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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Pieve di Soligo

Prosecco Conegliano Valdobbiadene: un modello di sviluppo rurale e culturale

Curiosità, passato, presente e futuro del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Il tutto tra 3mila famiglie di viticoltori e 5mila addetti per produrre il Prosecco Superiore che rappresenta il 20% della produzione totale

PIEVE DI SOLIGO Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, ente privato di interesse pubblico che raggruppa 3mila famiglie di viticoltori, 5mila addetti (viticoltori, vinificatori, imbottigliatori) ritiene importante ribadire l’impegno per la tutela e la promozione del prodotto e la sostenibilità della produzione nel territorio. Il Prosecco Superiore rappresenta il 20% della produzione del Prosecco. La storia del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene inizia più di tre secoli fa. In questa area, infatti, la passione per la vigna e la vocazione naturale di ogni collina, si respira in ogni paese, in ogni frazione, in ogni borgo. Qui il vino è un elemento strettamente legato alla identità del luogo. Un vino che è combinazione di sapienza antica e di costante ricerca di qualità. Tra Conegliano e Valdobbiadene le generazioni di donne e gli uomini perpetuano il lavoro manuale e di tradizione, nei vigneti di alta collina, pur di garantire l’eccellenza qualitativa delle proprie produzioni.

Il Protocollo Viticolo

Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG dal 2011 si è dotato del Protocollo Viticolo, un documento che ha l’obiettivo di guidare, garantire e monitorare il processo di cambiamento nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari verso una maggiore compatibilità e sostenibilità ambientale e sanitaria. Lo scopo è quello di minimizzare l’impatto e il rischio dell’uso dei prodotti fitosanitari nei confronti dell’uomo e dell’ambiente accrescendo le sensibilità dei viticoltori.

Il progetto ha anticipato i tempi di attuazione del complesso impianto normativo europeo e nazionale riferito all’uso degli agrofarmaci a titolo professionale. In particolare l’aggiornamento del 2016 contiene una serie di novità frutto di nuove collaborazioni scientifiche, che hanno portato all’ulteriore riduzione delle molecole chimiche da utilizzare in vigneto. Le novità di carattere tecnico sono frutto di valutazioni interne alla commissione di esperti che redige il Protocollo Viticolo. Questo strumento tecnico e normativo parte dall’assunzione di responsabilità di tutta la filiera produttiva, che ha preso consapevolezza della forza generata dall’unità d’intenti dei soggetti coinvolti.

L’applicazione del Protocollo Viticolo passa attraverso il monitoraggio costante volto a rilevare l’evoluzione delle fitopatie e analizzare l’efficacia e l’aderenza alla realtà territoriale degli interventi consigliati volta per volta. Il Protocollo Viticolo si avvale del supporto tecnico dello Sportello Viticolo del Consorzio di Tutela. Alla storica collaborazione con l’ente CREA di Conegliano, si è affiancata quest’anno quella con Arpav, in particolare con la direzione regionale del servizio meteorologico di Teolo e di igiene e salute. Con questo ente è partita una significativa collaborazione che ha permesso di meglio qualificare i rischi connessi all’utilizzo dei fitofarmaci, evidenziati nel Protocollo Viticolo in una tabella creata appositamente, dalla quale i viticoltori possono ricavare le indicazioni necessarie per l’impiego dei prodotti fitosanitari. Nell’ambito dell’evoluzione della gestione dei fitofarmaci e in virtù di questa consapevolezza è anche bene ricordare che dal 2013 è stato proibito l’elicottero per l’impiego aereo di prodotti fitosanitari che si era già ridotto negli anni precedenti (rispetto ai 6.500 ettari coltivati quell’anno solo 350 ettari erano stati interessati dal volo).

L’integrità del prodotto

Il Prosecco Superiore rappresenta la storica Denominazione ed è prodotto con uve del vitigno Glera per non meno dell’85% e per non più del 15% delle varietà locali: Verdiso, Bianchetta, Perera, Glera lunga. L’ente certificatore terzo (Valoritalia) effettua controlli sul prodotto, cominciando dal vigneto sino alla bottiglia, per garantire il consumatore ben prima dell’immissione del prodotto sul mercato. La vinificazione deve essere eseguita secondo le rigide norme del Disciplinare e può avvenire solo all’interno dei 15 Comuni della zona DOCG. Lo stesso Consorzio di Tutela effettua regolarmente analisi campione sulle uve per assicurare il rispetto del Disciplinare e la salubrità della materia prima. Gli organismi competenti (USSL) analizzano campioni di vino Prosecco DOCG per garantirne la conformità.

La produzione biologica

La presenza di coltivazioni biologiche all’interno della Denominazione è di 129 ettari e numerose aziende stanno iniziando o hanno già avviato il percorso di conversione dei vigneti. Un gruppo di produttori di Prosecco Superiore biologico sta approfondendo l’opportunità di creare un biodistretto nell’ambito della DOCG. La viticoltura biologica è però una pratica agricola che richiede tempi di attuazione significativi e presenta numerose complessità per una implementazione rigorosa, soprattutto in un territorio impervio che richiede notevoli sforzi da parte dei coltivatori, dediti a una viticoltura cosiddetta “eroica” per le particolari condizioni ambientali e di lavoro. La forte pendenza, la quantità e la frequenza delle precipitazioni sulle colline del Conegliano Valdobbiadene rendono particolarmente impegnativa la coltivazione biologica.

Secondo il Professor Vasco Boatto, Professore Ordinario di Economia e Politica Agroalimentare presso l’Università di Padova e Direttore del Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (CIRVE) presso la Scuola Enologica di Conegliano: “Il percorso verso la viticoltura biologica è complesso per un’azienda di 2-3 ettari, come è la media dei numerosissimi viticoltori che concorrono alla produzione del Prosecco Superiore. Gli investimenti richiesti nel periodo di conversione sono importanti, gli incentivi comunitari sono ancora limitati e le garanzie assicurative per i danni prodotti dai fattori biotici in annate eccezionalmente favorevoli allo sviluppo dei parassiti sono ancora in fase di sviluppo. L’evoluzione in atto verso una gestione sempre più consapevole e precisa dei fitofarmaci, rappresentata chiaramente dal Protocollo Viticolo, è un processo che coinvolge invece in modo efficace tutti i viticoltori”.

La tutela del territorio

I dati Avepa registrano che tra il 2012 ed il 2015 la superficie a vigneto è cresciuta di circa 600 ettari. Interessante è che da una indagine del 1936 la superficie della zona a vigneto era complessivamente superiore agli 11.000 ettari, rispetto ai circa 7.000 ettari di oggi. Negli anni ’60 la superficie invece era simile a quella attuale.  Al contrario, il bosco ha avuto una grande espansione nel ‘900 e negli ultimi anni è rimasto sostanzialmente stabile: nel 1960 si registravano 7.040 ettari circa di superfice boschiva, nel 2007 sono stati rilevati 7.925 ettari circa. In sostanza la superficie coltivata a vite per il Prosecco DOCG e quella boschiva si equivalgono.

Ancora più precisamente, nei 15 comuni della DOCG la superficie “alberata” (che include siepi, cespugli ecc.) è di 12.500 ettari, mentre è la vegetazione specificatamente boschiva (secondo i criteri del Corpo Forestale) a ricoprire 7000 ettari. Il Consorzio ha attivato in collaborazione con università e centri ricerca (CREA, Università di Padova, Agenzia Veneta per lo Sviluppo in Agricoltura) progetti per lo sviluppo di un sistema agricolo che valorizzi e salvaguardi la biodiversità del vigneto, della flora spontanea, dei piccoli anfibi e dei microorganismi endofiti nel vigneto; progetti per il recupero, valorizzazione e utilizzo di biomasse da attività viticola verso le energie rinnovabili; sino al progetto per la difesa ecosostenibile con la riduzione dell’inquinamento nella viticoltura.

Le origini e il presente

La vite Glera trovò nel territorio del Conegliano Valdobbiadene l’ambiente ideale per le caratteristiche stesse del vitigno. Il successo del Prosecco nacque nel 1876 presso la Scuola Enologica di Conegliano, prima Scuola enologica d’Italia, tutt’ora attiva. Scienza e tecnologia si unirono a seguito di una grande intuizione, giungendo a perfezionare il metodo di spumantizzazione e stabilizzando il prodotto, a garantirne la conservabilità e la trasportabilità. Fu quindi nelle colline del Conegliano Valdobbiadene che il vitigno Glera trovò la sua perfezione e si avviò verso il successo attuale.

Il Conegliano Valdobbiadene è un piccolo territorio collinare tra Venezia e le Dolomiti. Un paesaggio storico, ritratto dai maggiori paesaggisti veneti. Un luogo disegnato da alture impervie, punteggiate di borghi medievali e ricamate a mano dall’opera tenace di vignaioli sapienti. Grazie a questa simbiosi perfetta tra uomo e natura Conegliano Valdobbiadene è diventata la terra del Prosecco Superiore che oggi è candidata a Patrimonio dell’Umanità Unesco. Il connubio tra le popolazioni ed il territorio ha creato qui un luogo unico al mondo, dando vita ad un modello di sviluppo rurale e culturale dove bellezza, storia ed ecosostenibilità convivono in armonia da secoli.

I riconoscimenti ufficiali ottenuti dal territorio – indissolubilmente legato al vino sono motivo di orgoglio per il Consorzio e soprattutto per tutti i protagonisti (soci, istituzioni, altre associazioni di promozione,...): il Conegliano Valdobbiadene è Città europea del vino 2016 (la prima volta che un intero territorio ottiene questo riconoscimento) e Paesaggio rurale storico. Conegliano Valdobbiadene è inoltre stato inserito, unico tra i territori del vino italiano, nell’esposizione della “Cité du Vin”, straordinario museo di Bordeaux dedicato alla cultura enologica inaugurato nel 2016.

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