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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Moriago della Battaglia

Omicidio a Moriago, Elisa uccisa con venti coltellate

La giovane 35enne di Pieve di Soligo è stata presa di sorpresa e colpita decine di volte da Fabrizio Biscaro, 34enne operaio di Col San Martino. Per l'uomo, rinchiuso in isolamento nel carcere di Treviso, si starebbe cercando il ricovero in una struttura per persone con gravi problemi psichiatrici. Il pubblico ministero Gabriella Cama ha disposto l'acquisizione della cartella clinica presso il centro di salute mentale che lo ha avuto in cura

L'ha sorpresa mentre stava prendendo il sole in riva al Piave, all'Isola dei Morti di Moriago della Battaglia, sbucando all'improvviso dalla boscaglia circostante e gli ha inferto una ventina di coltellate. La vittima, Elisa Campeol, 35enne di Pieve di Soligo, dove lavorava nel bar gestito dalla famiglia, ha cercato di difendersi, come testimoniano le profonde ferite da arma da taglio che aveva sulle braccia, ma non è riuscita a sfuggire al suo aggressore. Poi, poco dopo le 13, passata circa una mezzora dall'assassinio, Fabrizio Biscaro, 34enne operaio di Col San Martino che lavorava alla DHE di Follina, si è presentato alla stazione dei carabinieri di Valdobbiadene con le mani ancora insanguinate e il coltello nascosto dentro ad uno zainetto. Voleva consegnarsi ma ha trovato tutto chiuso. «Venite, ho appena ucciso una donna, sono qui per costituirmi ma voi non ci siete» avrebbe detto all'operatore del 112. L'uomo si trova attualmente recluso in isolamento presso il carcere trevigiano di S. Bona; ma il suo legale, l'avvocato Rosa Parenti, e il pubblico ministero Gabriella Cama, titolare del fascicolo aperto in Procura per omicidio volontario, starebbero cercando una sistemazione alternativa per Biscaro, che mostra evidenti segni di squilibrio.

Ieri, mercoledì 23 giugno,  il 34enne è stato sottoposto a 8 ore di interrogatorio durante il quale ha spiegato le ragioni del gesto e i suoi spostamenti antecedenti alla tragedia. Pare confermata la circostanza secondo cui l'omicida e la vittima non si conoscevano e non avevano nessun rapporto. Biscaro ha colpito per "furia incontenibile" animata dal desiderio di far del male a qualcuno. Stando alle prime ricostruzioni, su cui stanno ancora lavorando gli inquirenti, l'uomo sarebbe uscito dal lavoro nel pomeriggio di martedì 22 giugno e si sarebbe recato presso un supermercato di Valdobbiadene, dove ha acquistato il coltello utilizzato per colpire a morte Elisa Campeol e quindi si sarebbe recato presso un tabacchino della zona. Poi avrebbe girato con la macchina, all'interno della quale ha passato la nottata. Il mattino successivo si sarebbe recato all'Isola dei Morti, un posto che conosceva bene avendoci passato molto tempo da piccolo. Su disposizione del pubblico ministero gli è stato sequestrato il cellulare, attraverso cui gli investigatori vogliono verificare tutti gli spostamenti del killer. 

Ma all'attenzione dell sostituto procuratore Cama c'è anche la storia medica di Biscaro, che sei mesi fa sarebbe stato ricoverato in ospedale in seguito ad un tentativo di suicidio e di altri atti di autolesionismo. Al 34enne. che ad un certo punto avrebbe deciso di uscire  dal nosocomio, era stata prescritta una cura farmacologica che però, circa tre mesi fa, aveva sospeso a causa di alcuni effetti  collaterali. Il pubblico ministero disporrà l'acquisizione della cartella clinica e soprattutto prenderà in esame la diagnosi che fu fatta dal Centro di Salute Mentale del distretto di Pieve di Soligo. «Sarà interessante - spiega l'avvocato Parenti - capire perché si sia stato lasciato solo in un momento tanto delicato e difficile».

Già domani si svolgerà probabilmente l'udienza di convalida del fermo mentre nei prossimi giorni verrà dato l'incarico per l'effettuazione dell'autopsia sul corpo di Elisa Campeol, affidata la medico patologo Alberto Furlanetto.   

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