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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Veneto Banca, ammesse tutte le parti civili nel processo contro il revisore dei conti

La Corte di Cassazione ha deciso che il processo ad Alessandra Mingozzi, socio della PriceWaterhousecoopers, resterà a Roma. Oggi 10 luglio sono state ammesse tutte gli oltre 10 mila costituitisi come parte offesa nel crac dell'ex popolare

La Cassazione ha detto "no" al trasferimento a Treviso del processo a carico di Alessandra Mingozzi, socio di PriceWaterhousecoopers, la società di revisione per cui la donna, tra il 2012 e il 2014, avrebbe svolto il compito di di responsabile dei lavori di revisione di Veneto Banca. E il procedimento, rimasto quindi incardinato a Roma, ha vissuto oggi, 10 luglio, una giornata fondamentale: il tribunale capitolino ha infatti ammesso le 10.303 parti civili - in gran parte risparmiatori che si dicono "truffati" dall'istituto di credito di Montebelluna - non solo per il reato di falso (di fatto già prescritto) ma anche per quello di ostacolo alla vigilanza, quest'ultimo fattispecie decisamente più grave. L'udienza dibattimentale è stata aggiornata al prossimo settembre.

La decisione della Suprema Corte ha di fatto "salvato" procedimento, che nel caso di trasferimento al tribunale di Treviso avrebbe comportato un ritorno alla fase dell'udienza preliminare. "Un processo - aveva commentato il pubblico ministero Massimo De Bortoli - che correva il rischio di nascere già morto e che avrebbe vanificato tutto il lavoro che era stato fatto sulle presunte responsabilità della società di revisione dei conti".

Non è la prima volta che il nome di Alessandra Mingozzi compare nella vicenda del crac di Veneto Banca. Nell'ottobre del 2018 infatti la Consob le aveva inflitto una multa da 600 mila euro per il lavoro svolto sul bilancio consolidato 2014 e su quello consolidato abbreviato sui primi mesi del 2015, così come anche sulla valutazione dell'acquisto di 1.100 mutui ipotecari vitalizi da Jp Morgan, effettuata a febbraio 2015, per un controvalore di 205 milioni. Pagati anche con azioni Veneto Banca per 30 milioni, che avevano permesso a soci "vip", in lista d'attesa, di vendere le azioni che nel frattempo stavano perdendo valore.

Nel caso dei bilanci, Consob contestò a Pwc irregolarità sulle valutazioni di una serie di aspetti, che vanno dalla valutazione delle attività finanziarie disponibili alla vendita alle verifiche sui crediti verso i clienti e poi le valutazioni delle partecipazioni, dell'avviamento, delle verifiche sui fondi rischi e delle azioni proprie. Ma nella delibera di Consob che applica la multa l'authority contestava anche il livello di cooperazione con Veneto Banca di Pwc, in particolare «i significativi ritardi nella predisposizione delle note di chiarimento richieste» e le risposte «spesso non conclusive e in taluni casi incoerenti».

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