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Cronaca Montebelluna

Agguato ad un autista Actv, autori a processo: volevano salire in autobus con un pitbull

I due imputati sono un 30enne di origine marocchina residente a Zero Branco e un 22enne di Scorzè. Il 16 ottobre scorso salirono alla fermata di fronte al municipio di Scorzè con l'animale e al diniego scattò, il giorno seguente, la vendetta

Volevano salire in autobus con un pitbull e, di fronte al diniego opposto, come da regolamento, dal conducente, hanno deciso di fargliela pagare: il giorno dopo lo hanno atteso al varco, pigliando la stessa corsa, lo hanno provocato e offeso e lo hanno picchiato davanti a numerosi altri passeggeri, atterriti. Ma adesso a dover pagare saranno loro. La Procura di Venezia ha chiesto il rinvio a giudizio per i due giovani teppisti autori dell’ennesima aggressione ad un autista Actv, avvenuta il 17 ottobre 2017: dovranno comparire all’udienza preliminare il prossimo 12 giugno.

Vittima del gravissimo episodio, in un periodo di escalation di atti di violenza nei confronti del personale dell’azienda, un (oggi) 62enne di Montebelluna, con 36 anni di servizio alle spalle, che è assistito da Studio 3A: “teatro” del pestaggio, un bus della linea 6E Scorzè-Mestre, precisamente la corsa partita alle 17.03. In realtà la vicenda ha un antefatto fondamentale il giorno precedente, il 16 ottobre, quando i due imputati, M. M., (oggi) 30 anni, di origine marocchina residente a Zero Branco, in provincia di Treviso, e R. T., (oggi) 22 anni, di Scorzè, fanno per salire alla fermata di fronte al municipio di Scorzè, ma con un pitbull al guinzaglio di proprietà di uno dei due. Il conducente fa presente loro che non possono portare l’animale, che non era proprio un “cagnolino” e che peraltro, proprio mentre discutono, si strappa la museruola: spiega che il regolamento, affisso anche sul mezzo, vieta di prendere a bordo cani di media e grossa taglia e di razze pericolose per tutelare l’incolumità dei passeggeri. Ma questo concetto, anche di buon senso, non viene recepito dai due giovani, che reagiscono in modo aggressivo, offendono e minacciano il conducente (“te la faremo pagare”), tanto da costringerlo a chiudere in fretta le porte, e prendono pure a calci l’autobus.

Mantenendo fede alla “promessa”, visto che gliel’avevano “giurata”, l’indomani, 17 ottobre, i due (stavolta senza animale), qualche fermata più in là nel tragitto verso Mestre, al confine con Martellago, salgono sullo stesso autobus e sulla stessa corsa partita da Scorzè alle 17.03, sperando evidentemente di ritrovare lo stesso conducente: infatti, alla guida c’è proprio il 62enne, in servizio con il medesimo turno e sulla stessa tratta del giorno precedente. “Grazie per avermi fatto salire con il cane, ieri” e giù una prima offesa, esordisce il padrone dell’animale passando accanto all’autista. Il quale cerca nuovamente di spiegare il motivo del suo diniego, ma è fatica sprecata: il proprietario del pitbull e il compare cominciano a inveire contro di lui, si avvicinano sempre più minacciosi, lo sfiorano con le mani. Al che il conducente fa per chiamare le forze dell’ordine con il telefonino, ma i due glielo strappano di mano e, al suo tentativo di riprenderselo, si materializza l’aggressione fisica: lo scaraventano a terra e lo prendono a calci e pugni. E’ solo grazie all’intervento di alcuni passeggeri che i due balordi si fermano e l’autista, malconcio, riprende il suo posto al volante e riparte. Durante il tragitto però riesce a chiamare i carabinieri che intercettano il bus alla fermata dei Quattro Cantoni, a Mestre, e bloccano, prendono in consegna e identificano gli autori del pestaggio.

Il 62enne stringe i denti, completa il suo turno di servizio e, tornato al capolinea, informa subito dell’accaduto il suo responsabile e si reca per le cure del caso al Pronto Soccorso dell’ospedale di Montebelluna, dove gli riscontrano un trauma contusivo allo zigomo sinistro, un’escoriazione al collo e una contusione muscolare da percosse alla coscia destra, giudicate guaribili in 12 giorni. Ma le lesioni fisiche sono niente in confronto al turbamento emotivo causato dall’episodio e alla sindrome ansioso depressiva che il malcapitato svilupperà e che estenderà la prognosi a oltre 40 giorni: l’autista, che nel frattempo è andato in pensione, per lungo tempo ha avuto il terrore di riprendere il lavoro al pensiero di poter rivivere la stessa esperienza e non ha svolto i suoi ultimi mesi di attività con la dovuta serenità.

Per ottenere giustizia, il conducente si è affidato, attraverso la consulente personale Daniela Vivian, a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che peraltro ha stipulato una convenzione ad hoc con il Cra Actv proprio per assistere autisti e personale viaggiante dell’azienda che si trovassero a subire le stesse situazioni e che supporta anche altri conducenti. E’ stata presentata denuncia querela, fornendo anche le indicazioni di una testimone, una passeggera: la Procura di Venezia, per il tramite del Pubblico Ministero dott.ssa Carlotta Franceschetti ha aperto un procedimento penale indagando i due giovani per i reati di lesioni personali gravi in concorso e, al termine delle indagini preliminari, ne ha chiesto il rinvio a giudizio al Gup del Tribunale, dott.ssa Marta Paccagella. La quale ha fissato l’udienza preliminare per il 12 giugno, alle 9,45, presso la cittadella della Giustizia di piazzale Roma. Un processo dal quale il conducente e Studio 3A si aspettano non solo giustizia ma anche un segnale forte contro questi inaccettabili atti di violenza nel luogo di lavoro.

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