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Una villa, case, auto: beni per 2 milioni di euro confiscati ad imprenditori condannati

I provvedimenti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Treviso, di concerto con la Procura, sono stati eseguiti nei confronti di amministratori di imprese attive nei settori delle opere stradali, dell’ingegneria informatica, della lavorazione di prodotti tessili, del commercio di vetro, dell’agricoltura e della compravendita di autoveicoli

Quattro abitazioni, tra cui un villa, cinque auto, due partecipazioni societarie, conti correnti. Si tratta di beni per un valore di circa 2,1 milioni di euro che sono stati confiscati nei giorni scorsi dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso, su delega della Procura della Repubblica, ad alcuni imprenditori condannati in via definitiva per reati tributari. In tutto sono sette i distinti provvedimenti di confisca di beni immobili e mobili che sono così confluiti nel patrimonio dello Stato. In dettaglio, i reati passati in giudicato sono in due casi l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per un totale di 800 mila euro; in altri tre casi, l’omessa dichiarazione dei redditi ai fini delle imposte dirette e dell’I.V.A. per 387 mila euro; in un ulteriore caso, la dichiarazione fraudolenta di costi fittizi per 200 mila euro; infine, in un ultimo caso, l’omesso versamento dell’Iva per circa 740 mila euro. Con le condanne, sono state irrogate anche pene per complessivi 111 mesi di reclusione, diversamente distribuiti tra gli indagati secondo la gravità dei reati: si va da un minimo di 8 mesi a un massimo di 2 anni. Per quanto riguarda gli immobili confiscati, si tratta di una villa e tre abitazioni residenziali, con relative pertinenze, tutte nella Marca; tra le autovetture, invece, spiccano una Bmw e una Nissan di recente immatricolazione.

Ad un 70enne di Salgareda, titolare di un'impresa attiva nel settore delle opere stradali, le fiamme gialle hanno confiscato una villa di pregio. Nella lista degli altri imprenditori finiti nel mirino ci sono anche due cittadini cinesi di 45 e 30 annni, entrambi titolari di altrettanti laboratori tessili e residenti ad Altivole e Padova. E ancora un ingegnere informatico 60enne, di Montebelluna, un 75enne titolare di una ditta specializzata nella lavorazione del vetro a Vedelago, un 40enne romeno che gestiva una rivendita di auto e infine una 50enne di Chiarano (l'unica donna del gruppo) che è a capo di un'azienda agricola.

"L’intervento della Guardia di Finanza di Treviso, in sinergia con la locale Procura della Repubblica" si legge in un comunicato "dimostra che i responsabili delle condotte illecite, caratterizzate da evidenti vantaggi patrimoniali, vengono perseguiti non solo con pene afflittive a carattere personale, ma anche privandoli dei beni nella loro disponibilità, in misura equivalente all’ammontare dei proventi dei reati".

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