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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Vedelago

Lite in caserma, impresario e cinque carabinieri finiscono in udienza preliminare

La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per Mario Padrin, 58 anni, imprenditore di Pederobba con l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale. Nei guai sono finiti anche Francesco Bianco, luogotenente dell'Arma ed ex comandante della Stazione di Vedelago accusato di lesioni personali e falso in atto pubblico in concorso con altri quattro commilitoni

La Procura di Treviso ha chiesto il rinvio a giudizio per Francesco Bianco, luogotenente dei carabinieri ed ex comandante della stazione di Vedelago, che insieme a quattro commilitoni (tutti difesi dall'avvocato Luca Dorella) è accusato, a vario titolo, di lesioni personali aggravate, calunnia, falso ideologico e favoreggiamento. Con loro è finito davanti al gup di Treviso Carlo Colombo anche Mario Padrin, 58enne originario di Pederobba ma iscritto all'Aire in quanto residente in Bulgaria (difeso dall'avvocato Andrea Zambon), che invece dovrà rispondere di oltraggio a pubblico ufficiale. L'udienza preliminare si svolgerà il prossimo settembre.

Padrin, imprenditore del settore di noleggio di autoveicoli, sostiene che l'11 marzo del 2022 sarebbe stato preso a schiaffi dai carabinieri di Vedelago nel corso di un violento diverbio avvenuto in caserma. D'altro canto Bianco si difende dicendo di essersi solo protetto dagli sputi che l'imprenditore gli avrebbe indirizzato nella discussione.

La vicenda era nata dal sequestro di una macchina con targa straniera, in quanto il cliente che l'aveva presa a noleggio si era reso responsabile di un'infrazione del codice della strada. Il mezzo, come previsto, era stato posto sotto fermo amministrativo e non poteva essere restituito fino a quando non fosse stata pagata la multa. Padrin sarebbe andato in caserma per sapere che cosa doveva fare per riavere il mezzo, assumendo da subito un tono molto polemico relativo alle modalità di pagamento della sanzione. "Siete incompetenti - avrebbe detto il 58enne - sono andato via dall'Italia per non avere a che fare con gente come voi". Al quel punto Bianco, secondo l'accusa, gli avrebbe rifilato un paio di ceffoni e poi avrebbe steso, con la complicità degli altri quattro militari, un verbale nel quale non avrebbe fatto alcun riferimento alle sberle ma scrivendo che avrebbe alzato un braccio per ripararsi dall'aggressione di cui sarebbe stato fatto oggetto da Padrin. La verità sarebbe tutta in un filmato ripreso dalle telecamere di sicurezza posto all'interno della caserma è che avrebbero ripresa con chiarezza quanto è successo.

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