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Rapinatori rimessi in libertà, Nordio: «Mancano risorse alla Giustizia»

Gary Peruzzetto di Conegliano e Ivano Pin di Vittorio Veneto usciranno dal carcere a causa di un vizio procedurale: il loro fascicolo d'indagine non è più arrivato al Gip del tribunale di Venezia

In meno di un mese avevano messo a segno almeno tre rapine nelle province di Treviso, Padova e Venezia ma a causa di un vizio procedurale Gary Peruzzetto, 46enne di Conegliano, e Ivano Pin, 56enne di Vittorio Veneto, torneranno in libertà. Peruzzetto è stato scarcerato venerdì 21 aprile dal momento che l'ordinanza per il rinnovo della custodia cautelare in carcere non è mai arrivata negli uffici del Gip di Venezia. Trascorsi i 20 giorni per depositare il rinnovo, l'avvocato difensore del 46enne, Alessandra Nava, ha presentato istanza di scarcerazione, accolta con il ritorno in libertà del rapinatore. Ivano Pin è ancora in carcere al momento ma, per le stesse motivazioni di Peruzzetto, la sua liberazione dovrebbe avvenire nei prossimi giorni. Un vizio procedurale che ha lasciato senza parole le vittime delle tre rapine avvenute nel mese di marzo. Il terzo rapinatore della banda, un 37enne, non aveva ricevuto nessuna misura cautelare in quanto ritenuto dai carabinieri responsabile solo in maniera collaterale delle tre rapine.

Il commento

Sabato 22 aprile il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha commentato la notizia da Treviso: «Non è il caso di alimentare polemiche su quanto accaduto. In termini generali posso dire però che la responsabilità più grande risiede nella mancanza di risorse a disposizione della Giustizia italiana. A Treviso, Venezia e in molte altre città del Veneto mancano le strutture minime in termini di cancellieri e segretari, indispensabili per far funzionare la Giustizia. Il loro ruolo è assimilabile a quello di infermieri e caposala negli ospedali: i magistrati possono essere i più bravi del mondo ma senza un'assistenza tecnica e strumentale adeguata questi incidenti possono accadere. A Venezia ancora oggi, per esempio, gli atti vengono portati via acqua con le barche e rischiano spesso di essere persi. Comprendo benissimo il dolore delle vittime delle rapine ma prima di tutto è importante accertare le circostanze dopodiché trarremo le dovute conclusioni su questa vicenda» conclude Nordio.

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