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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Vedelago

Sequestrano e rapinano presunti pedofili, le richieste di condanna della Procura

Il pubblico ministero Barbara Sabattini, al termine della sua requisitoria, ha chiesto oltre 13 anni - complessivamente - per i due ragazzi, un 20enne e un 19enne, che tra l'estate del 2022 e l'inverno del 2023 si sarebbero resi protagonisti delle "Spedizioni punitive" ai danni di uomini che cercavano rapporti sessuali con minorenni

Tredici anni e due mesi complessivi. E' questa la pena chiesta oggi, 11 aprile, dal pubblico ministero Barbara Sabattini al termine della sua requisitoria nel processo che vede alla sbarra un 20enne e un 19enne che, a cavallo dell'estate del 2022 e l'inverno del 2023, avrebbero sequestrato e rapinato otto persone colpevoli, a loro giudizio, di cercare di avere rapporti sessuali con ragazzini minorenni. Il procedimento, che si tiene con il rito abbreviato, è stato aggiornato a mercoledì 17 aprile per la sentenza. Quattro dei sequestrati sono stati risarciti mentre per due (di fatto irreperibili) sono state effettuate altrettante donazioni, che hanno validità come le altre nel quadro della cosiddetta giustizia riparativa cui erano stati ammessi, ad associazioni benefiche. Due sono invece le persone che ci sono costituite come parti civili ed hanno accettato le somme offerte dai loro "aguzzini" a titolo di anticipo sul risarcimento.

I ragazzi, di cui uno è un minorenne ed è stato giudicato dal Tribunale Minorile di Venezia, avrebbero agito nella zona compresa fra Vedelago e Campigo. Si sarebbero resi protagonisti degli episodi contestati tra il giugno del 2022 e il febbraio del 2023, quando furono sorpresi dai carabinieri all'interno di un edificio abbandonato a Vedelago insieme a un impiegato 50 enne della castellana, sequestrato, legato e stordito con l'uso di un taser. All'uomo erano state prese anche le chiavi dell'auto e la tessera bancomat, con cui uno dei tre stava andando a fare un prelevamento. Una volta arrestati ai giovani erano stati sequestrati i telefonini grazie ai quali è stato possibile risalire agli altri sette casi, che avevano come vittime uomini adulti alla ricerca di "emozioni forti" con minorenni, che avrebbero contattato attraverso internet.

Accusati di rapina aggravata, sequestro di persona, indebito utilizzo di strumenti di pagamento e porto di oggetti atti ad offendere, i "vendicatori" (che sono ancora agli arresti domiciliari) avrebbero detto di essersi ispirati a "To catch a Predator", una serie di docu-film americana andata in onda tra il 2004 e il 2007 e trasmessa in Italia da un canale disponibile su una piattaforma a pagamento, in cui persone pedofile venivano incastrate da una troupe di giornalisti utilizzando come trappola per smascherarli una tecnica molto simile a quella ideata dai ragazzi. A essere considerato la "mente" delle azioni criminali sarebbe dei giovani comparsi oggi in Tribunale (per il quale è arrivata la richiesta di condanna è più alta, a 6 anni e 8 mesi, avendo partecipato a tutte e otto le "spedizioni punitive") affetto dalla sindrome di Crouzon e che secondo il consulente nominato dal suo difensore avrebbe non solo sofferto per la sua disabilità ma sarebbe stato, oltre che frequentatore del Sert dove è in cura per delle dipendenza, anche un paziente psichiatrico. Sarebbe stato lui a fare da esca con i presunti pedofili, a cui avrebbe detto di avere 13 anni. I due ragazzi, nel corso del procedimento, si sono scusati con alcune delle persone prese a bersaglio.

«Difficile – hanno detti i difensori, gli avvocati Elisa Berton e Nicoletta Gasbarro – distinguere in questo caso i profili delle vittime e dei carnefici. I nostri assistiti sono dei giovani immaturi, segnati da patologie psichiatriche o da situazioni familiari, già segnalate e seguite dai servizi sociali, che si sono trasformati in problemi più complessi. Loro, all'inizio, pensavano di aver fatto una cosa positiva per la società, rimanendo sorpresi di essere stati indagati. Crediamo che anche le richieste del pubblico ministero rispecchino questa situazione di manifesta fragilità».

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