Provette non a norma vendute al Servizio Sanitario: indagini su un'azienda californiana

TREVISO Provette non a norma, prive di marchio CE e soprattutto della certificazione CE-IVD, quella necessaria per l'utilizzo di materiale in ambito diagnostico. Insomma, prodotti irregolari che però sarebbero stati utilizzati dal Servizio Sanitario Nazionale per varie analisi di laboratorio, tra cui quelle del sangue. È per questo che, in seguito alle indagini dei carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità (Nas) di Treviso (nel video il comandante, maggiore Vincenzo Nicoletti), iniziate nel 2014, è stato ipotizzato il reato di frode per la sede italiana di una multinazionale californiana che ha rifornito per anni gli enti del servizio sanitario nazionale.

Secondo il procuratore Carlo Nordio, che si sta occupando dell'inchiesta, è escluso il rischio che sia stato messo in commercio materiale di qualità scadente che potesse alterare gli esiti degli esami, e quindi il pericolo indiretto per la salute dei cittadini. Rimane il fatto - dice Nordio - che questi prodotti sono stati commercializzati senza certificazione. Risultano indagati il rappresentante legale e due procuratori speciali della sede italiana della società, "leader nel campo della diagnostica clinica da laboratorio". Gli indagati sono competenti per le aree territoriali che rientrano nella giurisdizione del Nas carabinieri di Treviso, ovvero (oltre alla Marca) le province di Venezia e Belluno. Ma il giro d'affari coinvolge un territorio molto più ampio e interessa le principali strutture sanitarie di tutta la Penisola. Una prassi che durava da molti anni.