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Martedì, 30 Aprile 2024

Addio a Vanessa Ballan, in migliaia ai funerali: «Tragedia non giustificabile»

Venerdì pomeriggio, 29 dicembre, l'ultimo saluto alla mamma di 26 anni uccisa a coltellate nella sua abitazione di Riese Pio X. L'omelia del Vescovo di Treviso: «Serve silenzio da clamori e curiosità per permettere all'amore di tornare a manifestarsi»

Un silenzio pieno di dolore, dignità e cordoglio ha riempito il sagrato del Duomo di Castelfranco Veneto al momento dell'arrivo del feretro di Vanessa Ballan. In migliaia sono arrivati questo pomeriggio in città per dare l'ultimo saluto alla mamma di 26 anni uccisa martedì 19 dicembre nella sua abitazione di Riese Pio X.

Un silenzio, quello dentro e fuori la Cattedrale, che vale più di mille parole verso l'ennesimo femminicidio del 2023, avvenuto a poche settimane di distanza dalla tragica morte di Giulia Cecchettin. Un minuto di silenzio è stato osservato in tutto il Veneto in rispetto del lutto regionale proclamato nei giorni scorsi dal presidente Luca Zaia. Governatore presente alla cerimonia insieme al presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon e a una numerosa delegazione di sindaci trevigiani, in particolare quelli dei comuni della Castellana. Assente il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, presenti invece gli assessori regionali Lanzarin e Caner con il presidente del consiglio regionale Ciambetti. Colleghi, insegnanti e compagni di scuola di Vanessa sono arrivati presto in chiesa, visibilmente scossi dalla scomparsa della 26enne. Un compagno delle superiori commenta: «Penso nessuno si aspettasse una disgrazia simile, Vanessa in classe era una ragazza che ci aiutava molto». Commovente anche il ricordo dell'addetta alla mensa dell'asilo di Castelfranco: «Ho sofferto da morire, è una cosa assurda che non riesco ad accettare, conosco bene la famiglia di Vanessa. Era una bambina sveglia anche se silenziosa. L'ultima volta l'avevo vista per la nascita del suo primo figlio». Una tragedia che chiunque abbia conosciuto Vanessa fatica oggi ad accettare. Ad accompagnare il feretro in chiesa il compagno Nicola Scapinello, sostenuto dai familiari.

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L'omelia

Il Vescovo di Treviso, Michele Tomasi, ha detto nella sua omelia: «Il testo del libro delle Lamentazioni dà voce, credo, a pensieri ed emozioni di molti di noi, oggi, qui riuniti per dare l’ultimo saluto a Vanessa. Sicuramente a quelli dei suoi cari genitori, del fratello e di tutti i suoi familiari. Sicuramente a quelli di Nicola e della sua famiglia. Di molti amici di Vanessa, di quanti l’hanno conosciuta, e di tanti che sono stati colpiti, anche da lontano, dalla sua vicenda così insensatamente dolorosa. Di colpo, la vita è stata travolta da una catastrofe che ha tolto pace e ogni benessere, a causa della quale i ricordi e i pensieri avvelenano l’anima, e manca anche il desiderio di aprire prospettive di futuro. È troppo grande quanto è accaduto, è troppo al di fuori di ogni pur pessimistica previsione. Noi non ci pensiamo davvero finché un evento simile non ci colpisce da vicino, ma non fa proprio parte della nostra natura più intima di esseri umani immaginare che ad una persona venga tolta, rubata la vita. Non c’è un motivo al mondo che giustifichi questo atto, questa violenza. Non c’è mai. Non c’è sicuramente nel caso di Vanessa e della creatura che lei portava in grembo. Ed è allora la totale insensatezza che irrompe nella vita, in una vita come le nostre, alle volte forse contraddittoria, ma che era accolta in un senso ed in un significato che la sorreggevano e la portavano, in un modo o in un altro, in una rete buona di relazioni e di affetti. 

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Della nostra natura fa parte però la capacità di sperare - ha detto il Vescovo -, di riuscire a guardare il giorno, di trovare la forza di non restare bloccati. Il sorriso e lo sguardo di Mattia, figlio di Vanessa, sono capaci di dare questa forza, quest’energia, il motivo per cercare speranza. Forse riusciranno a dare calore di speranza anche i ricordi di tanto bene vissuto insieme, i legami familiari che si rinsaldano nella solidarietà nel comune dolore, il sentire che la coesione e la vicinanza delle comunità, cristiana e civile, continueranno a esserci così come si sono manifestati nei giorni passati. Aiuterà il fondamento di ogni amore, di ogni giustizia, di ogni fedeltà. Questo è il dono di vita che il Signore ci fa con la sua Passione, la sua morte e con la sua Risurrezione, che è sconfitta del male e della morte. Silenzio dai clamori e dalle curiosità, silenzio della memoria e delle emozioni più negative. Silenzio della preghiera che invoca la consolazione delle vittime e la conversione dei violenti. Non certo il silenzio della ricerca della giustizia e nemmeno il silenzio nell’impegno per una civiltà che rifiuti nelle parole, negli atti e nei fatti la violenza sulle donne, e che superi finalmente la follia di voler possedere una persona, o di volerne determinare con la violenza le scelte e le decisioni. Silenzio che permetta all’amore, quello vero, di manifestarsi, di prendere per mano chi sta soffrendo e aprire nuove prospettive di vita» ha concluso il Vescovo.

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