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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Moriago della Battaglia

Accoltellamento a Moriago, due mesi per la perizia psichiatrica sull'assassino

Oggi, 7 settembre, Tullio Franceschini, il consulente del Tribunale, ha preso l'incarico di esaminare la condizioni di salute mentale di Fabrizio Biscaro, il 34enne reo confesso dell'omicidio di Elisa Campeol, avvenuto lo scorso 23 giugno. Entro il 17 novembre dovrà dire se l'uomo fosse in grado di intendere e volere al momento di commettere il gesto, se sia in grado di stare a processo e se sia socialmente pericoloso

Entro due mesi il consulente del Tribunale consegnerà la relazione tecnica relativa alla perizia su Fabrizio Biscaro, il 34enne operaio interinale di Col San Martino reo confesso dell'omicidio della 35enne Elisa Campeol, avvenuto lo scorso 23 giugno su una spiaggetta in riva al fiume Piave  presso l'Isola del Mort, a Moriago della Battaglia.

Tre sono i quesiti a cui Tullio Franceschini, lo psichiatra incaricato dal giudice per le indagini preliminari Marco Biagetti, dovrà dare una risposta  entro il 17 novembre: se Biscaro fosse in grado di intendere e volere al momento di commettere il gesto, se abbia la capacità di stare a processo e se sia socialmente pericoloso come indicato nell'ordinanza con cui il gip aveva confermato per lui la custodia cautelare in carcere a Treviso. Il 34enne è accusato di omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione.

L'uomo ha colpito Elisa Campeol con 20 pugnalate, intorno all'ora di pranzo di quel caldo 23 giugno. Ha vagato nella boscaglia circostante al luogo dell'accoltellamento per due ore con in mano l'arma,  che aveva comperato il giorno in un supermercato a Valdobbiadene, poi si è avventato sulla giovane donna che stava prendendo il sole. Mortale è risultato il fendente che ha raggiunto la Campeol al cuore e che ha causato il suo rapido dissanguamento.

Biscaro, che viveva con i genitori, era stato in passato  ricoverato in ospedale  per alcuni episodi di autolesionismo pregressi, tra cui un tentativo di suicidio avvenuto all'inizio del 2020 e sventato dal padre. Era anche un paziente del Centro di Salute Mentale di Conegliano, presso cui era in cura per una depressione ma da cui risulta dimesso. Gli era stata data una cura farmacologica che però secondo i genitori non seguiva più da tempo.
  

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