamente presi in giro. Se la relazione fosse positiva e i due venissero considerati in grado di diventare i genitori del bambino, cosa succederebbe del provvedimento con cui il Tribunale dei Minori di Venezia, sulla base di una relazione stesa dai servizi sociali della Ulss 2, ha deciso di mettere in comunità il piccolo? Francamente ho il sospetto che tutto l'iter sia soltanto una questione formale e soprattutto incomprensibile, che approderà in un giudizio negativo nei confronti dei miei clienti, fatti passare per due matti». 

Ad attendere il bambino, affetto dalla sindrome Adhd, un disordine dello sviluppo neuro psichico caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi e che si manifesta generalmente prima dei sette anni d'età, ci sarebbe un'altra famiglia affidataria, individuata dai servizi sociali. Ma ad oggi rimane nella comunità in cui è stato portato un anno fa, in attesa del risultato dell'esame relativo alla sua adottabilità. 

Il caso nel frattempo ha preso anche una piega giudiziaria: gli ex affidatari nei mesi scorsi hanno infatti presentato in Procura di Treviso due denunce, una a carico del dottore responsabile del servizio e tutti gli operatori che sono intervenuti nella vicenda, in cui si ipotizzano i reati di abuso in atti d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico, omissione di atti d’ufficio e minaccia, l'altra (confluita oggi nel primo fascicolo di competenza del sostituto procuratore Mara De Donà) per calunnia contro la suora coordinatrice della scuola paritaria di Preganziol frequentata dal bimbo, che aveva fatto la segnalazione alla Ulss 2 parlando di violenze e percosse, umiliazioni con docce fredde, come punizione per avere fatto la pipì a letto e di capelli strappati. 

Resta il "giallo" di come sia possibile che il bambino sia stato tolto ai coniugi moglianesi che lo avevano in affidamento e contemporaneamente prosegua la procedura di adozione. «E' come - spiega Bonotto - se le due decisioni prese dal Tribunale dei Minori, che deve dire la parola definitiva anche  sulla questione dell'adozione, seguissero binari paralleli. Sono curioso di vedere a che tipo di conclusioni arriveranno i servizi che devono valutare sulla capacità genitoriale».

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