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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Paese

Rogo di Castagnole, la difesa:  «Non può essere stato lui, va assolto»

Sono servite sei ore per l'arringa dell'avvocato Rossella Martin, legale di Sergio Miglioranza, per concludere la discussione del processo in cui il 74enne deve difendersi dall'accusa aver dato fuoco alla sua casa di Paese il 10 giugno del 2020. Nel rogo erano morte anche la moglie dell'anziano e un'amica che viveva con loro

Troppi gli inneschi perché fossero accesi da una sola persona e gli acceleranti, trovati in sei punti utilizzati per innescare le fiamme non produrrebbero risultati compatibili con l'uso di benzina. Inoltre l'anziano sarebbe stato all'interno dell'abitazione (una donna, nel corso della chiamata alla centrale operativa dei vigili del fuoco aveva parlato di tre persone dentro alla casa) e inoltre c'era chi avrebbe potuto volerlo morto. In oltre sei ore di arringa l'avvocato Rossella Martin, difensore di Sergio Miglioranza, il 74enne che il 10 giugno del 2020 avrebbe appiccato dolosamente il fuoco che distrusse la sua casa e uccise la moglie, Franca Fava che aveva 68 anni, e un'amica che viveva con loro, la 72enne Fiorella Sandre, ha snocciolato oggi, 12 aprile,  tutte le ragioni per le quali, alla fine, ha chiesto l'assoluzione. L'uomo è sotto processo per duplice omicidio volontario premeditato, incendio doloso e frode all'assicurazione.

Il 72enne, secondo il pubblico ministero Anna Andreatta, avrebbe impiegato 17 minuti a mettere in atto il piano diabolico. Questo almeno dice la superperizia disposta dalla Corte d'Assise e effettuata dai due periti Alberto Sturaro e Arnaldo Bagnato. L'incendiario, secondo i due esperti, avrebbe preparato 11 punti di innesco, 9 esterni alla casa e due internamente al primo piano utilizzando della benzina e dei blocchetti accendi fuoco. Poi avrebbe acceso il tutto (prima a quelli posti fuori dall'abitazione e successivamente a quelli interni) e quindi sarebbe uscito definitivamente dalla casa. Il rogo avrebbe attinto il piano terra provenendo dall'esterno, prevalentemente dalla alberature. Ma l'incendio che sarebbe scaturito al primo piano sarebbe nato dagli inneschi posti al di fuori della camera e di un cucinotto. Il pubblico ministero aveva citato delle intercettazioni telefoniche (un colloquio che era avvenuto con il fratello del presunto piromane) in cui un conoscente diceva che Miglioranza voleva liberarsi della presenza soprattutto della moglie, arrabbiata con lui perché aveva dilapidato circa 150 mila euro in un investimento fatto con una donna rom, che poi non gli avrebbe neppure restituito il capitale. L'uomo avrebbe quindi preparato la "trappola" posizionando delle bombole di gas e sbarrando la porta di uscita della lavanderia, che si trova al piano terra cioè proprio dove le due vittime erano solite dormire. Franca Fava e Fiorella Sandre sarebbero asfissiate mentre cercavano inutilmente una via di uscita dalle fiamme che presto le avrebbero raggiunte.

La Martin ha sostenuto che Miglioranza, quando era scoppiato l'incendio, si trovava dentro casa, come confermato da un lato dal fatto che l'anziano ha respirato molto fumo e che quando telefonò per dare l'allarme non si sarebbero sentiti i rumori degli scoppi che imperversano all'esterno. Il legale ha indugiato anche sulle piste alternative per spiegare il rogo: il prestito fatto ad una rom, pari a oltre 200 mila euro, che la donna non gli avrebbe più voluto restituire. E un senegalese il quale desiderava che Miglioranza desse ospitalità ad un donna sua compatriota a cui invece il 74enne, alla ricerca di una badante per la moglie, diede il ben servito scatenando le ire dell'immigrato. 

Il movente sarebbe stato il premio dell'assicurazione sull'incendio della casa, che Miglioranza avrebbe avuto già in macchina. Ma il difensore ha invece detto che il particolare non corrisponde alla verità: i documenti erano andati perduti con il rogo della casa e sono stati recuperati dagli investigatori soltanto nei giorni seguenti dalla Vittoria Assicurazioni, la compagnia che aveva coperto l'abitazione e che ha sporto la denuncia per truffa. Miglioranza, ha concluso, non avrebbe peraltro avuto ragione di volere Fiorella Sandre morta, avendo sottoscritto come garante una debito personale che la donna aveva chiesto per ragioni personali. Morta la 74enne l'anziano si ritrova ora con 55 rate da pagare e la finanziaria che ha avviato l'iter per arrivare al pignoramento della sua pensione. la sentenza sarà pronunciata il prossimo 24 maggio.

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